PERSONAGGI
Volti imbronciati e gocce di vita: da Palermo Elisa gira il mondo con le sue bambole
Per costruire una bambola la doll artist impiega circa un mese. Gira per le mostre dalla Russia all'America e ha già all'attivo due belle esposizioni a New York e a Orlando

Elisa Gallea e le sue bambole
Da allora Elisa Gallea passi in avanti, in questa che è diventata la sua professione, ne ha fatti molti. Oggi è un'artista molto apprezzata e amata soprattutto in Russia e in America dove il mercato delle bambole è fiorente.
«La prima bambola che ho realizzato con le mie mani è risultata un mostriciattolo - racconta la doll artist palermitana sorridendo -. Qualche anno dopo, ho trovato un libro su come realizzare le bambole col cernit e da lì ho cominciato a comprendere la tecnica. Adesso mi sono molto discostata anche da quella pratica che ho appreso con quel libro e seguo una tecnica tutta mia».
Elisa oggi ha quarant'anni e la sua principale professione è proprio questa, non ha fatto studi in accademia di Belle Arti, ha studiato Scienze della Comunicazione, ma in famiglia in molti hanno la vena artistica: «Mio nonno dipingeva - spiega - e mia madre insegna arte. Il mio percorso è nato dalla mia passione per questo oggetto e pian piano ho scoperto tutti i trucchi e le tecniche che ho anche affinato col tempo e la passione».
Le sue bambole sono molto realistiche, sembrano delle vere bambine, in Sicilia è praticamente l'unica a realizzarle così e anche in Italia sono un paio le artiste/artigiane che creano questa particolare tipologia di bambole. Dopo aver realizzato il viso aggiunge i capelli, che sono capelli veri o lana mohair e gli occhi che sono in vetro di murano, elementi le arrivano dalla Germania. Inoltre Elisa dipinge le sue bambole a mano, con colori ad olio alcheidici per fare il rossore delle gote o le lentigini.
A poco a poco si è specializzata, adesso gira per le mostre e le esposizioni dall'Europa dell'Est all'America, da dove ha cominciato con due esposizioni: una a New York e una a Orlando.
«Mi piacciono le bambole realistiche - racconta - mentre in molti creano bambole fantasy, come fate o creature dei boschi. Per completare una bambola impiego circa un mese, e una cosa che amo fare è dare un'anima a ognuna di loro, una storia, mi piace dire che dò ad ogni bambola una goccia di vita e tutto parte dallo sguardo.
Raramente faccio bambole che sorridono perché un sorriso è statico, mentre un volto imbronciato dipende da come si guarda può suscitare diverse emozioni, sembrano più naturali e vere. Non dò un nome proprio ad ogni bambola, preferisco dare come nome un momento specifico che cerco di catturare, come: attesa, riposo, leggendo».
Ha vinto anche alcuni concorsi, si è ben classificata in diverse competizioni e ha ricevuto tre copertine di alcune riviste specializzate, Elisa è molto apprezzata in questo mondo dove ormai si muove a suo agio tra gelleristi specializzati e contesti dedicati a questo ambito.
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