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Una strada e quattro artigiane: a Palermo c'è una via che fa il "verso" a Borgo Parrini

Nel quartiere Kalsa c'è una strada (rinnovata) dove i sogni di alcune si sono aperti ai sogni degli altri, un luogo di scambio creativo e artistico. Ecco la storia di Borgo Strafalè

  • 30 novembre 2020

Le botteghe di "Borgo Strafalè" a Palermo

C'era una volta, tanto tempo fa, nel quartiere Kalsa di Palermo, una strada dove si produceva e vendeva lo zucchero.

Conosciuta col nome di via IV aprile, in memoria della famosa "rivolta della Gancia", collegava due luoghi allora nevralgici della città: piazza Marina, con il suo imponente palazzo Chiaramonte-Steri, e via Alloro che, con i suoi eleganti palazzi aristocratici, fu eletta a secondo Cassaro.

Nel corso degli anni, quella "dolce" via si è trasformata in altro. Le fabbriche e le rivendite di zucchero, infatti, lasciarono presto il posto a delle case d’appuntamento e la strada si popolò di donne che venivano definite “strafalarie”.

In seguito, diventarono dei semplici magazzini. Fino ad arrivare ai giorni nostri. Da strada di passaggio per automobili e, ultimamente, per turisti che amano addentrarsi e perdersi nei vicoli del centro storico, via IV Aprile ha riscoperto da poco l’antico spirito di un mandamento che delle botteghe e degli antichi mestieri ha fatto la sua fortuna.
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Proprio lì, infatti, alcune artigiane palermitane hanno deciso di dare una casa ai propri sogni, aprendo dei negozi che non sono semplici negozi ma «estensioni delle loro personalità, aspirazioni e vocazioni».

Sono Lavinia Sposito, Valentina Margiotta, Eleonora Reina e Giusi Passamonte, artigiane ognuna con un talento differente ma con lo stesso desiderio di investire tempo, passione e sentimento in un progetto che oggi è parte, attiva e interattiva, della città.

Dal loro incontro sinergico nasce, infatti, "Borgo Strafalè": «un'agorá di arte, cultura, creatività, progettazione all’insegna della ripresa degli antichi mestieri» che ha lo scopo di riportare ai vecchi fasti una strada che per troppo tempo è rimasta silente.

«L’idea è stata quasi fisiologica. Questa strada, grazie all’arrivo delle artigiane, è diventata un punto di ritrovo. Un caffè in compagnia, un saluto, una fotografia e così, facendo un po' il verso all'ormai celebre Borgo Parrini, mi è venuto in mente di ridare identità a questo spazio attraverso un nome in cui riecheggiasse il suo passato», racconta Marco Amato, che insieme a Francesca Picciurro dirige artisticamente Borgo Strafalè.

Oggi via IV Aprile ha ritrovato «una rinnovata vitalità con l’arte e le maestranze tipiche della sicilianità». È un «salotto del bello», una strada dove i sogni di alcune si sono aperti ai sogni degli altri, un luogo generoso e disponibile allo scambio creativo e artistico.

E questa sensazione la si percepisce subito: avvolti dalle opere delle quattro artigiane (dalle ceramiche ai tessuti, dalle collane alle borse) e da un arredo verde che ne accompagna i colori, sembra di calarsi in un’atmosfera magica e fuori dal tempo.

A ricordarci il passato è l’artista Antonio Fester Nuccio, che fa rinascere le “strafalarie” attraverso i suoi dipinti di donne intente in azioni quotidiane: un po’ discinte ma con un portamento sempre fieramente siciliano accolgono i viandanti invitandoli a varcare la porta di questa nuova casa.

A questo punto non sveliamo altro e lasciamo a voi la scoperta: una passeggiata, una chiacchierata (con le protezioni e la distanza di sicurezza necessarie in questo periodo) e una bella tazza di cioccolata preparata da Lorenzo e Roberta sono proprio gli ingredienti perfetti per un pomeriggio estroso e spensierato.
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