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I Candelai tra ieri e oggi: vent'anni di musica a Palermo

Lo storico locale nel cuore di Palermo, I Candelai, compie vent'anni: tra piccoli adattamenti l'associazione mantiene inalterati i suoi obiettivi e la sua identità culturale

  • 7 gennaio 2016

Cosa significa fare musica, arte e cultura a Palermo? Oggi che la cultura sembra solo un retaggio di una generazione superata e la musica una forma sconosciuta e poco valorizzata di arte, c’è ancora chi resiste e assiste ai cambiamenti e alle nuove tendenze con una grande forza di volontà.

Lo sanno bene Fabio Schillaci e Massimo Campagna che, insieme alle numerose collaborazioni, da anni portano avanti un progetto tuttora portavoce di una cultura di qualità che rappresenta per la città un simbolo: l’avventura dell’associazione I Candelai, iniziata nel 1996, quest'anno festeggia il suo ventesimo compleanno.

Nella sua sede originale di via dei Candelai 65, nel cuore del centro storico palermitano, l’associazione continua ad ospitare concerti, rassegne, spettacoli, performance, idee, progetti, speranze.

È nata quando la città era in pieno fermento culturale, in un periodo di grande rinascita e di sostegno da parte dell’amministrazione a cui però è seguito quello che Fabio Schillaci, uno dei fondatori, definisce "effetto Olivella": l'anarchia di locali abusivi di piazza Olivella che ha coinvolto anche piazza Rivoluzione e via Candelai che è stata così invasa, distrutta, violentata.

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Il locale I Candelai ha, quindi, risentito dell'influenza della zona, dei cambiamenti. «Il pub risente della crisi, - spiega Fabio Schillaci - di tutto il mercato degli abusivi che non è la birra, non è l’attività del karaoke, ma è un altro mercato parallelo che alimenta tutto un settore che ha portato ad una vera involuzione. Accanto all’economia sana è nata un’economia parallela che distrugge, appunto, quella sana.»

Ma qual è la fortuna e la forza de I Candelai? Una grande capacità di resistenza, la volontà di restare fedele alla propria identità culturale senza allinearsi ciecamente alle moderne tendenze e alle attività modaiole, ma facendo una selezione che garantisca una proposta qualità: questo ha reso il locale un polo musicale riconosciuto a livello nazionale, considerato tra i migliori dieci locali d’Italia.

Questo viene riconosciuto quando, ad esempio, Vinicio Capossela sceglie proprio il locale di via dei Candelai per organizzare il suo concerto nel capoluogo siciliano. Piccole dimostrazioni che ne testimoniano il valore: da I Candelai, infatti, sono passati tutti gli artisti che hanno avuto successo a Palermo, a partire dal teatro. Anche Emma Dante prima di diventare "Emma Dante" ha lasciato la sua impronta.

Uno spazio che rappresenta un pezzo di storia palermitana anche per il luogo fisico in cui è ospitato: «ad oggi - continua Fabio Schillaci - il locale rimane forse l’ultima espressione a Palermo di un famosissimo architetto del Novecento che era allievo di Basile, Alfonso Amorelli. A Palermo è stato distrutto tutto, ma I Candelai restano un posto originale e non sostituibile degli anni Cinquanta che porta la firma di un grande artista. È quindi un locale che ha un suo valore storico e artistico intrinseco indipendentemente dall’attività che si fa dentro».

Altro punto di forza è quello di fare leva e puntare sui giovani che oggi più che mai hanno bisogno di un sostegno, perché «c'è una generazione che va sostenuta, un po' come se l'associazione fosse un grande papà, un grande contenitore che ospita tutti, che risucchia energia e che produce».

Per questo è fondamentale il supporto reciproco, una concorrenza che sia leale e costruttiva, e le collaborazioni come quelle, per citarne solo qualcuna, con Roberto Cammarata, Ciccio Bonaccorso, le produzioni del Malox, i ragazzi del Mob e Bangover, per far sì che I Candelai restino un punto di riferimento sociale, culturale, artistico per questa città troppo distratta.

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