STORIE
A 3 anni scopre la musica, dalla Sicilia gira il mondo col jazz: chi è Nicola Giammarinaro
Da bambino aveva due sogni: fare l’astronauta oppure il musicista, il primo non si è realizzato, ma mai dire mai per il secondo. Vi raccontiamo la sua storia
Nicola Giammarinaro
La sua passione per la musica ha inizio fin da bambino, era piccolissimo, appena tre anni. Suo nonno lo accompagnava presso la vicina "sala musica", così era denominata una stanza di una vecchia casa dove si riunivano i musicanti della banda del suo paese.
“Mi raccontano – afferma Nicola - che pretendevo di portare con me due coperchi di pentole che utilizzavo come fossero i piatti della banda oppure un bidoncino di plastica che percuotevo con il classico “murtaru” che è un oggetto tipico trapanese che serve per fare il pesto, come se fosse la grancassa.
Poi avevo in casa una piccola tastiera della Bontempi e già suonavo ad orecchio le prime melodie con gli accordi. Vista questa mia attitudine, mio padre mi iscrisse ad un corso bandistico e lì il maestro vedendo la mia tenerissima età e soprattutto costatando che le mie dita da bambino non sarebbero arrivate a coprire l’intera tastiera di un clarinetto optò per farmi studiare il clarinetto piccolo in mi bemolle che è un clarinetto a tutti gli effetti ma più piccolo del normale.
Nicola è stato molto fortunato perché ha avuto e continua ad avere una carriera musicale ricca di prestigiosi traguardi, tra i successi, tanti ricordi come la vittoria di un primo premio ad un concorso clarinettistico nazionale a Segni (a Roma), questa vittoria fu particolarmente emozionante perché oltre a vincere un clarinetto professionale, in giuria incontrò Henghel Gualdi il più grande clarinettista jazz italiano che si complimentò con lui in maniera molto affettuosa.
Un altro ricordo indelebile fu senza dubbio l’incontro e il concerto con Jimmy La Rocca, figlio di Nick La Rocca, di origini trapanesi (i genitori erano di Salaparuta) che nel 1917, registrò a New York per la Columbia con la sua Original Dixieland Jazz Band il primo disco della storia contenente la parola Jazz che poi vendette milioni di copie in tutto il mondo.
«Ricordo la sensazione strana che provai – prosegue Nicola - a suonare quella musica con lui e gli altri musicisti americani, era come se quella musica io l’avessi suonata da sempre.
Ma potrei narrare tanti altri episodi emozionanti, l’incontro con Renzo Arbore il quale di recente in una sua intervista mi ha citato descrivendomi come uno tra i migliori jazzisti italiani, il concerto in occasione del Camerino Clarinet Fest assieme a due grandissimi colleghi, Bepi D’Amato e Gabriele Mirabassi, le tourneè in Giappone, Corea, Francia, Spagna, Irlanda, Canada, i Concerti con Natalie Cole, Clark Terry e tanti altri.
Con l’orchestra del brass group di Palermo diretta dal maestro Ignazio Garsia, i concerti da solista con l’Orchestra Jazz Siciliana diretti dal maestro Domenico Riina, il concerto al Blue Note di Tokyo assieme agli amici Francesco Buzzurro e Giuseppe Milici e ai Giapponesi Park Yongse e Makiyo Sakai, i concerti col quintetto del mitico Enzo Randisi, insomma tante cose belle.
«Nella sua vita tante persone lo hanno aiutato a diventare un artista di successo: sua madre, suo padre, che lo ha sempre supportato accompagnandolo fin da bambino nei posti più disparati dove capitava di suonare in giro per l’Italia, il suo docente di clarinetto al Conservatorio di Trapani, il maestro Pippo Lanzi, il Maestro Claudio Lo Cascio scomparsi da poco, che mi volle, appena diciassettenne, nella sua orchestra jazz a Palermo e per merito del quale ho conosciuto e suonato con musicisti come Gianni Basso, Dusko Gojcovich, Lino Patruno, e tantissimi altri.
Da bambino aveva due sogni: fare l’astronauta oppure il musicista, il primo non si è realizzato, ma mai dire mai per il secondo.
«Le occasioni di collaborare con altri colleghi in ambito musicale - afferma Nicola- sono frequenti, noi isolani siamo un po penalizzati dalle infrastrutture spesso fatiscenti, che non ci consentono collegamenti veloci anche all’interno della Sicilia stessa e spesso siamo terra di conquista, nel senso che accogliamo ed invitiamo tutti nella speranza che poi questo invito venga ricambiato ma, purtroppo, spesso questo non avviene.
Io però fortunatamente ho avuto modo di conoscere e suonare con molti musicisti anche al di fuori dei confini siciliani, ho suonato ad esempio con i maggiori esponenti del jazz tradizionale italiano come Lino Patruno, Carletto Loffredo, Guido Pistocchi, Romano Mussolini con il quale scorazzavamo lungo l’Italia con la sua macchina che guidavo rigorosamente io in un improbabile zig zag non da est ad ovest ma da sud a nord e viceversa, per cui i concerti erano nell’ordine così: Catania, Alessandria, Ischia, Montecatini Terme, Reggio Calabria, Torino ecc. ecc.
