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A Pasqua non può mancare "u panareddu cu l'ova": un'antica ricetta tutta da riscoprire

Il "panareddu" è un cestino fatto di pasta di pane che, al suo interno, racchiude un uovo sodo - simbolo del ciclo della vita - che s’incastra perfettamente nel pane: ecco la ricetta

  • 11 aprile 2020

"U panareddu cu l'ova", dolce pasquale tipico siciliano (foto di Mimma Morana - "Pasticci & Pastìccini di Mimma")

C’è chi lo chiama "campanaru", chi lo chiama "cuddura cù l’ova" e chi invece "cestineddu". Ma, qualche che sia il nome utilizzato in base alle diverse province siciliane, una cosa è certa: il "panareddu cu l’ova" è una tradizione pasquale che deve continuare ad essere osservata e tramandata.

Una specialità tipica del periodo di Pasqua soprattutto del Sud Italia che vanta antiche radici e nasconde un bellissimo messaggio cristiano, perché simboleggia la fine del digiuno del periodo quaresimale e la resurrezione di Cristo.

Il "panareddu cu l'ova" infatti è un cestino fatto di pasta di pane che, al suo interno, racchiude un uovo sodo, considerato un simbolo del ciclo della vita e della nascita che, in quanto tale, s’incastra perfettamente nel pane quotidiano.

Coma la tradizione ci insegna, questa delizia pasquale va preparata nella sua versione "salata" utilizzando la pasta di pane (e non invece con un impasto dolce, con la pasta frolla, come spesso si trova sul web), in ossequio a quando non esistevano ancora le uova di cioccolata o era proibitivo per le famiglie acquistare dei dolci così "preziosi".
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A spiegarci la ricetta tradizionale del "cestineddu" è Annalisa Pompeo, food blogger originaria di Favara che fa girare i sapori siciliani in tutto il mondo (di cui abbiamo già parlato in questo articolo).

Tra i dolci pasquali, questo è sicuramente quello che più di tutti concede a chi lo prepara libero sfogo alla propria fantasia e creatività potendo assumere diverse forme dal classico cestino, ad un borsetta femminile, alla sagoma di una colomba o di un agnellino e perfino quello di una bambolina, in cui in ogni caso è sempre racchiuso un uovo sodo.

Da sempre inoltre preparare i "panareddra cu l’ova" in casa rappresenta anche un importante momento di condivisione e d’incontro in cui le mamme e le nonne si adoperavano insieme ai bambini per creare, per come meglio potevano, qualcosa di allegro per le loro tavole abbellendo il cestino di pane con la “diavolina” (che sono i piccoli bastoncini di zucchero colorati), per dare un tocco di colore alla Pasqua.

Questa la ricetta condivisa con noi da Annalisa. Per prima cosa è necessario iniziare con la preparazione del pane e queste sono le dosi consigliate: per 1kg di farina, impastare 500g di acqua, 10g di sale e 10g lievito di birra fresco.

É necessario poi fare lievitare e riposare l’impasto fino a che non raddoppia (1 o 2 ore circa al massimo) e nel frattempo è possibile far bollire le uova fino a farle diventare sode. Dopodiché è possibile sbizzarrirsi con la creazione delle forme da dare al "panareddu" e una volta composta, è possibile incorporare l'uovo sodo al composto lievitato e già formato.

Prima di infornare il tutto a a 250 gradi per circa 15 minuti, non dimenticatevi di spennellare il tutto con l’albume dell’uovo e di aggiungere una spruzzata di colore utilizzando le parile di zucchero colorato di "diavolina".

«Se chiudo gli occhi posso vedere le mie nonne intente a preparare tanti cestini per tutti i nipotini - dice Annalisa - e partendo da una base di pasta di pane circolare, componevano questi cestini creando trecce o croci che accolgono le uova sode. Siamo il nostro passato ed il nostro passato è fatto di storie, di tradizioni, di odori, di ricordi, di persone a noi care ma soprattutto di memoria che dobbiamo difendere e tramandare».
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