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Grandi eventi e Formazione: mazzette, truffe ed escort

Una maxi-indagine della Procura della Repubblica di Palermo ha messo in luce un sistema che coinvolge manager e politici, la formazione e i grandi eventi

  • 19 giugno 2013

Politica, mazzette, bandi da centinaia di migliaia di euro, escort: se tutti questi elementi non fossero ancora sufficienti, aggiungete anche il fatto che i soldi in questione riguardavano i Grandi Eventi e la Formazione, in una vicenda targata Sicilia. Un'indagine della Procura di Palermo ha messo in un luce un vero e proprio sistema, che potrebbe in parte ricondurre a quel grande buco nero che condiziona le finanze della Regione siciliana e che si intreccia con il mondo della comunicazione e della formazione.

Al centro di tutto ci sarebbe un imprenditore pubblicitario, Faustino Giacchetto, che tramite cospicue mazzette avrebbe incanalato i finanziamente regionali su un ente di formazione, il Ciapi (Centro Interaziendale Addestramento Professionale Integrato), per poi avere accesso ai maggiori bandi relativi alla comunicazione della Regione. Si tratta di un totale di quarantatre indagati e diciassette arrestati per associazione a delinquere, corruzione, truffa e false fatturazioni, con molti nomi di spicco della politica e del management siciliano (CLICCA QUI PER L'ELENCO COMPLETO).

L'indagine "Mala Gestio", verte quindi sulle attività del Ciapi, il Centro Interaziendale Addestramento Professionale Integrato controllato dalla Regione Siciliana, in relazione ad un contributo pubblico di 15 milioni di euro finanziato dal Fondo Sociale Europeo, stanziato per avviare all'apprendistato 1.500 disoccupati, finito invece nelle tasche di manager e politici. «Il presidente pro tempore ed il responsabile della comunicazione, con la complicità di altri funzionari pubblici - spiegano gli inquirenti - hanno ottenuto fraudolentemente contributi pubblici, utilizzando anche fatture false per oltre 40 milioni di euro». Il secondo filone d'inchiesta, denominato "Sicilia Grandi Eventi", vede al centro gli stessi esponenti del Ciapi che, attraverso una fitta rete di conoscenze e legami con funzionari pubblici e rappresentanti delle istituzioni", avrebbero pilotato gare d'appalto bandite dalla Regione Siciliana.

Attraverso le elargizioni a funzionari pubblici e politici (uso di appartamenti, viaggi, contributi per campagne elettorali e persino biglietti dello stadio per le partite del Palermo), Giacchetto sarebbe anche arrivato a mettere le mani sulle attività dell'assessorato al Lavoro e alla Formazione e dell'agenzia regionale per l'impiego. Nelle liste degli indagati figurano anche il senatore del Pdl Francesco Scoma, ex assessore del Lavoro, e Francesco Cascio, ex presidente dell'Ars.

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I movimenti analizzati dalla magistratura non lasciano molto spazio all'interpretazione, e rendono evidente quanto la gestione dei fondi e delle attività fosse tutta nelle mani di Giacchetto che usando anche il legale rappresentante della Media Center&Management Angelo Vitale, che adesso lo accusa dopo aver cessato i rapporti, muoveva in entrata e in uscita un flusso consistente di capitale, giustificandolo con pubblicità mai esistite. Le somme pubbliche sottratte sono da capogiro, e riguardano variegate sfumature di favoritismi.

Secondo quanto detto da Angelo Vitale, l’utilizzo dei finanziamenti per oltre 15 milioni di euro riguardante un solo progetto della società - il Co.Or.Ap- comprenderebbero l'acquisto di due auto, 5000 euro in contanti prelevate ogni giorno e la compravendita di appartamenti -mai davvero effettuata- da parte di Concetta Argento, moglie di Giacchetto. Ma non è tutto qui: la lista fornita da Vitale parla di viaggi, di Rolex, di lavori di manutenzione presso il villino di famiglia e persino di un bonifico di oltre tremila euro in favore della soubrette Sara Tommasi.

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