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"Una strada parlante" a Palermo: dove sono (e cosa significano) le 14 luminarie a Ballarò

Il punto di partenza è stato il desiderio di raccontare la città attraverso le storie di terre e di mari, di persone con saperi antichi e di popoli arrivati da lontano

Balarm
La redazione
  • 29 luglio 2024

Una luminaria della "Strada parlante" di Ballarò

A Palermo le strade "parlano" e raccontano storie diverse in base a dove ti trovi. Se sei in centro, come in questo caso, e ti trovi in uno dei mercati storici più famosi, come quello di Ballarò, scopri che anche se legate al passato, le storie evolvono e vivono nel presente.

Qui è nato un percorso di 14 luminarie. "Una strada parlante" è un progetto artistico di comunità per raccontare il quartiere dell’Albergheria e i valori che lo animano, per accendere nuove luci sui reali problemi affrontati quotidianamente dalle realtà che qui operano, dal crack alla povertà educativa. A partire dall’angolo tra via Vittorio Emanuele e vicolo Castelnuovo.

Un'iniziativa simile, anche se non direttamente collegata a questa, è quella che è stata portata avanti a Mazara del Vallo, dove le luminarie trasportavano gli avventori in un'atmosfera suggestiva, prendendoli per mano lungo tutto il racconto del percorso illuminato.
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L’allestimento di "Una strada parlante" vuole accendere i riflettori su tematiche specifiche di questa realtà ed è il frutto di un lavoro di rigenerazione urbana partecipata che ha coinvolto le ragazze e i ragazzi del comitato di quartiere, le associazioni e le attività commerciali che operano tra le vie dell’Albergheria all’interno del progetto "Ri-generazioni per accorciare le distanze", ideato e realizzato da Laboratorio Zen Insieme, Per Esempio Onlus e Orto Capovolto, e dalla Caritas Diocesana di Palermo, all’interno del progetto "Il Vangelo è la strada", in collaborazione con l’Assessorato alla Rigenerazione Urbana del Comune di Palermo.

Il punto di partenza è stato il desiderio di raccontare Ballarò attraverso le storie di terre e di mari, di persone con saperi antichi e di popoli arrivati da lontano, fondendole alle storie di attivismo e solidarietà che caratterizzano il quartiere, a partire dal lavoro svolto da "Per Esempio Onlus", dalla Caritas Diocesana di Palermo, dall’Associazione Santa Chiara, dalla Fondazione Don Calabria per il Sociale e dalle imprese a sfondo sociale come Moltivolti, Al Fresco Bistrot e Lo Scecco Rampante


«Trovare un modo per indirizzare il traffico pedonale proveniente da corso Vittorio Emanuele e quello proveniente da via dei Biscottari fino a incontrarsi a piazza Santa Chiara, valorizzando lungo il percorso la forte presenza degli enti no profit - spiega Angelica Agnello, direttrice di Orto Capovolto e coordinatrice dell’area rigenerazione del progetto - da qui, l’idea di un percorso "luminoso", nato nei tavoli di co-progettazione e che prende a riferimento l’operazione culturale e artistica promossa nel 2005 alla Kalsa, dove alcuni tra i più importanti designer italiani hanno ideato e realizzato progetti di luminarie artistiche, e che qui aggiunge al linguaggio della luce, quello delle parole».

Ogni luminaria, infatti, racchiude l’incisione di una frase, scelta dai partecipanti ai tavoli di co- progettazione e dal resto della cittadinanza tramite un contest online.

Le luminarie sono state realizzate con la partecipazione di ragazzi in Giustizia Riparativa e il supporto della falegnameria sociale Scalo5B di Lisca Bianca e della storica ditta di illuminazioni artistiche e religiose Riolo.

«Il progetto “Ri-generazioni per accorciare le distanze” nasce partendo dalle esperienze di comunità che nei quartieri Zen e Albergheria-Palazzo Reale nell'area di Ballarò di Palermo sono portate avanti, in maniera informale, dagli enti coinvolti.

La cura degli spazi, degli ambienti e del territorio è un fattore che accomuna fortemente i due territori coinvolti. I soggetti proponenti, infatti, si adoperano da anni per rispondere a molti dei bisogni dei quartieri partendo dalla valorizzazione del concetto di bene comune per arrivare ad un empowerment di comunità», racconta Salvatore Anselmo, coordinatore del progetto.

