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Una città in silenzio e la festa annullata: la risposta della Sicilia alla strage di Monreale

Una tragedia che ha visto tre morti e le domande sull'accaduto sono infinite, insieme allo sgomento e alla disperazione: cos'è successo e le reazioni dell'Isola

Balarm
La redazione
  • 28 aprile 2025

Strage di Monreale

Un paese piombato nel silenzio, una festa annullata e tre vite spezzate così come quelle dei loro cari: nella notte tra sabato 26 e domenica 27 aprile durante una sparatoria aberrante a Monreale sono morti Massimo Pirozzo (26 anni), Salvatore Turdo (23 anni) e Andrea Miceli (26 anni).

Una tragedia che ha visto l'uccisione di tre ragazzi e le domande su quanto accaduto sono infinite, insieme allo sgomento e alla disperazione di chi non riesce a capacitarsi che Massimo, Salvatore e Andrea purtroppo non ci sono più e che tutto questo poteva capitare a chiunque.

Domenica 27 aprile era previsto l'inizio della festa del Crocifisso a Monreale, ma l’Amministrazione invita i cittadini «a stringersi in un rispettoso silenzio e raccoglimento in memoria delle vittime».

Resta in dubbio la processione del simulacro del Santissimo Crocifisso prevista per il 3 maggio.

«Ho riflettuto molto prima di scrivere questo post. Quello che è accaduto a Monreale non ha precedenti - si è pronunciato a riguardo il vicesindaco e assessore alla cultura Giampiero Cannella -.

Occorre prendere coscienza del fatto che i paradigmi con i quali abbiamo affrontato il disagio giovanile, la complessità di alcune zone cittadine e il rapporto con le nuove generazioni non sono più attuali e utili a trovare soluzioni efficaci.

Non venitemi a parlare, vi prego, di necessità di comprendere, di includere, di gestire il disagio.

Oggi questi criminali vanno trattati come tali senza giustificazionismi sociologici e sociali di sorta.

Esseri abietti, menti senza un minimo di ragionevolezza e capacità di discernimento si nutrono del pattume dei prodotti televisivi e musicali che si ispirano alla criminalità organizzata - continua Cannella -.

Gomorra, Suburra, cantanti partenopei che esaltano l’uso delle armi, la sfida alla polizia, l’uso della droga, costituiscono il lievito che in soggetti privi di qualsivoglia qualità intellettiva fanno esplodere la violenza belluina.

Il boss, il violento, il guappo che usa la forza diventano l’equivalente di Robin Hood per la mia generazione.

Occorre un grande lavoro culturale per proporre modelli diversi, edificanti e costruttivi, non si tratta di “censurare” questo video-pattume, ma di renderlo irrilevante e marginale attraverso un’offerta culturale diversa.

Ma tutto questo, da solo, non basta.

Occorre archiviare il giustificazionismo e imporre, sottolineo “imporre” la forza dello Stato.

Non possono essere più tollerate zone franche dove droga e armi possono essere acquistate impunemente persino dall’ultimo tra i coglioni.

Le forze dell’Ordine fanno del loro meglio con grande professionalità e a costo di grandi sacrifici.

Ma occorre una reazione di sistema.

Ai quartieri più complessi si applichi il “modello Caivano”, a chi viene coinvolto in una rissa o un episodio di violenza nei pressi di un locale si applichi il massimo della sanzione prevista dalle norme, senza sconti ne attenuanti.

Oggi piangiamo tre ragazzi uccisi senza un perché mentre stavano trascorrendo una tranquilla serata con amici. Potrebbe toccare a chiunque, ai nostri figli o a noi stessi. Ora basta!».

La rabbia non ha confine e i dubbi non si arrestano perché quella notte di festa non doveva trasformarsi in uno scenario horror: «Sono sconvolto per quello che è successo questa notte, scene da far west a cui Monreale non è abituata - a dirlo è il deputato regionale e presidente del Consiglio Comunale Marco Intravaia -.

Un momento di festa che si è trasformato in tragedia. Tutta la città è attonita, confidiamo nel lavoro delle Forze dell’Ordine e che gli assassini siano assicurati presto alla giustizia. Ci stringiamo attorno alle famiglie».

Monreale a lutto e il sindaco Alberto Arcidiacono scosso ha dichiarato: «Siamo dinanzi ad una tragedia senza precedenti. Vite spezzate di giovani che avrebbero dovuto vivere il proprio futuro.

Questo è il momento di raccoglierci in preghiera e di dare conforto alle famiglie. La città piange questi giovani».

«Sono profondamente addolorato nell’apprendere la tragedia che ha colpito la città di Monreale con la morte di tre giovani in seguito ad una sparatoria notturna in piazza.

