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Accadde alla Kalsa di Palermo nel 1700: chi fu Rosalia che (a 12 anni) diventò Mariano

Un evento assurdo ma realmente accaduto nel 1700 a Palermo nel quartiere della Kalsa. Vi raccontiamo l'incredibile storia di Rosalia, Natale, Concetta Lucria

Viviana Ragusa
Graphic designer
  • 27 dicembre 2023

Recentemente è stata diffusa la notizia dell'approvazione da parte di Papa Francesco della benedizione per altre categorie di fedeli. Il pontefice ha dichiarato che anche le coppie di fatto e quelle costituite da due persone dello stesso sesso potranno ricevere questa forma di protezione divina.

Anche se sono presenti delle limitazioni, si tratta comunque di una tappa decisiva nella storia della Chiesa. Rispetto al passato sono stati compiuti numerosi passi in avanti da Papa Francesco, nonostante le critiche e i dissensi che queste decisioni possano aver suscitato.

Sicuramente la concessione della benedizione anche ad altre coppie non costituisce il diritto al matrimonio religioso, ma è anche vero che in passato le restrizioni erano ben maggiori e le questioni di genere erano affrontate in maniera diversa.

Nel 1700, a Palermo, si verificò un evento assurdo collegato a queste tematiche e che è presente nei registri della parrocchia di San Nicolò alla Kalsa.
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Durante la vigilia di Natale del 1759 venne battezzata una bambina, nata in una famiglia del quartiere della Kalsa. Fu scelto di chiamarla “Rosalia, Natale, Concetta Lucria” e i genitori furono entusiasti di aver ricevuto come dono divino una figlia meravigliosa.

Rosalia visse felicemente, trascorrendo un’infanzia tranquilla e piena di affetto. A 12 anni, però, si accorse che qualcosa nel suo corpo era cambiato e non sapeva cosa fare.

Interpellata la madre (Donna Lorenza), Rosalia capì che era diventata tutto a un tratto un maschio, senza preavviso e senza una spiegazione logica. Entrambe si spaventarono e si precipitarono in chiesa per chiedere aiuto al parroco.

La notizia si diffuse in tutto il vicinato e, nonostante Donna Lorenza esclamasse a squarciagola ‘’Me figghia è figghiu!”, nessuno sembrava prenderla sul serio.

Le signore del quartiere iniziarono a pensare che la madre di Rosalia fosse impazzita e temevano per l’incolumità di tutti, perciò la assecondarono fingendo di credere alle sue parole.

Donna Lorenza non si fece ingannare dagli sguardi compiacenti delle vicine e continuò a insistere. Così, decise di portarle tutte (tranne le fanciulle non sposate) nella stanza dove Rosalia si era nascosta, sopraffatta dalla vergogna. A quel punto, tutte le signore videro con i loro occhi che il curioso fenomeno era accaduto realmente e corsero in strada per informare tutti. In molti si recarono a casa di Rosalia, persino il viceré e l’arcivescovo, oltre a un consistente numero di medici.

Nessuno riuscì a trovare una spiegazione a questa trasformazione improvvisa, quindi la questione venne dimenticata dopo un po’. Nel frattempo, Rosalia aveva deciso di modificare il suo nome e chiamarsi Mariano.

Nel primo periodo i parenti continuarono a chiamare il ragazzo con il vecchio nome, ma nel giro di pochi mesi tutti si abituarono alla nuova identità di Mariano. L'argomento tornò a galla quando il protagonista di questa storia diventò adulto e decise di sposarsi.

Era inconcepibile che una donna sposasse una persona del suo stesso sesso, ma il parroco sapeva che in realtà si trattava di una coppia eterosessuale e che l’unione non poteva essere impedita.

Come poter risolvere allora l’errore sui registri della chiesa?

Furono analizzate le fonti di diverse epoche storiche e in nessun registro era presente un caso simile. Sembrava impossibile trovare un appiglio burocratico, finché al parroco non venne in mente che, trattandosi di un’unione, era proprio una congiunzione a fare al caso suo.

Così Rosalia diventò "Rosalia, Natale, Concetta Lucria, seu Mariano". In questo modo la coppia poté sposarsi con un rito religioso e avere anche dei figli, conducendo una vita serena e piena d’amore.
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