ATTUALITÀ
Sos cultura: gli artisti scrivono al futuro Presidente
Trenta artisti firmano una lettera ai candidati alla Regione: per "prendere una posizione chiara sulla crisi che attanaglia la cultura in Sicilia"
Oggi siamo davanti ad una crisi economica senza precedenti. A questa si affianca una gravissima crisi istituzionale, che in Sicilia, in questi ultimi mesi, ha mostrato il suo peggio. Il peggio del peggio, però, il governo regionale uscente lo ha mostrato nei confronti della cultura, attraverso la mancanza di un progetto vero, attraverso la scarsa sensibilità mostrata nei confronti dell’arte e delle categorie professionali che la rappresentano. Oggi più di ieri viene posta la questione con forza e viene indetto un tavolo d'emergenza, come sta accadendo per le diverse categorie produttive in crisi: un tavolo per poter discutere concretamente di legge regionale a tutela della cultura, di proposte sulla legge esistente, un tavolo che possa discutere e porre l’accento su un tema fondamentale come i tempi di liquidazione dei crediti attesi.
È venuto il momento di prendere una posizione chiara, precisa, politica, rispetto alla grave crisi che da troppo tempo attanaglia la cultura in Sicilia, provando ad individuare le principali cause, gli eventuali colpevoli, ma anche proponendo soluzioni ed ipotesi di reazione costruttiva e collettiva. Per far questo pensiamo oggi si possa partire da un’analisi dell'operato dell'Assessorato al Turismo della nostra Regione Siciliana, ente preposto istituzionalmente al sostegno della cultura nel territorio, attraverso i diversi capitoli di finanziamento nei confronti della Musica, del Teatro e del Cinema, oltre che alla gestione dei numerosi Fondi Europei in materia.
Non possiamo più credere che l’immobilismo generato e perpetrato dalla Regione in proposito, sia casuale e semplicemente dettato dalla crisi economica generale. Non possiamo ancora pensare che non vi sia dietro una grave, consapevole intenzione di non considerare la “cultura” come una categoria produttiva, al pari delle altre in Sicilia, e che il lavoro che c’è dietro l’arte, lo spettacolo, il cinema, sia dignitosamente rispettabile e degno di tutela al pari delle altre professioni. In questi mesi abbiamo riscontrato da parte della Regione, una politica di soppressione lenta e asfissiante nei confronti della cultura in Sicilia.
Di un’intera categoria, che purtroppo nelle sue diversità poetiche non riesce a fare “gruppo”, coesione sociale, che non scende in piazza, ma che è esasperata e svilita da questo evidente susseguirsi di cancellazioni, di ritardi, di inspiegabili cambi di rotta: unico filo conduttore la totale mancanza di trasparenza, chiarezza, coerenza, coraggio. I mali dell'ultimo governo regionale, hanno radici lontane e sono solo l'ultimo esempio dell'assenza di uno straccio di politica culturale della nostra classe politica, della scandalosa discrezionalità con cui opera da decenni, dell'impunito clientelismo, aggravati spesso dall'incompetenza della burocrazia regionale.
Un'Isola in un mare di guai: clamorosi sono stati (e sono) i ritardi nella gestione (dissennata) dei finanziamenti Europei (POR) destinati alle iniziative culturali nell'isola, tanto nei pagamenti (fermi al 2010), quanto nelle modalità di gestione, la mancanza di regole chiare, paletti-guida precisi, tempi certi, si sono trasformate così per le aziende culturali in un boomerang economicamente drammatico, che sta mettendo a rischio un intero settore. La cabina di regia regionale per la gestione dei fondi Europei si è rivelata un disastro. Le manifestazioni chiudono. Gli organizzatori scappano dall’Isola. Gli artisti emigrano. Altre regioni virtuose in Italia, come la Puglia hanno messo a frutto il sistema di finanziamento Europeo ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
L’isola in un mare di luce: I fondi per il cinema e l'audiovisivo, sono fermi ancora alle proposte 2009, mentre i film siciliani fuggono dalla Sicilia stessa. Agrodolce chiude, nonostante i milioni di euro investiti. Ficarra e Picone vengono accolti a Torino (da una Film Commission degna di questo nome) e Daniele Ciprì gira una storia tutta siciliana in Puglia (e ci sono anche altri film ambientati in Sicilia, ma girati nella regione Puglia) questo solo per citare alcuni esempi eclatanti.
In Sicilia non c’è più la bella stagione: quest'estate abbiamo assistito inermi, alla cancellazione di tutte le manifestazioni culturali regionali, al fianco dei tanti teatri che chiudono, come se dietro tali programmazioni culturali, non vi fosse il lavoro e la sussistenza di un'intera categoria, come se cancellare un Festival non contribuisse inesorabilmente a cancellare lentamente la cultura dell’Isola. Manifestazioni radicate nel territorio e nuove, cancellate con la stessa leggerezza. Con la Cultura non si mangia: in Sicilia, quest’anno, è saltata l'estate e nessuno se ne è accorto. Sono state cancellate il Womad, Taoarte, Castelbuono jazz Festival, il Circuito del Mito e quello di Epicarmo, salterà il Palermo Teatro Festival e chissà ancora quante altre manifestazioni invernali. Lo stop dato alle manifestazioni culturali ha dell'eclatante ed il silenzio politico che vi si sente intorno è davvero assordante.
La cancellazione d’importanti manifestazioni e di spettacoli diffusi sul territorio, non rappresenta un risparmio (apparente) per una Regione in crisi. Bisogna pensare quanto le manifestazioni (ben organizzate e promosse con i giusti tempi), possano effettivamente condizionare i flussi turistici dell'isola, quanta economia reale muovano. Non uno spettacolo quest'estate ha arricchito la nostra proposta turistica, non una manifestazione, non un festival. Mentre nel resto dell’Europa e del mondo, il settore in crescita è proprio quello del Turismo culturale….cosa ha potuto offrire la Sicilia quest’estate ai turisti, oltre che ai siciliani?
Il 2013 è vicino…addio Europa: dove finiranno le risorse che l'Europa ha destinato alla Sicilia, allo sviluppo del settore, dove finiremo noi se continuerà questa indecente gestione? E oggi, per finire in bellezza, ci si nasconde dietro il patto di stabilità, per bloccare con la solita leggerezza, tutti i pagamenti del settore, quelli del 2010, 2011 e ovviamente il 2012, quelli europei, quelli ministeriali, quelli regionali, i capitoli sul Teatro e la Musica, le compagnie, i teatri privati, le rassegne….
Ai candidati presidenti chiediamo un presupposto semplice: progettazione, programmazione, modalità trasparenti, tempi certi!
I primi firmatari: Roberta Torre, Alfio Scuderi, Claudio Collovà, Franco Scaldati, Vincenzo Pirrotta, Giorgio Pace, Giuseppe Cutino, Claudio Gioè, Marco Betta, Chiara Agnello, Melino Imparato, Paolo Briguglia, Filippo Luna, Noemi Troja, Luigi di Ganci, Dario Ferrari e Nina Lombardino, Gigi Borruso, Mauro Lo Monaco, Paride Benassai, Giovanna Velardi, Vincenzo Ferrera, Paolo Cinquemani, Antonio Silvia, Claudia Scuderi, Clara Gebbia, Beatrice Monroy, Mario Incudine, Dario Sulis, Maurizio Puglisi, Corrado Russo, Stefania Blandeburgo, Gianfranco Perriera, Elena Pistillo, Giuditta Perriera.
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