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Altri animali (esotici) avvistati in Sicilia: quali sono le due nuove specie "aliene"

Una notizia sconcertante che dimostra come le acque che bagnano le nostre coste siano tra le principali "vittime" delle migrazioni di questo tipo. Cosa sappiamo

Aurelio Sanguinetti
Esperto di scienze naturali
  • 23 dicembre 2024

Un esemplare di Dynoides amblysimus

Siamo quasi alla fine dell’anno e sebbene non sia l’inverno la stagione in cui vengono avvistate il maggior numero di specie aliene, continuano ad essere avvistati nuovi animali esotici all’interno delle acque siciliane.

Recentemente, infatti, un’attività di monitoraggio svolta dagli esperti di Arpa Sicilia ha identificato due nuove specie aliene all’interno del porto di Catania, una delle quali – la Dynoides amblysinus - non è stata mai identificata in altre regioni del Mediterraneo.

Una notizia sconcertante, che dimostra ancora una volta come le acque che bagnano le coste della nostra isola sono tra le principali vittime delle migrazioni faunistiche in corso, dovute dal cambiamento climatico e dall’eccessiva globalizzazione.

Il Dynoides amblysinus è un crostaceo isopode che in generale abita i tratti di oceano che dividono l’Australia dall’India e secondo alcuni esperti potrebbe aver raggiunto le coste della Sicilia tramite le acque di zavorra di qualche nave cargo o per via del trasporto di alcuni coralli per il mercato dell’acquariofilia.
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L’altra specie, invece, la Phallusia nigra, è un tunicato (un sottogruppo dei cordati) che proviene dalle calde acque dei mari tropicali, sebbene alcuni suoi individui siano stati avvistati in diversi tratti di costa della Turchia e di Israele a partire dal 1958, ad opera dello zoologo marino Pérès.
Gli individui di questa specie sono stati riscontrati nei campioni di sedimenti aventi un substrato duro e in passato potrebbero essere stati scambiati per altre specie.

Fortunatamente, entrambi gli animali non hanno dimostrato di star erodendo la comunità ecologica marittima del catanese, che presenta varie aree marine protette, come quella dei Faraglioni di Aci Trezza, ma il loro ritrovamento all’interno delle acque portuali di Catania ha acceso più di qualche sospetto all’interno dell’ambiente accademico siciliano e tra gli operatori dell’ARPA.

«È la prima volta che l’Ascidia Phallusia nigra viene segnalata nei mari italiani e probabilmente è giunta nel porto di Catania veicolata dalle acque di zavorra delle navi che provengono dal Canale di Suez» ha affermato Benedetto Sirchia – Biologo Marino di ARPA Sicilia responsabile UOS Ambiente Marino Costiero e Acque di transizione – all’interno di una dichiarazione pubblicata sullo stesso sito dell’Arpa.

«Il Dynoides amblysinus, invece, da ricerche e confronti con esperti tassonomi, risulta non essere ancora stata segnalata per le acque mediterranee, pertanto questo ritrovamento ed identificazione in laboratorio dei biologi marini di Arpa Sicilia, Paolo Balistreri ed Eleonora Macaluso, costituisce il primo record in Mediterraneo».

Le attività di monitoraggio svolte dagli operatori dell’ARPA sono invece state previste dall’Accordo Operativo MASE-ISPRA-ARPA del 16 febbraio 2024, che si rifà al recepimento della Direttiva Quadro sulla Strategia Marina 2008/56/CE per il triennio 2024-2026.
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