TURISMO
Villa Igiea riapre le porte: cosa cambia (dopo il restauro) nel gioiello Liberty di Palermo
Il restauro conservativo, durato due anni e condotto dalla nuova gestione Rocco Forte Hotels, ha mantenuto l’atmosfera originale della struttura portandola a nuova luce
Villa Igiea a Palermo
L’imponente restauro conservativo, condotto dalla nuova gestione Rocco Forte, ha mantenuto, a quanto pare, l’atmosfera originale della struttura, costruita in stile neogotico, sul finire dell’800, dall’ammiraglio inglese Domville e passata tra le proprietà della famiglia Florio nel 1899.
Nato come sanatorio all’insegna del mantra Higea Salutis Dea, fu realizzato appositamente nella borgata dell’Acquasanta dove - si riteneva allora - sgorgassero acque curative.
Questo angolo della costa palermitana, dunque, fu scelto dalla cordata di professionisti, Ernesto Basile e Vincenzo Cervello, su indicazione dei Florio, per curare le persone affette da tisi (in primis della figlia), associando la cura del corpo a quella dello spirito e lasciandosi ispirare dallo splendido paesaggio offerto dal Monte Pellegrino e dal mare.
Nei decenni, oltre alla ricercatezza della struttura in sé, storie e aneddoti hanno arricchito la natura di questo luogo che, oggi torna ad essere di nuovo fruibile in tutta la sua bellezza.
«La riapertura di Villa Igiea - ci ha detto l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà - rappresenta un momento molto importante, oltre che per l’aspetto economico, anche per l’alto valore che questo luogo carico di storia ha rappresentato e rappresenta per Palermo e la Sicilia.
Un gioiello che si potrà inserire anche nell’itinerario dell’Art Nouveau sul quale la Regione Siciliana sta lavorando da mesi e contribuirà a rileggere il periodo storico di quella "Palermo felicissima", nella quale la città era considerata fra quelle più all’avanguardia».
Tra le anticipazioni possiamo dire che la suite più lussuosa è stata dedicata - giustamente - a Donna Franca Florio che, con la sua innata eleganza, è rimasta emblema indiscusso di bellezza e raffinatezza.
«Il restauro - ci ha detto Vito Giglio, direttore di Villa Igiea - è stato assolutamente conservativo grazie all’attento lavoro condotto in questi mesi, frutto del progetto di design realizzato da Olga Polizzi, director of design della Rocco Forte Hotels e dagli architetti Carmelo Marino, Paolo Moschino e Philip Vergeylen della Nicholas Haslam.
I colori degli arredi originali così come quelli degli affreschi del Basile sono stati i punti di riferimento anche per la realizzazione dei nuovi arredi dell’area bar e delle aree comuni.
Il nostro intento, raggiunto pienamente, è stato quello di portare a nuova luce lo splendore proprio di questa struttura che conserva un patrimonio storico indiscusso, non solo per la città di Palermo».
La struttura, alla riapertura, offrirà 78 camere e 22 suite, con la fruizione di una nuova spa con piscina.
«Il nostro Hotel, in considerazione del tempo che stiamo vivendo tutti - ha continuato Giglio - ha già preventivato un protocollo di sicurezza ancora più scrupoloso di quello previsto dal piano nazionale in merito alle strutture alberghiere.
Offriremo, tra gli altri servizi, l’opportunità di effettuare un tampone a domicilio, per ogni eventualità, così da agevolare anche i turisti prima del rientro in patria.
Inoltre la procedura di sanificazione programmata per le stanze prevede anche un periodo di chiusura, come ulteriore attenzione, prima dell’affido della stessa al cliente successivo».
Villa Igiea, che oggi si può definire un urban resort di lusso in piena regola, oltre alle stanze e ai servizi ricercati e all’avanguardia, tra giardino terrazzato che sporge sul mare, offrirà anche l’opportunità di un ristorante (con un menù curato dallo chef romano Fulvio Pierangelini) e bar esterno.
«Noi siamo pronti ad accogliere quanti vorranno scoprire Palermo, nei mesi più belli dell’anno, e il nostro Hotel - ci ha detto Angelini - I riscontri che già adesso stiamo ricevendo ci fanno sperare in un flusso considerevole di ospiti, fiduciosi che, presto, si potrà tornare ad un assaggio, seppur attento, di normalità».
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