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Anche la frutta in Sicilia diventa un dessert: la (fresca) tradizione delle pesche nel vino

Un tipico fine pasto estivo. Ma non lasciatevi ingannare dall'ingrediente principale: anche se c'è la frutta non è certo la cosa più leggera che potete immaginare

Sara Abello
Giornalista
  • 4 agosto 2023

Le pesche nel vino bianco

«Se le viene fame mangi un frutto» , ce lo siamo sentiti dire, direttamente o indirettamente, tante volte. Poi da mettere in pratica è più difficile certamente.

La Sicilia e i siciliani però sono particolari, e molto, perché amano personalizzare, declinare, rivisitare e correggere le cose a loro piacimento. In questo modo, anche la cosa apparentemente più sana e leggera, soprattutto adatta all’estate e alle sue alte temperature, può diventare vastasa assai.

Un esempio?! Qua bisogna scavare un po’ a fondo nella memoria e aprire uno di quei cassettini chiusi da tempo per rispolverare un’antica tradizione, credo di tutto il sud Italia a dire il vero. Una fine del pasto che non era un dessert e neanche semplice frutta: le pesche col vino.

Lo so che si è delineata sul vostro viso un’espressione mista tra stupore e fronte aggrottata per dire «miiii a virità», la vedo da qui.

Anche perché non so se oggi si faccia ancora, e un po' come avviene per tutte le "mode", è svanita nel nulla senza che ce ne si rendesse conto. O per lo meno questa "fresca" abitudine sarà meno inflazionata di trent’anni fa.
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Ovviamente si tratta di un fine pasto estivo, ché le pesche non sono certo un frutto natalizio, con la variante più di vostro gradimento, nel calice che mia zia preparava a mio nonno ad esempio, ricordo la nocepesca e il vino prescelto era un ditino di rosso.

Sì perché poi, tra i cubotti di pesca, ne bastava davvero poco di vino per riempire il calice. La preparazione avveniva poco prima del pranzo, a pasta "calata", così che il vino avesse il tempo di impregnarsi di tutti i succhi e le note dolci della pesca - all’epoca era più buona di oggi - e in egual modo la stessa pesca, una volta addentata, avendo ormai perso un po’ della sua consistenza, acquisiva una nota lievemente alcolica.

Certo non è la più leggera e fresca delle scelte fruttate per concludere un pasto, né qualcosa da consumare quotidiamente, anche se ci ripetono la vecchia storia del buon bicchiere di vino rosso durante i pasti...però bisogna dire che il calice di vino con le pesche, bello "atturrunato" dal frigorifero - speriamo che i puristi del rosso non ci leggano - se rinfrescava al momento della sua consumazione, poi di sicuro conciliava la siesta post pranzo.

L’abbiocco sulla sedia-sdraio in balcone per esser più descrittivi e geolocalizzati in Sicilia. Mi giungono voci che ancora adesso, in Campania ma pure in Calabria e in Puglia - azzarderei anche in qualche angolo della Sicilia - vi sia un nonno che in autonomia o con supporto, sta tagliuzzando le pesche per tuffarle nel suo bicchierozzo di vino.

Magari non sarà più il vinello fatto in casa e le pesche, un po’ come tutti i frutti, hanno perso il loro gusto dolce e succoso del passato, però ammollo nel vino chi se ne accorge più?! Cin.
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