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Vicino alle fondamenta del Politeama arrivano ruspe e scavatori: Palermo, che fai?

I lavori per l'anello ferroviario sono giunti ormai decisamente vicini al teatro e alle sue fondamenta: sembra che non sia in programma assicurarne la stabilità

Danilo Maniscalco
Architetto, artista e attivista, storico dell'arte
  • 15 novembre 2018

Il Politeama Garibaldi di Palermo

Si rimane sbalorditi davanti alla bellezza delle tavole acquerellate dei progetti dell’architetto-ingegnere Giuseppe Damiani Almeyda (Capua 1834 - Palermo 1911).

Dopo aver studiato alla scuola napoletana di Ponti e Strade e aver sostenuto l'esame finale, viene inviato in Sicilia, divenendo ingegnere mandamentale presso l'ufficio tecnico di Palermo di cui sarà pilastro portante in continuità con l'attività accademica universitaria.

Nell'immediatezza del fermento culturale post-unitario progetterà le quattro edicole di Villa Giulia, i monumenti commemorativi per Ignazio Florio, Ruggero Settimo, Giovanni Meli, Francesco Ciaccio. Sarà lui a ridar forma e grazia alla fontana del Genio di Palermo in piazza rivoluzione, sempre lui a realizzare la strada dell’acchianata verso la Santuzza a Monte Pellegrino.

Un'aura di appartenenza a tempi antichi, ammanta le opere del grande maestro ottocentesco, palesemente influenzato dalle scoperte soprattutto cromatiche degli scavi archeologici di Ercolano e Pompei tutte suggestioni che ritroviamo in pieno nel racconto architettonico e pittorico della sua opera più colossale, quel teatro Politeama-Garibaldi progettato nel 1866 ed inaugurato nel 1892 quando Palermo poteva dirsi davvero capitale culturale del Mediterraneo.
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Se ne scrivo oggi dopo tanti miei illustri predecessori, è solo per dare luce ad alcune preoccupazioni rispetto ai lavori per il realizzando anello ferroviario che giunti ormai all'incrocio con la via Roma, proseguiranno a breve lungo il relativo tratto di via Amari proprio in direzione del delicato equilibrio statico del prospetto laterale del teatro, equilibrio consolidato in circa 150 anni di esercizio della struttura in muratura portante che presenta oggi quadri fessurativi importanti, i quali facendo i conti con terremoti, alluvioni, pesante e incessante traffico veicolare, incuria e nessun intervento consolidante né migliorativo, ci pongono tutti davanti domande non eludibili da parte di tutti gli enti pubblici preposti alla tutela e alla trasmissione del bene monumentale alle future generazioni.

Se è infatti da ritenere assodato che tutte le necessarie autorizzazioni al prosieguo dei lavori in zona attinente lo scavo in prossimità del teatro, siano state oggetto di accurati studi e controlli, altrettanto, almeno a quanto è consentito oggi di poter osservare alla luce diretta del sole, non appare il corpus di provvedimenti di monitoraggio e sorveglianza tecnologica preposta alla tutela ed il controllo dinamico "step by step" del pregiato manufatto storico.

Dovrebbe esser infatti già attivo almeno 50 metri prima che il fronte scavo della metropolitana giunga in prossimità della base delle fondazioni del teatro, un sistema di monitoraggio a mezzo di target e mire topografiche collegata ad una rete di strumentazioni tecnologiche di rilevamento mobile (basterebbe una stazione totale) capaci di restituire un flusso di dati analizzabili prima, durante e dopo lo scavo al fine di tutelate la sicurezza del teatro e dei cittadini.

Ciò non sembra ancora esser posto in essere e ci domandiamo senza allarmismi, se la cosa non sia in previsione (e perché no?) e naturalmente se siano in previsione altre migliori soluzioni di monitoraggio dinamico del teatro.

Certo è il dato visibile e fruibile che soprattutto il prospetto lato fronte scavo su via Amari, abbia lesioni importanti "poco sufficientemente attenzionate" e certo è, che alcuni dei fessurimetri posizionati a ridosso di alcune lesioni giudicate evidentemente più importanti di altre, non siano montati da manuale in quanto posizionati parallelamente alle ciglia delle lesioni e non ortogonalmente al piano del muro su cui le lesioni insistono e che in almeno uno dei casi, così ho potuto riscontrare durante la visita turistica a pagamento dal costo di cinque euro, il fessurimetro posto sull'ultima rampa di scala che consente l'accesso alla terrazza superiore del teatro, è caduto senza esser mai stato prontamente sostituito.

Si rimane ovviamente sicuri che così come sicuramente il protocollo dell'alta sorveglianza di italferr avrà obbligato l'impresa realizzatrice ad un monitoraggio scientifico ed analitico costante e trasparente, qualcuno almeno una volta al mese, una volta ogni due mesi?.

Nell'ultimo anno almeno, avrà registrato le letture eseguite sui circa 20 fessurimetri posti in prossimità delle lesioni individuate come indicative e potrà renderne edotti tutti quei consiglieri comunali che avendo a cuore uno dei simboli della città di Palermo, né faranno pronta richiesta al fine ultimo di rassicurare la cittadinanza che tutte le possibili prescrizioni in materia di monitoraggio e tutela di un monumento di tale importanza, siano state messe in campo.

Già che ci siamo, estenderei l'imminente monitoraggio analitico al Kursaal Biondo progettato da Ernesto Basile e al Palazzo Pantaleo progetto di Salvatore Caronia Roberti.

Noi cittadini palermitani siamo così, molto legati ai nostri monumenti e poi, che brutta pubblicità sarebbe per tutti se il teatro progettato dallo stesso architetto che curò il restauro del palazzo del comune di Palermo, subisse danni perché qualcosa nella catena virtuosa del monitoraggio non ha funzionato come doveva.

Sarebbero bastati dei sensori sul Polcevera per evitare il disastro, qualcuno può assicurarci che stavolta i sensori saranno a breve posizionati almeno sul prospetto laterale del teatro sulla via Amari e almeno su quelle lesioni passanti che sembrano interessare le arcate?

Attenderemo fiduciosi riscontri positivi alle nostre istanze che sono, lo si vuole ricordare, emanazioni dirette dell'art 9 della costituzione italiana che impone la trasmissione alle future generazioni, del nostro straordinario patrimonio monumentale.

Niente allarmismi allora ma solide risposte.
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