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Radio Aut, i cortei e i ricordi: il 9 maggio visto da chi vorrebbe esserci ma non c'è

Per chi il 9 maggio si trova lontano, in una città non sua e in cui tutto sembra scorrere normalmente ma sa che è non è un giorno qualunque: in memoria di Peppino

  • 9 maggio 2018

Peppino Impastato (disegno di Lelio Bonaccorso per Edizioni BeccoGiallo)

"Poteva come tanti scegliere e partire. Invece lui decise di restare". Questi due versi graffiano chi, siciliano, il 9 maggio si ritrova al di là dello stretto.

Ci graffiano perché non abbiamo potuto far niente per la nostra terra. Perché non abbiamo combattuto, o ci siamo arresi, o siamo stati spinti via o, semplicemente, con decisione e curiosità, abbiamo voluto scoprire cosa c'è al di là di quello stretto (legittimo, giustissimo).

Ma ci graffiano, quei versi, mentre il 9 maggio ci troviamo al di là dello stretto. Mentre siamo in una città non nostra in cui tutto sembra scorrere normalmente, come se niente fosse. Ma noi sappiamo che è un giorno particolare. Perchè quarant'anni fa un corpo fu fatto saltare in aria sui binari che - spesso - abbiamo percorso anche noi.

Quei versi mi graffiano perché, per la seconda volta, non potrò partecipare a un corteo, o osservarlo passare con i suoi mille colori, con i suoi tanti cori.
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Mi graffiano perchè il 9 maggio fa male essere siciliani. Fa male anche il 12 luglio, anche il 23 maggio. Fa male in tutte quelle date - troppe date - in cui i grumi di terra della nostra isola hanno assorbioto del sangue innocente. Fa male perché ci ricordiamo di cosa, la nostra gente, è stata in grado di fare.

La mattina del 9 maggio mi sveglierò e, come tutte le mattine, salirò su un tram, su una metro, e sarò investita dal finto vento della galleria.

Un vento leggero ma deciso che spingerà i miei capelli davanti gli occhi mentre leggo sullo schermo del mio cellulare cosa si farà a Cinisi. Cosa a casa Memoria. Cosa davanti la sede di Radio Aut. Cosa davanti la casa di "Tano Seduto". Ma io non sarò lì, non potrò essere lì. E in città si vivrà una giornata come un'altra. Una giornata qualsiasi.

Ma non è una giornata qualsiasi. E la mattina del 9 maggio ricorderò di quel corteo a cui partecipai. O di quella sera estiva in cui scoprii la storia di Peppino Impastato.

"Cinema sotto le stelle". Così si chiamava la piccola rassegna cinematografica organizzata in anonimo paesino siciliano nel cuore della Sicilia. E il calendario di eventi prevedeva anche "I cento passi". Ero una ragazzina e in quella sera di agosto piansi. Piansi tanto.

Il 9 maggio, il lutto del 9 maggio, ci ricorda che abbiamo perso? Forse no. Perché, al mio posto, al nostro posto, ci saranno tanti altri giovani che hanno scoperto quella triste storia. Che oggi vogliono sentirsi ribelli. E che magari ci riusciranno. In ricordo di Peppino.
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