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A Palermo lo trovi dove non ti aspetti: la storia di un gioiello Liberty (salvato)

Un edificio di grande valore artistico che sembra uscire fuori dal tempo e dallo spazio che lo circonda, fatto di palazzoni condominiali in un'area periferica

Giovanna Gebbia
Esperta di turismo relazionale
  • 9 marzo 2025

La scuola Francesco Saverio Cavallari in Corso dei Mille, a Palermo

Progettata dall’architetto del regno Nicolò Mineo e costruito tra il 1904 e il 1907 la palazzina dell’edificio scolastico intitolato a Francesco Saverio Cavallari è una delle costruzioni fuori dal contesto urbano del centro storico, che raccontano la bellezza, il gusto estetico elegante e innovativo dell’epoca liberty, che non ti aspetteresti mai di trovare in una delle borgate della città.

Un piccolo gioiello che sembra uscire fuori dal tempo e dallo spazio, fuori conteso che oggi la circonda, fatto di palazzoni condominiali innalzati su un dedalo di vie intasate di traffico assordante.

Siamo distanti qualche chilometro dal quel centro storico dove restano i luoghi iconici della Palermo monumentale e artistica più nota, ancora più distanti da quella Mondello paludosa recuperata e diventata il salotto estivo dell’alta borghesia palermitana liberty, o dall’altra zona progettata in occasione dell’Esposizione Universale che vedeva sorgere lussuose ville e villini sull’asse della futura Via Dante.
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No, non siamo in nessuna di queste parti della città, siamo in un quartiere della cerchia periferica, quella dove le tracce di nobiltà ed eleganza estetica non erano oggetto di interesse, precisamente nella borgata di Settecannoli, più famosa per il nome che per la sua importanza demografica.

Chiamata così dal toponimo che sembrerebbe derivare da una fontana la cui acqua usciva da sette sifoni, condotti a canna, chiamati cannoli nel dialetto siciliano e di cui oggi nulla rimane, se non quel poco della sua identità rurale.

Ci troviamo in Corso dei Mille appena vicino all’incrocio con la via Emiro Giafar dove si trova la deliziosa palazzina dell’edificio scolastico - intitolato all’ingegnere archeologo famoso per i suoi viaggi di lavoro all’estero, arrivati fino oltre oceano dove rimangono ancora fruibili le sue opere - che emerge con il suo insolito profilo turriforme e l’eleganza dei primi del Novecento, svolgendo ancora la funzione per la quale è stata edificata nella borgata popolare.

La storia risale al primo decennio del XX secolo, una costruzione voluta dall’allora Comune di Palermo guidato dal pro sindaco Pietro Bonanno e realizzata nell’arco di tre anni tra il 1904 e il 1907, anno della sua inaugurazione.

Per realizzare l’edificio il progetto dell’opera fu affidato a un professionista in forze alla casa reale, l’architetto Nicolò Mineo in qualità di tecnico del Comune, le cui opere architettoniche si distingueranno successivamente poichè a lui si devono alcuni degli edifici più belli realizzati con il gusto estetico dell’epoca, tra ville, palazzi, teatri. Tanto per citarne alcuni: i palazzi Gallo Favaloro e Albano, le ville Dagnino e Giachery, il progetto del Teatro Biondo, il villino De Salelli a Mondello.

La costruzione dell’edificio segue le linee gentili ed essenziali sulle quali si innesta un elemento turriforme, una torre campanaria, che fa risaltare l’estetica e rimanda alla presenza di medesimi inserimenti nelle ville e nelle palazzine dell’epoca costruite per l’alta borghesia.

Distribuito su due piani l'edificio si caratterizza per le coperture a forma spiovente dei tetti, un unico blocco a due braccia come una grande C, sulle cui facciate si distribuiscono regolari e in forma trittica le grandi finestre luminose concepite per dare maggiore luce possibile agli ambienti.

La torre è a base quadrangolare inserita su un lato dell’edificio e decorata con l’insegna della città, un orologio all’epoca funzionante, sovrastata con una copertura poggiata su un colonnato in legno protetto da lamiera, come previsto dal gusto corrente. All'esterno c’è un ampio cortile disegnato come luogo adibito per attività all’aperto e ginnastica come prevedano i progetti di edilizia scolastica.

La borgata entra a far parte di un progetto che vedeva una riqualificazione di un territorio agricolo dove non esistevano che pochi caseggiati rurali, giardini coltivati a orti propaggine della ormai persa Conca d’oro.

La presenza di questo edificio progettato nel nuovo stile liberty giunto in città dall’Europa, apparentemente fuori contesto inserito in un luogo di campagna lontano dal centro urbano, in realtà voleva essere un primo passo e uno stimolo a dirigersi verso quel futuro di rinnovamento che vedeva le zone periferiche lontane dal centro cittadino come luogo da riqualificare ed esprimere le nuove tendenze edilizie.

Un progetto che voleva mettere in luce un'idea bucolica e allo stesso tempo funzionale, lontana dalla zona cittadina dove si concentrava la "produzione edilizia di pregio", aprendo un varco verso una nuova area dove espandere quella urbanizzazione che utilizzava edifici architettonici di pregio anche a uso pubblico.

L’anno scolastico 1926/27 vede nascere la prima scuola attiva di Palermo, per volere della maestra Elvira Mistretta Buttitta. Purtroppo l’edificio inizia a decadere e si presenta la necessità di interventi strutturali che non vendendo attuati, costringono alla chiusura dei locali per diciassette anni dal 1981 fino al 1998 – anno nel quale verrà riaperta - durante i quali la scuola viene dichiarata inagibile.

In questi anni di abbandono l’edificio viene vandalizzato e derubato di ogni cosa trasportabile, togliendo elementi pregiati che erano parte integrante di quel senso estetico di bellezza che non faceva differenza tra edificio pubblico e privato. Nel 1998 la scuola viene riaperta e definitivamente consegnata alla sua borgata e alla città, tornando ad essere un luogo concepito per coniugare insieme bellezza e cultura, educazione e istruzione.
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