Sono notizie che non vorremmo mai ci raggiungessero, fatti inaccettabili.

Ci affidiamo alle Forze dell’Ordine e alla magistratura affinché individuino i responsabili e accertino la dinamica dei fatti.

Esprimo le mie condoglianze e quelle della mia città alle famiglie, sono vicino a tutta la comunità di Monreale e alle sue istituzioni”.

A dirlo è il sindaco di Trappeto Santo Cosentino insieme alla Giunta esprimento il loro cordoglio.

«Le notizie che arrivano sulla sparatoria in piazza a Monreale sono terribili, soprattutto per la giovanissima età delle persone coinvolte - si legge in una nota del segretario provinciale Sinistra Italiana Palermo Federico Guzzo -.

Ragazzi ventenni che girano armati, che per futili motivi impugnano un'arma e uccidono loro coetanei è una tragedia immane, che palesa, ancora una volta, il fallimento della nostra società.

Il disprezzo per la vita umana, soprattutto da parte di ragazzi così giovani, che emerge da fatti come questo, deve far riflettere ognuno di noi sul modello di società che abbiamo e su cosa fare per cambiarla.

La responsabilità della morte di questi ragazzi ricade su tutti quanti.

La giustizia farà il suo corso , ma le istituzioni, la politica, la società in tutte le sue articolazioni, sono richiamate alle proprie responsabilità, a svolgere un ruolo attivo perché non si ripetano mai più tragedie come questa».

Il Presidente dei deputati regionali di Forza Italia Stefano Pellegrino, esprime «profondo sgomento e inquietudine per la gravissima sparatoria avvenuta questa notte a Monreale, costata la vita a tre giovani e il ferimento di altri due.

Un atto di inaudita violenza che colpisce non solo le vittime e le loro famiglie, ma l’intera comunità di Monreale e quella siciliana.

Esprimo dolore e vicinanza alle famiglie delle persone colpite, ai feriti e a tutti cittadini di Monreale, che oggi vivono un momento di dolore e incredulità.

Questo episodio è un segnale allarmante di una crisi di valori e di un preoccupante disprezzo per la vita umana.

Dinanzi a tali gesti, non possiamo rimanere indifferenti: è necessario riflettere sulle radici di un degrado che rischia di corrodere il tessuto sociale, soprattutto tra le giovani generazioni.

Confido che i responsabili vengano individuati e assicurati alla giustizia nel più breve tempo possibile.

Solo attraverso la certezza del diritto si può costruire un percorso comune contro ogni forma di violenza».

Il capogruppo all'Ars pentastellato Antonio De Luca in una nota sottolinea l'importanza della prevenzione e del lavoro che è necessario compiere affinché questi eventi non capitino più: «La tragica notte di Monreale, che ha lasciato una terribile e inaccettabile scia di sangue, lascia sgomenti e induce a una profonda, attenta riflessione.

Troppo facile sta diventando il ricorso alle armi e alla violenza, cosa che rende insicure le nostre città e i luoghi della movida frequentati dai nostri ragazzi.

Bisogna lavorare, e molto, sul fronte della sicurezza e della prevenzione.

Ai familiari delle vittime il nostro grande cordoglio, e ai feriti l'augurio di pronta guarigione, nella speranza che sulla vicenda sia fatta presto piena luce e che i colpevoli siano assicurati prontamente alla giustizia».

Anche il Prefetto Massimo Mariani si è pronunciato all'Adnkronos: «Al di là della matrice di questo delitto gravissimo, resta lo sgomento, più che da Prefetto, da uomo, per una perdita del tutto insensata di tre vite umane.

È necessario non solo l’intervento rigoroso e deciso delle forze dell'ordine e della Procura della Repubblica di Palermo, che certamente saprà fare luce, per individuare i responsabili di questo atroce fatto di sangue, ma anche una più profonda riflessione sulle ragioni che ne sono alla base.

Si tratta di un episodio terribile e aberrante - prosegue Mariani -. Terribile per il costo delle vite umane che ha comportato questa follia.

Tre persone morte e due feriti, un bilancio che poteva essere ancora più grave, visto che tutto è capitato in un contesto pubblico.

Ma anche aberrante, per le cause che, a quanto pare, fermo restando gli esiti delle indagini, sarebbero riconducibili a questioni 'di circolazione'. Se così fosse sarebbe, se possibile, ancora più terribile e, appunto aberrante.

