ARTE E ARCHITETTURA
Vola su Palermo con quattro violini suonati dal vento: il volo diventa un'opera d'arte
La chiesa dello Spasimo di Palermo si trasforma in palcoscenico per l'installazione del quartetto d'archi volante: strano da spiegare ma ecco il video del volo
Ben noto ai palermitani per avere trasformato l’anno scorso il centro storico della città nel corso dei due fiumi sotterranei, il Kemonia e il Papireto, ridando loro vita attraverso i suoi riprodotti da ben 84 speaker montanti per le vie di Vucciria, Ballarò, Papireto e Maqueda, Librio si cimenta in un’impresa spettacolare.
"Birdsquartet", l’ultima sua opera performativa e video-sonora (a cura di Giusi Diana), è un quartetto “volante” che suona senza l’uso del tradizionale archetto ma utilizzando semplicemente la velocità e la pressione del vento che fa vibrare le corde degli strumenti ad arco.
Il focus del lavoro è l’esplorazione della costa sud di Palermo e il concetto di confine, la divisione che il fiume Oreto crea fra la città e la sua periferia, ma anche il confine inteso come limite fra terra e cielo.
«Lavorando nel campo delle arti visive ma provenendo dagli studi musicali, da sempre il tema -problema del confine è stato centrale nei miei lavori».
Per l’occasione, il quartetto volante di Librio ha eseguito una partitura grafica in volo. Il vento sembra quasi dialogare con il performer, che per ben quattro volte si è innalzato con il parapendio sul mare di Palermo davanti alla costa sud fino a toccare quota mille metri, portando con sè di volta in volta, i violini, la viola e il violoncello per comporre il quartetto.
«Il moto ascensionale dell’artista-performer, ripropone metaforicamente l’elevazione spirituale come principio percettivo e ordinatore del mondo».
«Sorvolare a volo d’uccello, vuol dire guardare un insieme da una prospettiva inedita e farlo su di un tratto di costa come quella sud, altrimenti invisibile nella sua splendente bellezza naturale, al riparo da degrado e abuso levando insieme al vento un canto, vuol dire credere nella funzione rituale e salvifica dell’arte» dice invece Giusi Diana.
L’inedita performance è confluita nella video-installazione sonora ambientale "site e time specific" composta da quattro grandi schermi istallati nella navata centrale dello Spasimo che mostrano il volo spettacolare dell’artista, successivamente rimontanti in modo da formare il quartetto ad archi.
Il risultato è una vera sound experience tanto difficile da raccontare, quanto immediata da vivere. L’istallazione è stata visitabile soltanto venerdì 21 settembre all’interno della rassegna "OltreOreto", evento collaterale di Manifesta e progetto dell’associazione culturale ONIBI con la collaborazione di Bangover Crew e il patrocinio di Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018.
Se ti è piaciuto questo articolo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
|