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Vanno "in processione", infestano i boschi: quei bruchi (urticanti) che trovi in Sicilia

Il nome gergale di questa specie deriva invece dal fatto che le sue larve sono abituate a formare delle lunghe file sul terreno o sulle cortecce degli alberi

Aurelio Sanguinetti
Esperto di scienze naturali
  • 4 marzo 2025

processionaria

Considerato come uno dei parassiti più pericolosi che possano colpire un bosco nella zona Mediterranea, la processionaria del pino (Thaumetopoea pityocampa) è un lepidottero le cui uova cominciano a schiudersi all’inizio della primavera, innalzando i livelli di allerta per la zona, in particolare per gli escursionisti e gli animali domestici.

Animale infestante la cui larva può rilasciare dei peli urticanti, in grado di provocare non solo allergie e asma ma anche dolorosi pruriti e dermatiti in caso di contatto, trattasi di un animale distruttivo che infesta in particolare i boschi e le foreste di conifere (da qui il nome).

In Sicilia le principali popolazioni di questo insetto sono presenti tra le foreste che coprono i versanti dell’Etna e i Peloritani, ma anche nel nisseno, nella provincia di Caltanisetta e nel palermitano.

Il nome gergale di questa specie deriva invece dal fatto che le sue larve sono abituate a formare delle lunghe “processioni” sul terreno o sulle cortecce degli alberi, prima di compattarsi in dei grossi bozzoli brulicanti - contenenti anche centinaia di larve – da cui questi insetti formano il nido in cui si trasformano in crisalidi.
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La particolarità delle processionarie, lunghe al massimo di 4 cm, è che anche la seta con cui si ammantano durante il processo di metamorfosi può provocare allergie, nel caso venga respirata, e considerando quando può durare tale fase di trasformazione fisica (anche oltre 7 anni) si può capire la pericolosità della presenza di questa specie all’interno di un bosco.

In natura, inoltre, esistono pochissime specie in grado di nutrirsi delle loro larve, come la Formica rufa, che è uno dei pochissimi insetti in grado d’allontanarle.

Proprio per ridurre il numero di incidenti – molti cani da passeggio possono per esempio mordere le processionarie, subendo uno shock anafilattico, mentre accompagnano i loro padroni in escursione - in Italia dal 1998 fino al 2021 la lotta a questo insetto era obbligatoria all’interno delle aree di maggiore interesse escursionistico, nelle aree di accesso delle riserve naturali e in quelle aree ritenute a rischio infestazione dagli scienziati, ma il D.M. del 6 dicembre del 2021 ha modificato questa norma, in favore di un monitoraggio costante che ha il compito d’indicare di volta in volta agli esperti se convenga o meno intervenire.

In Sicilia la lotta contro questo lepidottero è decennale. Nel corso degli anni sono state diverse le tecniche utilizzate per mantenere sotto controllo la sua popolazione.

Tra queste è possibile menzionare la lotta biologica tramite la tutela dei pochi uccelli predatori – come l’Upupa –, l’uso di alcune trappole a feromoni, che permette di catturare gli adulti maschi, e la lotta meccanica, tramite la distruzione dei bozzoli.

Gli scienziati, tra l’altro, consigliano a tutti di non toccare a mani nude anche gli esemplari apparentemente morti, poiché i peli urticanti che causano le dermatiti non perdono di efficacia con il decesso dell’animale.

I peli, inoltre, sono così leggeri e sottili che si possono spezzare facilmente, anche attraverso il vento, ed è per questa ragione che bisogna allontanarsi velocemente da quelle zone in cui le fronde degli alberi sono praticamente ricoperti dalla seta prodotta da questi animali.

In genere, la processionaria del pino infesta quelle foreste di conifere in cui sono molto presenti i pini neri e i pini silvestri (corrispettivamente Pinus nigra e Pinus sylvestris in latino), anche se si può anche trovare negli abeti, sui cedri, sui larici e su Picea abies. +

Questo perché le larve si cibano quasi esclusivamente degli aghi del pino, fuoruscendo dalle loro tane alle nostre latitudini anche in inverno, quando la temperatura supera i 9 °C.

Questo comporta che anche nei mesi invernali è possibile incappare in questa specie, in particolare quando la stagione fredda ricorda molto di più un aprile inoltrato.

Fortunatamente, le larve di processionaria sono attive principalmente di notte, mentre di giorno si nascondono nel nido per sfuggire dai loro pochi predatori.

La loro massiccia presenza fra gli alberi porta tuttavia a delle forti defogliazioni, che alla lunga costringono le larve stesse ad abbandonare le fronde in cui sono nati o cresciuti e di trasferirsi in altri settori della foresta.
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