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A Porticello lo conoscono tutti, ripulisce il mare: "Minicheddu", il pescatore (di civiltà)

Mette se stesso e la propria barca a disposizione dell’amministrazione comunale flavese, oltre che della collettività. Raccoglie rifiuti nel lido riaperto dopo 31 anni

Sara Abello
Giornalista
  • 7 luglio 2024

Domenico D'Acquisto (Minicheddu)

Le ultime estati ci hanno abituato a tanti volontari, cosa per nulla scontata, che si occupano di ripulire spiagge e centri abitati. Associazioni o singoli cittadini volenterosi, rispettosi dell’ambiente e innamorati del loro piccolo angolo di mondo.

Quello che avviene a Porticello, borgata marinara del comune di Santa Flavia, gioiellino dall’aria senza tempo alle porte di Palermo, è però un po' diverso.

In questo scorcio di rara bellezza, che tuttavia non ha ancora visto esprimere tutto il proprio potenziale, ogni mattina si può avvistare Vincenzo, un anziano ormai da anni impegnato a ripulire sia i marciapiedi di tutto il lungomare che le iconiche calette.

Lo fa mosso dall’amore puro per la sua casa... sono i commercianti della zona e alcuni dei fruitori delle spiagge che di tanto in tanto gli offrono spontaneamente un contributo, sebbene riuscire a ripagarlo per il servizio che rende alla comunità tutta sarebbe davvero impossibile.
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Tanti altri sono gli esempi analoghi che ci riporta Giuseppe Miceli, assessore con delega alla pesca che nel borgo tutti chiamano semplicemente Peppino.

Figlio di Alfonso e nipote di Peppino senior, anche loro pescatori, l’assessore in acqua è nato e cresciuto, per cui conosce bene le problematiche del mare e delle spiagge, ma anche e soprattutto il loro valore.

Per questa ragione ha chiesto aiuto a Domenico D’Acquisto, il cui nome a molti non dirà nulla perché in quel di Porticello è per tutti “Minichieddu u burdilluni”.

In lui ha subito trovato disponibilità per quella che è stata una "pulizia straordinaria", ben più delle consuete di primavera...Minichieddu si è messo a disposizione con un contributo potenziato, potremmo quasi dire di "livello pro", per parlare con il linguaggio da videogiochi.

È un vero "pescatore di civiltà" Domenico, cosi come lo ha ribattezzato l’assessore Miceli, che ha di fatto mostrato come solidarietà e amore possano innescare meccanismi più unici che rari, e far succedere cose straordinarie.

Ma che avrà fatto mai di tanto speciale Minichieddu?!

Un bel giorno di questo inizio estate, da pescatore non solo di civiltà ma anche di pesci, ha deciso di mettere se stesso e la propria imbarcazione a disposizione dell’amministrazione comunale flavese, oltre che della collettività, per raccogliere rifiuti dai fondali dell’ex Lido Olivella, appena tornato ad essere fruibile dai bagnanti dopo trentun’anni.

Ciò che offre a tutti Minichieddu è in primis il suo tempo, ed un esempio tangibile di come un gesto del genere, a carattere totalmente gratuito, possa rappresentare un contributo fattivo che, se ripetuto da molti altri, può davvero cambiare le sorti del nostro mare che è vita ed economia.

Spesso, in alcuni casi con grandissime motivazioni e altri ingiustamente, la categoria dei pescatori viene accusata di contribuire a danneggiare le acque e le spiagge a causa della moltitudine di rifiuti che sovente viene abbandonata, per non dire letteralmente lanciata, dalle imbarcazioni.

Il gesto di Minichieddu, che ha ricevuto i ringraziamenti da parte dell’amministrazione e della comunità flavese, deve essere invece esempio anche per tutta la categoria, oltre che chance di riscatto.

Il suo aiuto arriva inoltre in un momento davvero particolare, quello della riapertura dopo oltre tre decenni di una spiaggia che per tanto tempo è stata punto di riferimento per tutta la costa, rispetto alla quale l’assessore Miceli si impegna da mesi con il contributo di associazioni locali e di tutta l’amministrazione guidata dal sindaco Giuseppe D’Agostino.

Sono lontani i tempi in cui il Lido Olivella faceva concorrenza anche a Mondello, con i suoi "cammarieddi", le classiche cabine in legno, ed un bel ristorante che accoglieva turisti e bagnanti in estate, per poi d’inverno essere utilizzato come sala ricevimenti. Successivamente le casette in legno divennero una struttura di cemento che, dopo qualche anno, fu sottoposta a sequestro. Si aprì così una pagina buia fatta di abbandono e decadimento.

Per anni quell’angolo di paradiso è stato cumulo di macerie e rifiuti, con quei bei ricordi che si sono via via sempre più sbiaditi nel tempo. Oggi la spiaggia è tornata ad essere nelle mani della comunità e ciò che resta dei “cammarieddi” con l’area tutta intorno è stata interdetta così da mettere in sicurezza la spiaggia per l’estate appena iniziata.

Non si sa per quanto a dire il vero, perché in realtà il vicino "Domina Zagarella" si è aggiudicato un bando regionale per la riqualificazione della spiaggia per cui, una volta ottenute le dovute autorizzazioni, sarà un altro il progetto cui questo angolo di meraviglia sarà destinato.

Ciò che conta è che non venga più abbandonato e che sia, in un modo o nell’altro, goduto nella sua magnificenza.

Perché questo potesse avvenire i ringraziamenti vanno estesi a tanti e a Domenico, pescatore settantenne, un po’ di più. Oltre ai due interventi già effettuati, Minichieddu sta già pianificando di proseguire nel corso dell’estate con altri momenti dedicati alla pulizia dei fondali.

La speranza è che il suo lavoro in mare sia compensato anche dal rispetto di compaesani e non, che hanno sin da subito ripreso a fruire della spiaggia.

In un tempo in cui si tende a privatizzare pure l’aria, essersi visti riconsegnare una lingua di sabbia dalla quale si scorge il Castello di Solanto da una parte e ‘a Zafarana, il piccolo promontorio di Capo Zafferano con il suo faro, dall’altra, e proseguendo con gli occhi da lì tutto il golfo di Palermo sul quale si affaccia la Conca d’Oro, è un dono impagabile per il quale ringraziare per lo meno attraverso dei piccoli gesti.
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