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Vergine Maria "contro" Arenella: una statua e la guerra tra i pescatori di due borgate

Si festeggia tra il 12 e il 13 giugno all'Arenella il culto di una statua ripescata in mare, che accese la rivalità tra i pescatori delle due borgate confinanti. Ecco la sua storia

Maria Oliveri
Storica, saggista e operatrice culturale
  • 13 giugno 2022

Statua di sant'Antonino

La statua del Santo, ripescata nei fondali marini di Palermo, fu all’origine di aspre rivendicazioni tra i pescatori dell’Arenella e quelli di Vergine Maria. Eppure c’è chi dice che quel simulacro di legno non rappresenti Sant’Antonio da Padova.

La Sicilia è ben nota per essere terra di devozioni e di conflitti, di campanilismi e di accese “guerre di Santi”.

Tra queste rivalità si inserisce anche quella tra i pescatori dell’Arenella e quelli di Vergine Maria, due borgate marinare confinanti di Palermo, per una statua di Sant’Antonio da Padova, con il viso di fanciullo e senza il Bambin Gesù tra le braccia.

Il simulacro ha una storia molto particolare: secondo un’antica tradizione orale, tramandata di generazione in generazione, dai più anziani ai più giovani, venne ripescata nei fondali marini dai pescatori di Vergine Maria, dopo esser rimasta impigliata nelle maglie della rete insieme ad un’abbondante quantità di pesce.
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Furono dunque per primi gli abitanti di Vergine Maria a rendere i dovuti onori a Sant’Antonio, portando, subito dopo il ritrovamento, la statua in legno di cipresso in solenne processione, lungo tutta la costa. Come mai la statua fosse finita in mare non è dato sapere: secondo alcuni forse si trovava su una nave ed era andata perduta durante un naufragio.

In realtà, in molte leggende siciliane, le statue di Santi e Madonne arrivano per mare, cariche di mistero, rivelando un’origine quasi soprannaturale: ad esempio il Bambinello della Gancia di Palermo, la Madonna di Tindari, la Madonna di Trapani, la Madonna di Custonaci.

I pescatori di Vergine Maria custodirono la statua di Sant’Antonio nella loro antica chiesetta, edificata in una grotta sotto la Torre del Rotolo, un luogo molto difficile da raggiungere. Per agevolare il pellegrinaggio dei pescatori, divenuti subito devoti di quel nuovo simulacro, venne chiesto agli abitanti del vicino borgo dell’Arenella di ospitare il Santo nella loro chiesa, in attesa della realizzazione di un nuovo tempio a Vergine Maria.

Una volta completato l’edificio, i pescatori vollero rientrare in possesso della statua di Sant’Antonio, ma gli abitanti dell’Arenella, che ormai dopo tanti anni ritenevano il simulacro una loro proprietà, si opposero risolutamente.

Nacque un'accesa controversia, che in alcuni casi degenerò anche in episodi di violenza… Alla fine si stabilì che i pescatori dell’Arenella avrebbero restituito in pompa magna la statua ai legittimi proprietari, i pescatori di Vergine Maria.
La processione, organizzata per riportare Sant’Antonio nel borgo limitrofo, avvenne per mare, sulle barche dei pescatori; ma fu interrotta quasi subito, a causa di una terribile tempesta scatenatesi all’improvviso.

Forse si trattò di un segnale del cielo: il Santo manifestava così il suo disappunto e la paura di poter finire di nuovo in acqua. Si propose allora di procedere con un’altra processione, via terra questa volta, ma un tremendo temporale con tuoni e lampi disperse i devoti.

Si decise infine allora di porre la statua su un carro trainato da buoi e di lasciare liberi gli animali. I buoi presero la direzione del borgo dell’Arenella e tutti compresero che era lì che sant’Antonio voleva rimanere ed è lì che ancora oggi si trova.

A curare i festeggiamenti per sant’Antonio da Padova, che si celebra il 13 Giugno, è la Confraternita, nata nel 1935. La congregazione che è sorta con lo scopo di diffondere la devozione al Santo e veste l’abito francescano del Patrono, con il trascorrere degli anni ha accolto devoti d’ogni ceto sociale, non solo i pescatori, ma solo questi ultimi possono portare in processione il fercolo del Santo. A volte per necessità organizzative si fanno slittare i solenni festeggiamenti alla penultima domenica di Giugno.

La statua di sant’Antonio da Padova, oggi custodita nell’omonima chiesa parrocchiale dell’Arenella, diversamente dalle rappresentazioni più diffuse non tiene amorevolmente tra le braccia Gesù Bambino, ma regge nella mano sinistra un libro, dove si può leggere: “Mirabilis deus insactis suis” (Dio è meraviglioso nei suoi santi), mentre con la mano destra protesa in avanti offre un giglio (in argento) simbolo di purezza.

Qualcuno dubita che questa statua raffiguri veramente Sant’Antonio da Padova, non rispecchiandone affatto l’iconografia tradizionale… Non si formulano ipotesi alternative tuttavia sulla reale identità della statua, che anticamente era rivestita durante la festa del 13 Giugno con un saio di colore bruno scuro, su cui erano appuntati ex voto d’argento in forma di pesce, dono dei pescatori, per propiziare un’abbondante pesca. Oggi gli ex voto vengono fissati su una fascia, che viene poi legata al busto di Sant’Antonio.

Finalmente, dopo due anni di silenzio a causa della pandemia, quest’anno si tornerà a festeggiare il Santo: nel pomeriggio dell’11 Giugno 2022 a partire dalle ore 16.00 avrà luogo la processione del Simulacro dei pescatori, che si snoderà per le vie del borgo: Via San Vincenzo de’Paoli, Via Cardinale Guglielmo Massala, Via dell’Arenella, Piazza Tonnara, Porticciolo Arenella. Il 13 Giugno alle ore 20,30 verrà portato in processione un altro simulacro, più recente, che raffigura invece Sant’Antonio di Padova con il Bambin Gesù.
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