ATTUALITÀ
Palermo, le isole pedonali e l'immaginazione
L'isola pedonale serale debutta tra le proteste all'Acquasanta mentre tutto fila liscio a Mondello. Perché? Forse qualcosa, sotto sotto, non ha funzionato
Facciamo un gioco. Se vi dico "isola pedonale", così, senza star troppo a rifletterci, cosa vi viene in mente? Chiudete gli occhi, magari, se vi viene meglio, e provate a immaginare. Isola pedonale.
A me vengono in mente immagini suggestive. Strade alberate da percorrere a piedi. Negozietti e vetrine da sbirciare. Luci sfavillanti. Un mimo che incanta bambini all'angolo di un vicolo. Profumi di gelsomino, di noccioline, di frutta fresca. Gente che sorseggia un caffè al tavolino di un bar. Un panorama dentro cui perdersi. Il piacere dell'ozio, e di un paio di "vasche" da percorrere all'ombra dei balconi di ferro battuto, tra le chiacchiere sommesse dei passanti. Qualcosa del genere, ecco.
E se l'isola pedonale fosse "by night"? Come ve la immaginereste? Ci sarebbero spettacolini da strada, forse. Musica dal vivo, magari di quelle da ascoltare distratti, mentre ci si ferma a bere qualcosa sotto un ombrellone, in una piazza gremita di locali e localini, facendo le ore piccole. E il solito "passìo", certo: quello non può mai mancare, altrimenti sarebbe tutto inutile.
Ecco, forse il trucco è tutto qui, nella nostra capacità di immaginare. Una capacità che a volte sembra gli amministratori smarriscano, o mettano tra parentesi. Come spiegare, altrimenti, il flop dell'isola pedonale serale all'Acquasanta, accolta da residenti e commercianti con proteste e barricate di cassonetti, quando invece lo stesso provvedimento a Mondello ha trovato, tutto sommato, meno ostacoli e più consensi?
La sensazione è che, almeno questa volta, non basti liquidare la faccenda come una "questione culturale". Né tracciare un colpo secco di penna tra chi voglia o non voglia l'auto a portata di mano e basta. E che, invece, questo episodio tutto palermitano dimostri qualcosa di diverso e di più sottile. E cioè che tra il fare e il non fare conti di più il "come fare".
Perché diciamocelo: l'isola pedonale in astratto è sempre un'idea affascinante. Piace a tutti, è trasversale. Solo che le città non sono isole immaginarie, come non lo sono i quartieri. Che hanno, invece, anime e problemi ed esigenze assai diverse tra loro.
E così capita, tra lo stupore generale, che lo stesso provvedimento abbia successo a Mondello, già di per sè meta di attrazione a tutte le ore, specie nella stagione balneare, e dove l'idea dell'isola pedonale veniva accarezzata da molti e da lungo tempo, e fallisca invece all'Acquasanta dove, fatta eccezione per il panorama del porticciolo, manca tutto il resto: negozietti, localini, strutture per spettacoli o concertini. Persino un'illuminazione adeguata. Quel poco, insomma, che possa davvero convincere la gente a venire a passeggiare qui, la sera, piuttosto che altrove.
Così è davvero difficile pensare che basti un cartello per trasformare un quartiere sonnecchioso in una meta di "struscio" serale. E qui torniamo punto e a capo. A quella famosa capacità di immaginare che, forse, potrebbe risparmiarci tanti guai. Se solo la rimettessimo in moto. Tutti, amministratori compresi.
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