Accoglierà l'urna del professor Tusa: iniziato il restauro della Cappella del Santissimo Crocifisso
Il monumento funerario si trova all'interno della basilica di San Domenico di Palermo. La chiesa è considerata il Pantheon degli uomini illustri di Sicilia

Sebastiano Tusa
L'annuncio era stato dato lo scorso anno dal presidente della regione siciliana Musumeci che aveva dichiarato che all’interno della chiesa di San Domenico sarebbe stato realizzato un monumento funerario per accogleire le spoglie dell'ex assessore Tusa.
L’Ufficio speciale per la progettazione aveva ricevuto l'incarico di pianificare l'intervento per restituire l’antico splendore a una delle sezioni più suggestive della chiesa, dove si trova l’altare marmoreo sovrastato dal crocifisso ligneo realizzato da Giovanni Matinati nel 1509 e che contiene tre opere attribuite alla scuola di Antonello Gagini.
La Basilica già a partire dalla metà del XIX secolo fu scelta come luogo di sepoltura da importanti personalità della vita politica e sociale di Palermo e fu consacrata come Pantheon degli uomini illustri di Sicilia ed è per questo che si è scelto quello come il luogo più degno per custodire il ricordo del professore Tusa.
Finalmente i lavori sono cominciati. L'intervento, che dovrebbe concludersi a novembre, è eseguito dalla Icoser, l'impresa che si è aggiudicata l'appalto.
L’Ufficio progetti ha portato a termine le procedure necessarie a ripristinare le strutture murarie della cappella, la pavimentazione marmorea e una serie di opere scultoree di grande pregio, visibilmente compromesse dall'umidità, oltre alle quattro tele settecentesche che compongono il sistema scenografico dell'altare.
È previsto che l'urna sia contenuta in una stele funeraria di marmo che sarà realizzata dall'artista palermitano Michele Canzoneri.
Il professor Tusa è morto il 10 marzo del 2019 in un tragico incidente aereo avvenuto in Etiopia. Era sul volo Ethiopian Airlines 302, partito da Addis Abeba e diretto a Nairobi. L'ex assessore ai Beni Culturali della Sicilia doveva andare a Malindi, dove avrebbe dovuto prendere parte ad una conferenza internazionale organizzata dall’UNESCO. Con lui persero la vita altre 156 persone.
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