CRONACA
Acqua razionata a Palermo, ma (forse) così non basta: cosa ci aspetta in Sicilia
Da lunedì 7 ottobre parte il razionamento ma la città rischia un inverno a secco. L'esperto di Legambiente ci spiega i possibili scenari della grave emergenza idrica
D'altronde in Sicilia, sono già presenti delle zone che soffrono fortemente la mancanza d'acqua. La situazione è così critica che anche il solo fatto di riceverla ogni settimana, è diventata una grande fortuna.
Infatti, nonostante si speri che il razionamento, che parte a Palermo da lunedì 7 ottobre, porti nei mesi avvenire i suoi frutti, la misura è stata presa in maniera eccessivamente tardiva. Ad oggi il quadro generale è di una quasi totale mancanza delle risorse.
Già mesi fa sia Amap che Legambiente avevano spiegato quanto fosse necessario pianificare la distribuzione non solo in città, ma su tutta l'isola sicula.
«I segnali della grave crisi c’erano già da tempo, infatti sarebbe stato opportuno immaginare un razionamento complessivo in tutta la Sicilia - spiega Giuseppe Amato, responsabile della gestione delle risorse idriche di Legambiente Sicilia -. Si è ipotizzato nei mesi successivi uno scenario migliore, che potesse piovere tanto a maggio, ad agosto e settembre, ma così non è stato».
A settembre la situazione è peggiorata drasticamente. Infatti, quest'estate un'ulteriore percentuale di acqua presente all'interno dei vari invasi, che trasportano il liquido all'interno della nostra provincia, è andata persa, aggravando il problema dell'emergenza idrica.
Dal 7 ottobre, parte il razionamento dell'acqua in vari distretti di Palermo, ma non è detto che questa misura basti. L'acqua potrebbe comunque esaurirsi entro la fine del prossimo inverno. Ma come mai?
Al momento la maggior parte degli invasi in Sicilia, se non tutti, sono quasi a secco.
Secondo i dati resi noti da Sky tg24, tra le fonti d'acqua che versano in condizioni più drastiche possiamo citare il lago Ancipa, la diga Comunelli, il lago Disueri, il lago Fanaco, il lago pian del Leone, e come queste tantissime altre.
La speranza è che in questi mesi cada così tanta pioggia da riempire gli invasi ormai vuoti, anche se è difficile che la prospettiva in questione possa portare a casa buoni risultati.
«Quanto dovrebbe piovere per riempire un lago come l’Ancipa? - afferma Giuseppe Amato -. Sarebbe necessario che ciò accadesse tutti i giorni e sicuramente non basterebbero delle semplici piogge. Un inverno nevoso potrebbe rifornire le grandi fonti che ci danno da bere».
Tuttavia, il problema più grave è rappresentato dalle pesanti fuoriuscite di acqua potabile che ci sono in tantissimi acquedotti sui cui si interviene poco e male.
Rispetto alle percentuali di perdita in Sicilia, secondo i dati di Legambiente su base Istat: ad Agrigento si registra dal 60 al 70% di spreco, quindi ogni 100 litri 70 vengono buttati via. A Ragusa abbiamo una perdita del 60%, a Siracusa del 66%, a Messina del 57%, a Catania del 62% mentre a Palermo un po’ meno, ovvero del 49%.
Questi dati evidenziano come litri e litri d'acqua vadano persi inutilmente ogni giorno. Sono diverse le ripercussioni che potrebbero esserci qualora l'Amap e il Comune non ottenessero i risultati sperati con il razionamento. Rimanendo senza risorse ci sarebbe senza dubbio gravissime conseguenze dal punto di vista igienico-sanitario.
Legambiente Sicilia non ha dubbi, le prime a rimetterci potrebbero essere proprio le scuole, dal momento che sono alcuni fra i luoghi in cui si sprecano maggiori quantitativi d'acqua. Infatti, considerando che scaricando il water si perdono dai 9 ai 12 litri d'acqua e la media di studenti all'interno di un istituto è di almeno 300 ragazzi (quando si parla di piccoli comuni), come minimo ogni giorno fra le pareti scolastiche si perdono non meno di 3000 litri d'acqua.
Ovviamente all'interno delle grandi metropoli i numeri aumentano. Dunque, prendendo i considerazione i dati appena visti e la necessità di tutelare strutture sensibili, come ospedali e carceri, sarebbero sicuramente i vari studenti a rimetterci.
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