ITINERARI E LUOGHI
Una meta senza tempo nel cuore della Sicilia: dov'è la (splendida) Rocca di Cerere
Le fonti citano episodi di epica e grandi divinità, mentre l’ambiente regala squarci impossibili da dimenticare. Questo territorio è "un pezzo" di antiquariato colorato
La Rocca di Cerere
Enna - il capoluogo più alto d’Italia - è uno dei simboli ricchi di cultura che la nostra regione ha espresso nel corso dei secoli e di cui siamo i fieri espositori nel mondo.
Sin dalle prime battute il viaggiatore afferra il concetto di "diversità" della "cima sospesa sul territorio". Durante la visita, ogni angolo di Enna è percepito come valore aggiunto.
La Rocca di Cerere si trova a una distanza irrisoria dal Castello di Lombardia. Sono separate da un’insenatura chiamata Contrada Santa Ninfa. Cerere è una delle tre emergenze rocciose che costituiscono le basi portanti del territorio. È di formazione calcarenitica. Tra aspettative e realtà si intromettono le caratteristiche che legano la rocca.
Le fonti citano episodi di epica e grandi divinità, mentre l’ambiente regala squarci impossibili da dimenticare. Il territorio ennese è "un pezzo" di antiquariato colorato. Si avverte e si percepisce la ruralità nelle sue forme primitive. Un mondo sparso e lontano dalle grandi città (Palermo e Catania).
Il tempo si è fermato. Gli sguardi, impercettibili, scovano i piccoli paesini. Questi, sono circondati dalle vette dei Monti Erei privi di fisionomia ben marcata. Esce un’immagine "quasi" distorta, unica e rara. Da lassù cambiano le prospettive perché si tocca il centro della Sicilia.
È il richiamo forte delle divinità. In quest’area era ubicato (da fonti tramandate dagli scrittori latini) il più importante santuario (themenos sacro) dedicato a Demetra (inserito del Registro dei Luoghi e dell’Identità della memoria).
L'aura mitologica prende corpo e, dai passi di Cicerone, è descritta minuziosamente la presenza di due statue: una dedicata a Cerere (dea dell’agricoltura) e una a Trittolemo.
Nella rocca sono visibili ancora le tracce di un’ara (oggi scomparsa) posta al centro e due grandi intagli nella roccia (si presume fossero incassate le basi delle statue).
Gli spazi sacri (rocca e castello attuale) erano collegati attraverso percorsi ricchi di edicole votive e sorgenti di acqua. Anche lo spazio sottostante lo sperone era utilizzato per riti religiosi.
Grazie alle spedizioni archeologiche (la prima fu effettuata dall’archeologo siracusano Paolo Orsi), a partire dai primi anni del Novecento, sono stati rinvenuti diversi reperti. Inizialmente fu portata alla luce una fossa di età ellenistica (III sec. a.C.) che posava su uno strato archeologico dell’età del Bronzo.
Presso la Contrada Santa Ninfa - sulle pareti rocciose - è possibile ammirare le edicole scavate nella superficie. Sono le tracce sacre dell’intera area.
Di fronte a un contesto di enorme importanza, la Rocca di Cerere detiene un piccolo record negativo. Da anni, tanti, è stato purtroppo teatro di tentati suicidi. Della rocca e tanti altri valori naturalistici, geologici e culturali, che racchiudono un’area di 1279 chilometri quadrati, si occupa il Rocca di Cerere Unesco Global Geopark.
Tra gli obiettivi posti, senza dubbio, il forte legame che unisce la geologia con le divinità legate alla terra: Demetra-Cerere e Kore-Persefone.
Tra riconoscimenti ricevuti (Green Card) e apprezzamenti (inserimento nella lista Geoparchi mondiali), l’intensa attività ha portato benefici in altri settori. La Rocca Cerere - nel suo lungo percorso mitologico latino tra leggende e miti, è una delle occasioni di riscatto turistico per la città di Enna.
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