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Basta discoteche in centro storico (e non solo): come cambia la movida a Palermo

La giunta comunale ha approvato una nuova delibera che vieta l'apertura di nuove discoteche e locali di spettacolo nel cuore della città. Altre novità in arrivo

Balarm
La redazione
  • 29 ottobre 2024

L'interno di una discoteca (foto Pixbay)

Basta discoteche in centro storico a Palermo. La giunta ha approvato una delibera con cui si vieta l’apertura di nuove discoteche e di locali di spettacolo sostanzialmente nelle zone della movida notturna.

Votata su proposta dell’assessore Forzinetti e in attuazione delle norme previste dal “regolamento movida” (approvato lo scorso febbraio) la delibera pone – si legge in una nota dell’assessorato – «un freno all'insediamento di nuovi locali di pubblico spettacolo ed in particolare delle discoteche».

«L'amministrazione comunale mantiene un impegno preso con la città e, soprattutto, con i residenti del centro storico - sottolinea l'assessore comunale alle Attività produttive Giuliano Forzinetti - . Questo è il primo importante atto, al quale ne seguiranno altri nelle prossime settimane, che interviene a favore della regolamentazione del tessuto produttivo e commerciale della nostra città».
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Una nuova regolamentazione richiesta a più voci (in particolare da residenti e commercianti), dopo i numerosi episodi di violenza avvenuti in città proprio nei luoghi della movida notturna.

Non solo, è anche abbastanza definita l'intenzione di dare un nuovo volto al centro città, mettendo un freno all'eccessiva presenza di attività "food&beverage" e fast-food a favore di altre tipologie di attività commerciali e non solo.

«Finalmente dopo decenni di mancata regolamentazione, si comincia a programmare con coraggio e determinazione una strategia d'insieme per lo sviluppo economico di Palermo», commenta il sindaco Roberto Lagalla.

A questo dovrebbe contribuire anche l'arrivo (si spera) dei grandi marchi che oggi possono tornare a investire nel cuore della città grazie alla norma (approvata a inizio anno) che aumenta la quadratura dei negozi presenti nei centri storici delle città, che prima era ferma a 200 mq e ora può arrivare fino a 600 mq.

Una possibilità che potrebbe fare tornare i grandi investitori facilitando una maggiore diversificazione del tessuto commerciale del centro.
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