ARTE E ARCHITETTURA
A Palermo c'è un nuovo e "storico" luogo dedicato all'arte: apre Spaziocentotre
Sulla scia della ventata d’arte contemporanea che sta attraversando Palermo, apre uno spazio in via Principe di Belmonte: a unire linguaggi di sperimentazione e storia è la famiglia Fecarotta
Un nuovo contenitore per mostre ed eventi che la storica famiglia di gioiellieri e antiquari Fecarotta (il primo negozio ha aperto i battenti nel 1866) ha voluto donare alla città.
Dietro le quinte, i giovani di casa: Francesco, Beppy e Maria Giulia sono la nuova generazione che si apre all’indagine artistica e alla ricerca, con la volontà di rendere Spaziocentotre un luogo di diffusione e circolazione di nuove idee, spunti e suggestioni, in un interessante dialogo tra i pezzi di pregio antichi – storico terreno d’azione della famiglia Fecarotta e scrigno della memoria – e l’arte contemporanea.
Le mostre in programma saranno incentrate proprio su questo incontro tra passato e presente e sul legame che li unisce: gli oggetti di pregiato antiquariato incontreranno opere neonate e frutto di nuove ricerche, generando una nuova commistione.
E parliamo di arte e artigianato: dai gioielli organici alle illustrazioni, si esplora la meraviglia della natura nelle sue forme e nelle sue dinamiche.
«Spaziocentotre rappresenta un’evoluzione naturale per la nostra famiglia – spiegano i Fecarotta – continuando il percorso di ricerca della bellezza iniziato oltre due secoli fa dal nostro capostipite». Era orafo alla corte di Francesco di Borbone (1777-1830) il capostipite a cui si riferiscono: la storia affonda dunque le sue radici in una Palermo settecentesca.
«Era nostro desiderio abbracciare l’arte contemporanea - continuano - e farlo all’insegna della contaminazione: con l’intenzione di superare le canoniche divisioni tra territori artistici e lasciando che antico, moderno e contemporaneo condividano lo spazio».
«La galleria vive dell’idea di un’arte che serve a ridefinire noi stessi - concludono - a riconfigurare la nostra identità, a costruire la memoria di chi siamo stati e soprattutto a percepire chi potremmo essere».
Così, a partire dalla mostra con cui si inaugura lo spazio, gli oggetti antiquari incontreranno quelli contemporanei, nella convinzione che sia sempre la relazione attiva che li unisce a determinare e a raccontare il presente.
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