STORIE
Una biblioteca nella Strata virdura, un'altra all'ospedale: così a Termini sanano le "ferite dell'anima"
All'ingresso, al civico 77 di via Bagni, anziché le cassette di legno contenenti, come un tempo, la frutta e il pesce si trovano dei libri con un cartello: "Libri in omaggio"
Pietro Piro e la Biblioteca di quartiere a Termini Imerese
Un tempo in questa via c'era un mercato con tante bancarelle e gradi teloni colorati, necessari per fare ombra ai passanti. Qui i venditori con le loro "abbaniate" di pesce fresco e frutta di stagione, facevano a gara per accaparrarsi i clienti. Oggi di tutto questo non è rimasto nulla, ed è un luogo dove il silenzio domina la via e le saracinesche sono quasi tutte serrate a causa della crisi economica che ha annullato la piccola distribuzione.
Qui, nel centro storico della città bassa, a pochi passi del Grand Hotel delle Terme realizzato dal grande Giuseppe Damiani Almeyda, si è aperta una Biblioteca di quartiere dove l'obbiettivo è quello di sanare le "ferite dell'anima". Un'iniziativa privata nata grazie alla tenacia del sociologo Pietro Piro che, con proprie energie economiche e materiali, ha messo a disposizione della collettività uno spazio dedicato ai libri, dove il "dono" è il fondamento di questo straordinario spazio.
«Questa idea nasce dal forte desiderio di mettere il bene privato in comunione partendo proprio dai miei libri. Un distacco faticoso e difficile ma quando ho capito che il libro conservato e non consultato è un libro morto, ho deciso di intraprendere questo progetto - dice l'ideatore, Pietro Piro -. Adesso la biblioteca vive e si alimenta alle donazioni quotidiane che arrivano da parte di numerosissime persone. È una biblioteca centrata sul dono e si sviluppa proprio grazie a questi gesti gratuiti».
Realizzare una biblioteca proprio in questa strada, un tempo fulcro del commercio cittadino ha un significato chiaro, «È una via che, dal punto di vista commerciale, non ha futuro perché è cambiata la tipologia del consumatore - spiega Piro -, ma nonostante tutto è una strada dove ci sono tanti bambini e anziani. L'idea di mettere una biblioteca, in questo quartiere popolare, significa dare ai residenti un'opportunità culturale e di usufruirne 24 ore su 24.
Per me la biblioteca non è un deposito di libri ma, un luogo dove la cultura è viva attraverso le letture pubbliche, incontri con gli autori, seminari e dibatti. Solo così il libro può iniziare a vivere. Il dono stimola a dare il meglio di sé. È molto importante offrire perché le persone hanno bisogni di donarsi e di donare. Bisogna creare le condizioni affinché questa offerta non sia uno spreco, ecco l’esigenza di realizzare un contenitore capace di accogliere e conservare e che sia anche dinamico».
Come hanno accolto i residenti del quartiere questa iniziativa? «All'inizio c'era molta diffidenza poi, fortunatamente, si è sviluppato un grande affetto e solidarietà da parte di tutti. Adesso sono in molti coloro che consultano i libri della biblioteca. Questo mi riempie di gioia e mi da una grande soddisfazione.
Come può diventare il libro parte integrante della vita di ognuno di noi? Per fare vivere i libri è necessario che stiano nei luoghi dove le persone vivono. Credo che la biblioteca deve essere concepita in maniera "diffusa". In qualunque punto della città si deve poter accedere alla consultazione di un libro. Attualmente alcune attività commerciali, come un barbiere e un fotografo, hanno sposato questa mia idea, mettendo a disposizione, all’interno della loro attività, uno spazio destinato ad alcuni libri della biblioteca.
Ho sempre sostenuto che non deve essere il lettore che va dal libro, ma è quest'ultimo che deve stare nei luoghi frequentati dalla collettività. Solo così avremo i libri presenti nella vita di ognuno di noi. A seguito di questo successo culturale hai realizzato un'altra biblioteca, questa volta, presso l'ospedale di Termini Imerese come nasce questa idea?
La biblioteca dell'ospedale nasce perché mi sono immedesimato con chi deve trascorre molto tempo nel reparto COVID. Da qui l'idea di donare un'intera biblioteca, è stata un'intuizione felice perché stare in ospedale intere giornate senza aver la possibilità di leggere è sicuramente molto difficile. Sembra, da quello che mi riferiscono i medici, che la nostra piccola biblioteca produca sollievo ai pazienti e di questo siamo felici.
Grazie al dono si è creata una catena inimmaginabile di offerte, infatti ogni giorno da tutta Italia, giungono libri alla Biblioteca Veni Creator Spiritus, un successo inaspettato che invoglia gli organizzatori ad impegnarsi ancora di più.
«Una biblioteca diventa popolare nel momento in cui le persone la sentano propria - conclude Pietro Piro -, il mio sogno è quello che un giorno tutta "a Strada Virdura" possa diventare una grande biblioteca a cielo aperto».
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