CRONACA
Addio zu' Filippu, il re della "sciallotta": la mattonella di gelato amata da tutta Palermo
Dalla zona di Villa Tasca a corso Calatafimi e persino in piazza Ingastone, alla Zisa: non c'era quartiere o vicolo che non conoscesse le sue mattonelle di gelato
Nella foto u ziu Filippu Verdicaro, il "re delle sciallotte" a Palermo con il suo storico carretto
Filippo Verdicaro, questo il suo nome all'anagrafe, ma per tutti a Palermo era u zu Filippu, aveva 89 anni. Originario di via Paruta, ha vissuto nello stesso quartiere da sempre. Ma a Palermo, u zu Filippu u gelataio, lo conoscevano tutti. In realtà, da buon commerciante, cambiava merce in base alle stagioni. Così c'è chi lo ricorda, soprattutto in inverno, vendere anche arancine e sfincionelli.
«Lo “Zio Filippo” era per noi del quartiere un personaggio, per me lo è rimasto nel tempo e ogni tanto riappare come tanti altri fatti e persone rimasti nella memoria. Attendevamo il suo arrivo davanti scuola, la mattina, ma spesso anche il suo passaggio per le vie del quartiere nelle ore pomeridiane». Lo ricorda nel suo blog Nino Badalamenti, impiegato e geometra al Comune.
Lo zio Filippo annunciava il suo arrivo con il suono di un fischietto (meglio detto fiscaletto, in palermitano). Certo è che per i bambini vederlo arrivare con il suo carretto a tre ruote all'uscita della scuola era sempre una grande gioia. La "sciallotta" era il gelato più amato, un piccolo quadrato composto da due cialde (la stessa, per quanto più artigianale, di quella dell’attuale “cono classico”) tenute insieme da una mattonella di gelato scelto a proprio gusto.
Il nome originale, importato dall’aristocratica lingua francese, sarebbe “charlotte” ma per tutti a Palermo era la sciallotta, più o meno storpiata a piacimento. Anche la preparazione era tutta da guardare in attesa di poter gustare il proprio “quadrato di felicità”.
C’era infatti un'apposita macchinetta di ferro che permetteva di posizionare la prima cialda, a seguire il gelato e a chiusura l’ultima cialda. L’abile ambulante poi premeva con delicatezza lo strumento e il gioco era fatto.
Dalla zona di Villa Tasca a corso Calatafimi e persino a piazza Ingastone, alla Zisa: non c'era quartiere o vicolo che non avesse assaggiato almeno una volta le sciallotte delle zio Filippo.
«Tutti a Palermo lo conoscevano e anche quando, ormai pensionato non girava più con la sua carretta, lo fermavano per strada per salutarlo o dargli un passaggio. Ogni occasione era buona per ricordare i tempi in cui da bambini lo aspettavano davanti alla scuola per comprare una sua sciallotta», racconta Simona Plano, pronipote di Filippo Verdicaro.
Se qualche bambino non aveva i soldi per comprarla, lui non esitava a regalargliela.
Amava le coppole: «Non girava mai senza, le indossava persino quando stava in casa. E poi era un appassionato di musica». Da buon ambulante cantava sempre «anche nel lungo corridoio di casa sua». Lo ricorda con dolcezza la pronipote.
I funerali dello "zio Filippo" Verdicaro si tengono mercoledì 17 gennaio, alle ore 8.30, nella chiesa di San Gioacchino in via Santicelli.
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