MUSICA
Una Stagione ricca e itinerante: tornano i concerti (dal vivo) del Conservatorio di Palermo
Da giugno a novembre ritorna la musica dal vivo del Conservatorio "Alessandro Scarlatti". Una Stagione ricca e itinerante in alcuni dei luoghi più belli di Palermo
La compagnia di Scene dalla Bohème (foto di Rosellina Garbo)
La Stagione inizia il 15 giugno alle 20.00, nell’atrio di Palazzo Sant’Elia, con Scene dalla Bohème, ovvero come Palermo ammaliò Giacomo Puccini, a cura del dipartimento di Canto lirico e Teatro musicale.
Dalla musica antica alla lirica, dal contemporaneo al Jazz, sono 26 gli appuntamenti con gli allievi, 14 quelli con i docenti (che spesso suoneranno insieme ai loro allievi), e oltre 19 i concerti, fino al termine dell’intera stagione prevista per novembre, riservati alle singole classi strumentali e vocali.
Tra questi anche l’esecuzione de "L'Histoire du Soldat" di Stravinsky a cura della classe di Direzione d’orchestra di Carmelo Caruso e un concerto dell’Orchestra Sinfonica diretta dagli studenti.
I programmi eseguiti dai docenti spaziano in un grande e variegato panorama musicale, anche con riferimento a piccole messe in scena come "Façade" di William Walton, oppure la "Lezione di Canto", pasticcio barocco ricreato sulla falsariga degli intermezzi buffi settecenteschi.
È una programmazione che conferma l’apertura del Conservatorio alle collaborazioni istituzionali, in particolare, con il Teatro Massimo, la Città di Palermo, l’Accademia di Belle Arti, il Brass Group, la Curia Arcivescovile e la Guardia Finanza.
«Siamo entusiasti - dichiara Mario Barbagallo, presidente del Conservatorio - di presentare questa prima Stagione dal vivo così ricca di proposte e di iniziative. Gli spettacoli in digitale sono stati utili a proseguire l’attività, ma per i nostri allievi è importante misurarsi col pubblico».
«Le proposte musicali abbracciano tutti gli insegnamenti presenti al Conservatorio - spiega il direttore Daniele Ficola - E’ una ripresa tanto attesa da tutti, docenti e studenti, che riporterà il Conservatorio sulla scena musicale dal vivo proponendo un gran numero di concerti eseguiti da giovani e dai loro docenti, spesso insieme, soprattutto in spazi aperti, che segnano tra l’altro nuove collaborazioni istituzionali. Una vera gioia per tutti noi».
Il programma della Stagione (consulta il calendario completo dei concerti) si snoda da giugno a novembre in alcuni dei luoghi più belli di Palermo: oltre all’atrio del Conservatorio, Palazzo Sant’Elia, la Cattedrale, la Chiesa di Santa Maria di Valverde, lo Spasimo e il cortile dell’Oratorio di Santa Cita. I concerti del Conservatorio sono tutti gratuiti fino a esaurimento posti, mentre gli altri sono a pagamento.
Il debutto della Stagione è fissato per martedì 15 giugno allre ore 20.00 (in replica il 17 giugno alle 19.00) nell’atrio di Palazzo Sant’Elia, con "Scene dalla Bohème", ovvero come Palermo ammaliò Giacomo Puccini, da un’idea di Giovanni Mazzara e con il coordinamento di Tiziana Arena.
L’esibizione, in considerazione del ridotto numero di posti autorizzati (circa 60), sarà in seguito trasmessa in streaming. I preziosi costumi e gli elementi di scena sono di Francesco Zito, l’ambientazione scenica è di Roberto Lo Sciuto.
Il progetto è realizzato in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti e il Teatro Massimo, per il quale gli studenti dei due istituti hanno dato voce e immagini a questa selezione della Bohème, che presenta un’ampia antologia dell’opera di Giacomo Puccini, interpretata da alcuni tra i migliori allievi della stessa Tiziana e di Patrizia Gentile, al pianoforte Marcello Iozzia.
Il legame di questa opera con Palermo, infatti, è particolare. Dopo l’insuccesso torinese del febbraio 1896, La Bohème conobbe la sua consacrazione al Politeama Garibaldi di Palermo, nell’aprile dello stesso anno, e l’autore, come riportano le cronache, presenziò alla rappresentazione palermitana.
Nel capoluogo siciliano, Puccini fu accolto e festeggiato dall’alta società, in particolare da Ignazio e Franca Florio. Le cronache raccontano di numerose chiamate alla fine di ogni atto con la recita che si prolungò sino all’una di notte perché il pubblico continuava a far chiasso per avere dei bis.
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