Ho suonato con i maggiori esponenti del clarinetto jazz italiano come Gianni Sanjust, Bruno Longhi, Bepi D’amato, Alfredo Ferrario ecc. fin da ragazzo ho conosciuto realtà importanti come Siena Jazz oppure la Zetema Orchestra di Matera con la quale ho registrato un CD dove ricordo che c’era uno strepitoso Steve Lacy.
Poi, grazie alla collaborazione con il chitarrista francese Yannis Constans ho suonato con quasi tutti i maggiori esponenti europei del genere manouche da Stochelo Rosenberg a Birelì La Green a Paulus Schaffer a Samson Smitth a Tcha Linberger.
Certo un mio collega che vive a Milano dal punto di vista logistico fa meno fatica potendosi spostare facilmente, ma per me la svolta è arrivata quando ho cominciato a varcare i confini italiani, a quel punto diventa tutto molto più facile a condizione però che gli aeroporti siciliani facciano il loro dovere, ma diciamo che superato l’ostacolo logistico tutto diventa molto più facile e il confronto con altri musicisti internazionali ti da quelle conferme che danno un senso a tutti i sacrifici fatti».
Nicola instaura spesso ottimi rapporti con i suoi colleghi e non di rado diventa un buon amico, in Giappone ha suonato con dei jazzisti giapponesi tra i quali il clarinettista Takigawa Masaihro, che non conosceva, ma subito si è instaurato unacon il quale è nata grande intesa, registrando due Cd “Made in Japan” e “Niky & Taky” che attualmente si trovano in commercio esclusivamente in Giappone.
All'interno si trovano composizioni originali come Quartiere Spagnolo (Erice), Guidaloca (Castellammare del Golfo), Excelsior (Valderice) o Samba Gianì (Partinico) ispirati dai luoghi meravigliosi a cui i titoli si riferiscono.
Quindi, gli amici sono tanti, tra cui: Gianni Genovese che è stato insieme a suo fratello Sal una fonte di ispirazione e stimolo a continuare sulla strada intrapresa, e poi il suo amico fraterno, fisarmonicista di ineguagliabile eleganza e gusto, Roberto Gervasi con il quale di recente è stato in Spagna per presentare un lavoro discografico dal titolo "due anime, due talenti".
Nicola, proprio con questo progetto musicale ha intenzione di portare in giro per il mondo la sicilianità alla luce, ovviamente, delle esperienze fatte nel mondo del jazz e dell’improvvisazione, dello choro del tango del manouche del musette.
I successi di Nicola sono tanti e qualcuno lo citiamo, per altri lo spazio non basta, Suona per diversi anni con la "Reinhardt jazz Studio Orchestra" di Palermo, collaborando con il Teatro Massimo di Palermo, con "l'Orchestra Jazz Siciliana" con l’Orchestra di Musica Contemporanea di Palermo e con la "Zetema Orchestra di Matera".
Fa parte del quintetto swing di Enzo Randisi, con il quale si esibisce in tutta Italia. Fa parte dello Zetema Ensamble con il quale incide il CD "nella Sala delle Arcate" prodotto dall'associazione Zetema di Matera. Entra a far parte dei Sicilia Jazz Dixielanders con i quali registra diversi CD come “Jazz d.o.c.” con la partecipazione di Lino Patruno, Rudy Migliardi e Gianni Cavallaro.
Con la Sicilia Jazz Big Band registra, i CD “Glenn Miller Story”, “Nick La Rocca” the Last Record, “Pete Rugolo presents Claudio Lo Cascio & Sicilia Jazz Big Band” Inizia la collaborazione con il fisarmonicista Roberto Gervasi con il quale nasce il progetto”due anime due talenti” e il Nicola Giammarinaro quintet.
Entra a far parte del “Sicilian Quartet” del chitarrista francese Yannis Constans con il quale partecipa a numerosi festival in Francia e in Belgio suonando al fianco dei maggiori rappresentanti del jazz manouche come Stochelo Rosenberg, Paulus Schaffer, Tcha Linberger, Samson Schmitt.
Con Paulus Schaffer partecipa in qualità di solista ospite al Djiango Festival a Stoccolma e Djiango sur Lennon presso Ramelton in Irlanda del Sud.
Inizia una collaborazione col produttore Alfredo Lo Faro che lo porta a fare parte del progetto “Orgoglio di Sicilia” insieme a straordinari musicisti come Francesco Buzzurro, Giuseppe Milici e Pietro Adragna. Inizia a collaborare con la cantante italiana Antonella Ruggiero.
È solista ospite della Brass Youth orchestra diretta da Domenico Riina. Nel mese di novembre 2022 viene chiamato ad esibirsi in duo con Roberto Gervasi presso il Conservatorio Superiore di musica di Vigo in Spagna.
«Per il futuro – conclude Nicola” ci sono molte cose in cantiere, alcune in fase embrionale altre già a buon punto, nell’immediato c’è una tourneè in Francia con il Sicilian quartet, formazione italo francese con Vincent Hemery, Yannis Consans e Roberto Gervasi, poi c’è l’uscita di un album d dove sono ospite di un quartetto di giovani e talentuosi jazzisti siciliani, poi la presentazione del disco "due anime due talenti" a Palermo, l’inizio del nuovo anno accademico al Conservatorio di Trapani dove insegno clarinetto jazz, e poi una tourneè invernale nei paesi dell’est Europa e tanta tanta tanta musica».
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