STORIE
A 46 anni si reinventa e lascia la Sicilia: chi è il trapanese nuovo tastierista degli Incognito
Dopo 20 anni di carriera in Sicilia sente di aver sperimentato tutto, di aver dato tutto fino a quel momento. Ma non si sente finito, fa le valigie e va a Londra
Il musicista Chicco Allotta
Da settembre scorso è in tour con gli Incognito, la band acid jazz inglese. Vive in Inghilterra da otto anni, quando ha scelto di trasferirsi ne aveva quarantasei. Racconta al telefono: «Dopo Trapani, ho vissuto in Toscana, Lombardia, poi di nuovo nella mia città. Dopo venti anni di carriera in Sicilia, ho sentito di aver sperimentato tutto quello che potevo sperimentare, di aver dato tutto fino a quel momento».
Così Chicco, otto anni fa, ha scelto Londra. «Bisogna arrivare a un punto di non ritorno, prima di voler cambiare. Quando ho dichiarato le mie intenzioni» ricorda «mi hanno preso per pazzo». Gioacchino “Chicco” Allotta comincia a suonare il pianoforte a orecchio nel momento in cui inizia a leggere e scrivere.
E ancora l’esperienza con gli Ottoni animati e con i King Alpha. Chicco partiva da una formazione classica, presto abbandonata per approdare alla fusion degli anni ottanta e tutto ciò che viene dai ritmi africani: «funky, dub, i ritmi ipnotici della house… e gli standard jazz suonati in chiave funk, un tipo di jazz indirizzato a più persone, che punta sul groove» spiega durante l’intervista.
A Londra invece ha scommesso sulla musica strumentale. Dall’Italia e all’Inghilterra, ha sperimentato con tutti i musicisti con cui è entrato in contatto. Per esempio Massimo Urbani, Cico Cicognani e con Marco Tamburini, nel progetto Zona Vana. Poi le frequentazioni internazionali: ha lavorato con Chantae Cann, Heidi Joubert, Davide Shorty, Jay Phelps e Tony Momrelle.
Mentre si esibiva con quest’ultimo e con Imaani Saalem, nei pub di Londra, è stato reclutato dagli Incognito. Nell’estate del 2022 viene ingaggiato per il tour corrente. Prima di questo momento, racconta Chicco, è stata dura: «La vita a Londra è sacrificata, è una città ostica, difficile, un sistema completamente diverso. Tutta un’altra dimensione. È tutto carissimo, un massacro.
Ma Londra resta uno dei playground musicali più interessanti al mondo. Qui ho suonato con musicisti di ogni paese. Non c’è nessun altro luogo nella nostra parte di mondo con così tanta musica e così tanti investimenti nel comparto artistico. Anche dopo la Brexit e la pandemia, Londra spacca».
Gli Incognito, riconosciuti tra i principali fondatori dell’acid jazz, sono stati fondati da Jean-Paul “Bluey” Maunick, tutt’ora sui palchi, e Paul “Tubbs” Williams; negli anni si sono alternati decine di componenti, per tutti i ruoli, dalla voce alla tromba agli archi.
Il gruppo crebbe tra le esibizioni nei pub inglesi, fino al Q Club, il Gulliver’s o il Ronnie’s. Il primo album era «Jazz Funk», nel 1981 con l’etichetta Ensign, mentre con «Tribes, Vibes + Scribes» (con Talkin’ Loud, una delle case più frequenti nella loro produzione), undici anni dopo, la band raggiungeva il pubblico internazionale.
A oggi gli Incognito hanno pubblicato una quindicina di dischi in studio più altrettanti titoli tra live e raccolte. Negli anni, la formazione collabora con Stevie Wonder, Paul Weller, Al McKay, chitarrista degli Earth Wind and Fire, con Chaka Khan, Leon Ware e Mario Biondi. Hanno suonato dappertutto, dal Montreux Jazz Festival al festival di Java, dal Sudamerica – Brasile, Argentina, Cile – al Club Yellow di Tokyo, fino alla Corea del Sud.
Durante il tour in corso, con Chicco Allotta alla tastiera, tra Europa e America, raggiungeranno il Blue Note di Milano, dal 17 al 21 gennaio; poi Londra; il Soul Live Festival in Olanda a febbraio; Cary in Carolina del Nord; l’anfiteatro Aretha Franklin a Detroit e poi di nuovo Europa, a Leverkusen in Germania.
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