CRONACA
A Palermo c'era una basilica "inondata" di luce: costruita 2 volte, ora vuole risplendere
Uno dei luoghi più amati dai palermitani e tra i gioielli d'arte che il mondo ci invidia, è pronto per un nuovo restyling: dal terrazzo all'innovativo impianto di domotica
L'interno della Basilica di San Francesco d'Assisi
Oggi, possiamo apprezzare solo in parte ciò che, un tempo, l’opera è stata. Quando si dice “non avere pace”. C’è, infatti, un’aura di mistero e fascino che aleggia attorno alla Basilica che, negli anni, è stata vittima di guerre e dei bombardamenti del secondo conflitto mondiale. Eppure, nonostante ciò, è in piedi e, adesso, vuole splendere con quella luce che, un tempo, la attraversava. Ecco, allora, che come in tutte le fiabe, c’è sempre la fatina buona della situazione, il deus ex machina pronto a riportare la luce tra quelle fessure.
Ebbene, dopo il restyling del Monastero di Santa Caterina di Alessandria, anche la Chiesa di San Francesco d’Assisi di Palermo è pronta a rifarsi il look. E lo fa al passo con i tempi, dotandosi di un vero e proprio impianto di domotica.
Il Provveditorato Interregionale Opere Pubbliche di Palermo, articolazione territoriale del Ministero delle Infrastrutture per la Sicilia e la Calabria, diretto dall’ingegnere Francesco Sorrentino, ha aggiudicato l'appalto di lavori, che inizieranno entro giugno.
Il progetto prevede sia lavori all’esterno che all’interno della struttura.
Nel primo caso, è prevista la rimozione e il ripristino degli storici intonaci, per, poi, passare alla nuova tinteggiatura delle aree. Nuova vita anche per il terrazzo, con la realizzazione di una nuova pavimentazione. Anche all’interno verranno sistematici gli intonaci e tinte le pareti.
La vera novità, però, sta nel nuovo impianto elettrico all’avanguardia. Non semplice energia, ma un vero e proprio impianto di domotica, che permetterà di gestire il quadro elettrico e la funzionalità dei corpi illuminanti, a luci Led, da remoto, con notevole risparmio di energia.
La chiesa fu edificata due volte in trent’anni in seguito alla distruzione della prima, ordinata da Federico II per vendicarsi della scomunica subita dal Papa. L’attuale edificio fu costruito tra il 1255 ed il 1277.
Nel 1872, il prospetto fu interessato da un profondo restauro, eseguito sotto la direzione di Giuseppe Patricolo, il quale sostituì il rosone precedente, che era andato perduto durante le trasformazioni apportate alla chiesa, basandosi sul disegno del coevo rosone della chiesa di S. Agostino.
L’interno è ampio a tre navate con profonde cappelle, tra le quali, di notevole rilievo, come la Cappella Mastrantonio, realizzata da Francesco Laurana nel 1462, e la Cappella dell’Immacolata, a destra del presbiterio, decorata nel 1624, dove è possibile apprezzare la decorazione a marmi.
Tra le opere d’arte presenti al suo interno, si possono ammirare quelle realizzate da Domenico e Antonello Gagini, Pietro Novelli e Giacomo Serpotta.
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