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Bellezza e magnificenza di una Palermo che fu: villa Pantelleria merita una nuova vita

La Villa e i suoi leoni "ingabbiati" meritano una nuova opportunità: un restauro importante e nuovi progetti con l'intervento di alcune associazioni locali

  • 1 luglio 2019

Villa Pantelleria

Venne chiamata "Piana dei Colli" perché demarcata dalle colline che la circondano, questa estesa area ormai urbanizzata del quartiere Resuttana-San Lorenzo, un tempo splendidamente verdeggiante grazie alla ricchezza di corsi d'acqua e di acquitrini. Nel Settecento tali caratteristiche invogliarono tante famiglie aristocratiche a sceglierla come località di villeggiatura, facendovi edificare diverse ville nobiliari di palese bellezza e magnificenza.

Villa Pantelleria, ricadente nella zona dell'odierno Viale Strasburgo, fu una di queste e la sua storia comincia nel 1734 , quando Francesco Requisenz principe di Pantelleria (con direttore dei lavori l'architetto Nicolò Palma) volle la sua dimora estiva acquisendo il baglio di tale Carlo Catalano, ampliando la proprietà terriera e dando incarico allo stesso architetto Palma di realizzare il monumentale scalone esterno della villa (poi distrutto dal terremoto del 1823).

L'accesso principale era dotato di due piloni, ognuno sormontato da un leone a riproduzione naturale reggente lo stemma della famiglia. Dai piloni si apriva il lungo viale che sfociava nel baglio antistante la villa, che fungeva da cortile ed il cui terreno circostante è ancor oggi molto vasto. Attualmente vi si accede dal vicolo Pantelleria, mentre un'altra delle entrate secondarie (delimitata da due piloni in tufo) si nota ancora su piazza Pantelleria. La villa si presenta a pianta rettangolare, a due elevazioni ed al cui piano terra si trovavano i magazzini e la cappella gentilizia con stucchi ad opera di un nipote di Giacomo Serpotta.
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Dalla sacrestia della cappella, tramite un passaggio segreto, si arrivava alla camera della principessa. In circa un paio di secoli la villa passò prima nelle mani della famiglia Naselli d'Aragona, poi Burgio , poi Naselli Flores ed infine, nel 1941, divenne un ricovero per sfollati. Dalla metà degli anni '70 fino al 1990 fu affittata al musicista Claudio Lo Cascio per il suo Centro musicale "Django Reinhardt" e, sempre nello stesso anno, fu acquistata dall'impresa edile della famiglia mafiosa Caravello.

Nel 2000 si attuò la confisca della villa e la sua acquisizione da parte del Demanio; mentre tre anni dopo fu affidata al Comune di Palermo. Il quale, nel 2005, la concesse all'associazione "Teatro per la libertà" diretta dall'attore Lollo Franco. Nei vari passaggi la maestosa villa ha attraversato periodi di abbandono, di decadenza e di vandalismo che nel 2014 l'hanno portata al sequestro. Le sue fatiscenti condizioni risultano immutate ancora oggi per mancanza di fondi ed è un vero peccato sapere che i suoi tetti affrescati stanno andando in rovina e che il rischio di crollo è ovunque sempre in agguato.

In cima al prospetto, fra le lesene e i balconi a petto d'oca, si nota ancora centralmente il mezzo busto di Francesco Requesenz, il suo fondatore. Nei corpi bassi del cortile due torri d'acqua testimoniano la grande esigenza idrica passata del vasto terreno di circa 20.000 mq e di tutto il complesso. Dietro la villa una parte del vasto giardino è stata adibita a parco giochi per bambini, con al centro una grande vasca che reclama cura e pulizia. Il sequestro ha contemplato anche i due piloni monumentali con i leoni rampanti, ai quali è impossibile avvicinarsi internamente per via dell'invasivo sviluppo delle piante.

Ma, quel che è peggio, risultano completamente inaccessibili dalla parte esterna in quanto, con l'inarrestabile cementificazione edilizia a partire dagli anni Settanta del secolo scorso, sono rimasti letteralmente "imprigionati" nell'area privata condominiale di due palazzi di via Spagna. Ho avuto modo di leggere la conclusione della delibera del 05/03/1968 del Presidente della Regione dell'epoca Vincenzo Carollo, con la quale si decretava che "l’elenco delle bellezze naturali compilato dalla Commissione provinciale di Palermo per la tutela delle bellezze naturali, limitatamente alla località Piana dei Colli, non è approvato".

Nonostante il suo crudele passato, questa villa merita nuove opportunità. Si tratta di un restauro molto elevato in termini di costi, ma si potrebbero studiare dei progetti con l'intervento di alcune associazioni. E soprattutto sarebbe un segno di grande ed incisiva importanza creare un varco per poter ammirare in libertà i piloni monumentali con i leoni, ingiustamente "ingabbiati" dal cemento cittadino.
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