«È l’inizio di un percorso di rigenerazione urbana e di partecipazione attiva - racconta Don Sergio Ciresi, vice direttore della Caritas Diocesana di Palermo. - Quello che ci accomuna è l’obiettivo di convogliare le energie e le risorse verso azioni di cura. Verso la bellezza, che non è ricercata solo negli spazi, ma anche nelle persone e soprattutto nella comunità.

La “Strada Parlante" di Ballarò è il secondo di tre interventi di rigenerazione urbana (il primo è stato realizzato allo Zen e il terzo è attualmente in corso al CEP) realizzati all’interno del progetto "Ri-Generazioni per accorciare le distanze", sostenuto dai fondi del bando "Fermenti", un’iniziativa della Presidenza del Consiglio dei Ministri, gestita dal Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale, finalizzata a favorire e sostenere idee e progetti capaci di attivare i giovani rispetto alle sfide sociali individuate come prioritarie per le comunità.

«Anche a Ballarò, come allo Zen e al CEP, sono stati gli abitanti a immaginare il proprio quartiere più bello e accogliente, illuminando in maniera creativa un percorso che invita a uscire dagli itinerari strettamente turistici – aggiunge Fabrizio Arena, presidente di Laboratorio Zen Insieme. - Un’ulteriore dimostrazione che la rigenerazione urbana non può che essere il punto di arrivo di un percorso di partecipazione attiva».

Il progetto ha visto la sigla di un Patto di Collaborazione tra l’Associazione Per Esempio Onlus e il Comune di Palermo, ai sensi del Regolamento per i Beni Comuni approvato dal Consiglio Comunale ad aprile del 2023.

«Per Esempio, attraverso questo progetto di rigenerazione partecipata vuole accendere un faro su un tratto di città ricca di culture, esperienze sociali e storie che meritano esser conosciute e valorizzate. Il nostro impegno - dice Claudio Arestivo, presidente dell’associazione di promozione sociale - ha l’intenzione di rafforzare i tanti percorsi di attivismo e cura del quartiere già attivi e di promuovere un modello attivo e propositivo di risoluzione dei problemi dello stesso».

LA MAPPA DELLE LUMINARIE

VICOLO CASTELNUOVO
La prima insegna luminosa ti indica subIto che "Questa è una strada parlante" e le successive ti spiegano perché. "Comu lu mari e lu tempu, 'sti balati un canuscinu abbentu" (Nicolò Calafiore) nel senso che le pietre su cui sono passati anni e anni di storia non conoscono riposo, come il mare e il tempo.

"Casa mia o casa tua. Che differenza c'è?" (Ghali, Davide Petrella e Michelangelo proposta da Per Esempio Onlus) invece è di più facile interpretazione: è uno dei versi della canzone di Sanremo che richiama il tema dell'emigrazione e che ha fatto più discutere durante questa edizione.

PIAZZETTA SPECIALE
Si passa poi "Lo sceccu unni cari si susi" (Scecco rampante). “L’asino dove cade, si alza“, non ^possiamo certamente dire che suoni più facile capirne il senso. Il primo significato di questo proverbio siciliano è semplice: vuole dire che ci si ritrova sempre allo stesso punto. Esiste anche un altro significato per questo proverbio: dato che l’asino si alza dove è caduto, fa tutto con le proprie forze.

PIAZZA SANTA CHIARA
C'è la scritta voluta dagli abitanti: "Si vucia e si abbannia: a Ballarò è magia" e la frase di Papa Francesco "Il tempo è superiore allo spazio" (proposta da Caritas Diocesana di Palermo) e infine "Ballarò è vita che esplode tra i vicoli, forza che nasce dai cuori (Lorena Baldi - partecipante al contest "La strada parlante").

VIA DEI BISCOTTARI
Si trova l'insegna luminosa voluta da "Moltivolti" "La mia terra è dove poggio i miei piedi" sempre sul tema delle migrazioni, un'altra voluta dagli abitanti "Un arcobaleno di sapori" che hanno voluto anche che fosse scritto "Mercato antico e colorato profuma di spezie e di vita". Loredana Baldi Ellada invece è l'autrice dell'altra luminaria che recita "Ballarò è vita che esplode tra i vicoli, forza che nasce dai cuori".

Spazio poi a una delle più famose frasi sul mercato storico: "Si vucia e si abbannia: a Ballarò è magia" e infine si torna a ribadire "Questa è una strada parlante".

VIA SCLAFANI
Si chiude infine in via Sclafani con un nemmeno troppo enigmartico "Non sei qui per caso" (proposto dalla Fondazione Don Calabria per il sociale).
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