Valentina Brancaforte: "Habitat-Mongolia" in mostra all'Archivio Storico di Palermo
Uno degli scatti di Valentina Brancaforte
Sabato 7 ottobre alle 17.30, l'Archivio Storico Comunale di via Maqueda 157 a Palermo ospita l'inaugurazione della mostra fotografica "Habitat-Mongolia" di Valentina Brancaforte, a cura di Collettivof.
"Hodoo" è il vezzeggiativo con cui il popolo Mongolo definisce la "campagna". È questo affetto che affiora nel raccontare la vita in uno spazio sconfinato, arcaico e arido, che vede l'alternanza di steppa, deserto e vallate.
Ci si può perdere con lo sguardo nel silenzio polveroso e sentirsi improvvisamente iniziato ai misteri della vita, della morte e della loro cruda alternanza.
O ci si può rifugiare nell'intimità di una infinitamente piccola e accogliente "gher", prima che questa si trasformi in un guscio da portare lentamente in carovana.
La coappartenenza tra uomo e animale è il sintomo più evidente della vita nomade, nonché la comunanza di destino. Tutto segue i ritmi imposti dalla natura, si muove con il suo vento e le sue gelate, in un continuo e resiliente adattamento.
Compagni di viaggio, cibo, fonte di ricchezza: gli animali sono il fulcro della vita nomade. Questo lavoro vuole essere uno spaccato del quotidiano, dei gesti semplici ed elementari.
La mostra resta aperta fino al 21 ottobre, dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00, il sabato e la domenica dalle 10.00 alle 17.00.
Sabato 14 ottobre alle 17.00, in programma un talk con ospite l'antropogeografo Giuseppe Maria Amato.
"Hodoo" è il vezzeggiativo con cui il popolo Mongolo definisce la "campagna". È questo affetto che affiora nel raccontare la vita in uno spazio sconfinato, arcaico e arido, che vede l'alternanza di steppa, deserto e vallate.
Ci si può perdere con lo sguardo nel silenzio polveroso e sentirsi improvvisamente iniziato ai misteri della vita, della morte e della loro cruda alternanza.
O ci si può rifugiare nell'intimità di una infinitamente piccola e accogliente "gher", prima che questa si trasformi in un guscio da portare lentamente in carovana.
La coappartenenza tra uomo e animale è il sintomo più evidente della vita nomade, nonché la comunanza di destino. Tutto segue i ritmi imposti dalla natura, si muove con il suo vento e le sue gelate, in un continuo e resiliente adattamento.
Compagni di viaggio, cibo, fonte di ricchezza: gli animali sono il fulcro della vita nomade. Questo lavoro vuole essere uno spaccato del quotidiano, dei gesti semplici ed elementari.
La mostra resta aperta fino al 21 ottobre, dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00, il sabato e la domenica dalle 10.00 alle 17.00.
Sabato 14 ottobre alle 17.00, in programma un talk con ospite l'antropogeografo Giuseppe Maria Amato.
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