Più che di un allarme sicurezza, parlerei di un allarme sul piano socio-educativo, che impone a tutti noi una riflessione sulla situazione in cui versano troppi giovani che, come confermato purtroppo dal drammatico episodio di Monreale, così come dai tanti fatti di cronaca che si verificano in altre parti del nostro Paese, fanno sempre più ricorso alla violenza più insensata, in una spirale davvero impressionante».

Anche Roberta Schillaci, vice capogruppo del Movimento Cinquestelle all’Assemblea regionale siciliana e segretaria della Commissione regionale Antimafia si è pronunciata a riguardo: «Quanto è successo stanotte a Monreale con la morte di tre giovani e altri ragazzi feriti, a causa di una rissa scoppiata in pieno centro storico, è solo la punta di un iceberg che ormai è diventato un dramma anche per la città di Palermo e per tutte le zone della movida dell’area della Città metropolitana.

I weekend durante la notte si trasformano in tante piccole “babele” dove regna l’illegalità, e serve una stretta sulla somministrazione di alcolici che talvolta finiscono in mano a minorenni e sulla violazione delle più elementari norme sul rispetto della quiete pubblica.

Dispiace, moltissimo, che talvolta le forze dell’ordine non siano adeguatamente smistate nelle aree di grande concentrazione della movida.

Quanto avviene soprattutto a Palermo in alcune aree del centro storico è raccapricciante.

Come Commissione regionale Antimafia abbiamo in itinere alcuni incontri con i prefetti delle nove province siciliane.

Chiedo a vivavoce che quello con il prefetto di Palermo sia anticipato immediatamente per poter denunciare con tutta la forza necessaria ciò che preoccupa famiglie e cittadini che a partire dal venerdì sera e sino a domenica vivono con l’angoscia di trovarsi con i loro figli in situazioni sgradevoli e con rischi reali per l’incolumità pubblica.

Non è possibile che i nostri centri storici, parlo di Palermo ma a questo punto anche di Monreale, non siano delimitati da aree pedonali dove alle autovetture sia impedito l’accesso e l’ingresso degli avventori sia adeguatamente controllato.

Così come serve una stretta per i tanti locali che continuano, in spregio a qualsiasi norma, ad aumentare i rischi non solo per la somministrazione di alcolici senza regole ma anche per l’inottemperanza delle norme sulla diffusione della musica e sul limite dei decibel.

Questi due elementi, insieme, sono il detonatore di tante risse che sfociano, come dimostrano i fatti di Monreale, anche in omicidi.

Occorre che Questura e forze dell’ordine si facciano carico di questa emergenza e i sindaci non si voltino dall’altra parte rispetto alle loro responsabilità».

Quello che è successo non si cancella, è impossibile anche solo immaginare di farlo.

È un pugno nello stomaco non soltanto per chi era lì presente, ma anche per chi, nonostante sia lontano per ragioni accademiche o lavorative, ha sempre lo sguardo e il cuore rivolto alla propria terra.

«Profondamente amareggiato da quello che è successo a Monreale, nel mio paese - lo scrive Francesco Ganci, uno di tanti studenti fuorisede distrutto dopo quanto appreso -.

Non riesco completamente a capacitarmi della possibilità che tutti gli sforzi di una vita possano essere così vanificati e spezzati in una frazione di secondo.

Potevo esserci io. Poteva esserci mio fratello, i miei genitori. Molti miei amici erano lì. Dieci minuti scarsi a piedi da casa mia, forse meno. Due caricatori sulla folla. Surreale. Mi tremano le gambe solo al pensiero.

Io i tre ragazzi morti non li conoscevo personalmente, ma erano ragazzi come me e sono morti, strappati controvoglia alla vita, e questa cosa è inaccettabile.

Un pensiero, un abbraccio alle famiglie e a tutto il mio bellissimo paese, con cui ho tanto fatto i conti negli anni e che sono arrivato ad amare e con immensa sofferenza a dover lasciare, che mi manca tantissimo e che in questo momento sta soffrendo in una maniera inquantificabile.

Considero un evento del genere una vera sconfitta per tutto ciò che tengo sacro al mondo, non ultima la mia terra, martoriata e devastata da quando la conosco e forse mai così pienamente e profondamente, che amo tanto e che con così tanta rassegnazione da sempre vedo abbandonata e bistrattata dallo stato e, peggio ancora, da tanti dei suoi stessi cittadini».

«Volati via troppo presto, ma resterete per sempre nei nostri cuori di chi vi ha voluto bene.

Circondati dall’amore che non smetterà mai di abbracciarvi. Salvatore, Massimo e Andrea».

È uno dei messaggi appesi nelle fioriere dove ancora ci sono i segni dei fori dei proiettili in via Benedetto D’Acquisto a Monreale vicino al pub dove è avvenuta la sparatoria.
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