MISTERI E LEGGENDE
Una chiesetta in cima a un monte in Sicilia: un pastore vide la "donna vestita d'azzurro"
La Sicilia è terra di miracoli e leggende e questo luogo di culto, nella parte Orientale dell'Isola, cela un antico mistero la cui storia viene tramandata ancora oggi
Chiesa della madonna della Rocca a Taormina
La pianificazione del complesso religioso fu, altresì, supportata da Geronimo Venero, noto arcivescovo di Messina. Un tempo, accanto all’odierno santuario, si ergeva un antico monastero appartenente all’ ordine dei Basiliani. Ormai in disuso, esso fu un vero e proprio luogo di eremitaggio per i religiosi che desideravano condurre una vita ascetica e spirituale.
L’eremo, inoltre, vantava una straordinaria vista panoramica rivolta verso Castelmola, l’ Etna e i monti Peloritani. L’edificio templare della Madonna, invece, è caratterizzato da un’architettura assai modesta e rustica. Infatti, si tratta di una costruzione ad un solo vano che risulta essere inquadrata da una facciata con porta, stipiti e architrave in pietra di Taormina; sono, per di più, presenti due finestrelle simmetriche collocate accanto alla Sagrestia ed un altro impianto edilizio.
Sappiamo che fu realizzata nel lontano 1930 in occasione di una Missione di Padri Redentoristi, congregazione religiosa fondata nel 1732 da Sant’Alfonso Maria de’ Liguori. Ad ogni modo, per chi non ne fosse a conoscenza, la storia dell’attuale edificio di culto nasconde una leggenda dalle sfumature avvincenti e miracolistiche.
La vicenda, sulla base di quanto tramandato, è incentrata su un giovane pastorello del villaggio di Mola. Una fresca mattina, infatti, il giovinetto condusse il proprio gregge sul monte. Tuttavia, all’improvviso, il cielo tuonò e piombò una potente burrasca che costrinse il pastore a rintanarsi dentro una grande spelonca insieme alle sue pecore.
Ben presto sopraggiunse anche un violentissimo ciclone che lo terrorizzò al punto tale da indurlo a singhiozzare per l’acuto spavento. Nel bel mezzo della bufera, però, apparve una signora vestita in abito azzurro che lo confortò con dolci parole.
Lo rassicurò dicendogli che, a breve, la luce del sole avrebbe avuto il sopravvento sulla tempesta. Poco dopo, misteriosamente, il fortunale cessò e l’azzurro luminoso sgombrò le nuvole. Nel frattempo, i genitori del giovane mandriano, preoccupati per la sorte del figlio, andarono a cercarlo sulle rocce del castello.
Non avendolo trovato, girovagarono in lungo e in largo fino a quando non individuarono l’anfratto in cui si era messo al riparo. Il ragazzo, non appena li vide arrivare, corse da loro e raccontò quanto avvenuto all’interno dell’antro roccioso. Di lì a poco, il miracolo da lui narrato suscitò l’interesse di tutti gli abitanti del paese, che non esitarono a recarsi sul luogo dell’apparizione.
Ivi giunti, come per magia, si plasmò sulla roccia l’immagine di una donna vestita di azzurro. Fu così che si impiantò nell’immaginario collettivo l’usanza di pregare e rendere omaggio alla celebre Madonna della Rocca. Sul posto, pertanto, le autorità religiose e il vescovo autorizzarono l’edificazione sia di una chiesetta che di un convento.
In ultimo, da quel che si dice in giro, per la loro messa in opera furono utilizzate le pietre della grotta in cui si palesò la Madonna.
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