STORIE
Un vicolo del centro diventa un "borgo di artisti": Alessio, eroe (normale) di Palermo
Imbattersi in persone come lui a Palermo è qualcosa di concreto e meraviglioso, delle loro storie non si parla quasi mai o troppo poco. Ve la raccontiamo noi
Vicolo dei Giusti a Palermo
Le racconterò una per volta, quando ne verrò a conoscenza e quando e se avrete voglia di raccontarmele.
Questa è la storia di un eroe insolito, una persona "normale" e allo stesso tempo un esempio di vita. Non è l'unico esempio e questo va a vantaggio del mio discorso, tanto per rifermi a coloro che pensano che "i palermitani non cambieranno mai" e che "questa città rimarrà sempre la stessa".
Tanto lo so che non cambieranno idea, e la mia intenzione non è quella di fargliela cambiare, la rabbia è troppa e li capisco, ma non è tutto oro quello che luccica fuori dal "recinto spinato" della nostra città che ci avvolge e assopisce.
Ma se continuiamo a dire che "i cittadini sono incivili", cioè tutti, andrà a finire che ci auto-convinceremo che tutti i cittadini sono in un modo, e questa solfa ce la ritroveremo per altri tre mila anni di storia cittadina.
Badate, non sto dicendo che i cittadini non sono incivili, giusto per precisare, sto dicendo che alcuni, molti, moltissimi, lo sono ma altri no ed è di loro che voglio parlare, su loro puntare la lente di ingrandimento, perché sino ad ora viene fatto il contrario.
Direte “vabbè è sottinteso che non sono tutti i cittadini ad essere incivili”... no, non lo è, e va chiarito e precisato. Altre città italiane hanno lo stesso problema, non vi sbalordite, sono brave a nasconderlo mediaticamente, intervengono più tempestivamente, sono organizzate in maniera migliore, ma hanno problemi comuni: cittadini che non hanno a cuore l'ambiente in cui vivono.
Ma per noi, palermitani, oserei dire siciliani, dal discorso facile, gli incivili di altre città sono comunque più civili dei nostri incivili.
Siamo un popolo davvero singolare. Milano, Roma, Treviso, Torino, ecc. tutte le città hanno lo stesso problema, magari in quantità minore, forse, ma lo hanno. Noi però siamo gradassi, e ci convinciamo di essere i peggiori, credo che sia in fondo perché ci piacciono i primati.
Alessio Lu coriu, nome vero, ma "cognome d'arte" nel senso che "lu coriu" è il cuoio in dialetto siciliano ed è anche la sua passione.
È un ragazzo palermitano di 47 anni, cresciuto nella periferia di Brancaccio. Si è diplomato come Perito elettronico e di telecomunicazioni all'Alessandro Volta, ma fa tutt'altro nella vita, come capita a molti.
Si occupa di ricerche di mercato per un'azienda tedesca con sede a Palermo, questo fino a poco tempo fa era il suo lavoro principale, come passione invece si dedica all'artigianato, lavora il cuoio.
“Bisogna avere sempre un piano B”, mi dice lui. Oggi, però, il piano B lo fa guadagnare più del piano A. Me lo ha confessato con un leggero sorrisino d'orgoglio.
Ho conosciuto Alessio per caso qualche anno addietro alla Via dei Librai. Si faceva i fatti suoi, apparentemente, dietro al suo banchetto, intento a trafficare con degli strumenti di lavoro, ma è bastata una parola, un saluto per farmi notare quanto in realtà fosse una persona socievole e di pensiero.
È un lettore seriale, ama la musica. Davanti al suo laboratorio, che si trova in Vicolo San Carlo di via Alloro, proprio dove il Comune qualche tempo fa ha ripristinato la nota "piazza dei Giusti", espone mini librerie che ti invoglia a consultare, e una lavagna con una chitarra appesa accanto ad un scritta “Why don't you play me?” cioè "perché non mi suoni?".
Lo riporto per sottolineare la sua propensione alla libera conoscenza dell'altro attraverso la "banale" richiesta di suonare la sua chitarra, prima magari di offrirgli un po' di zibibbo che lui stesso produce.
Baratta lezioni di chitarra in cambio di biscotti con i bambini e i ragazzi che vogliono imparare a suonare ma che non possono permettersi di pagare delle lezioni, mentre ai ragazzi che non possono comprare biscotti da barattare, impartisce lezioni gratis "su appuntamento", dice lui.
Alessio ha imparato a lavorare il cuoio a Martinafranca in Puglia e a Gijon in Spagna sotto la guida di Margot Cambreros, una nota artigiana spagnola.
Il suo laboratorio lo ha aperto circa 7 anni fa in un luogo "appartato" insieme ad altre artigiane: Rosa Lombardo e Sonia Geraci. Da un po' di tempo è rimasto a lavorarci da solo.
Il luogo vale la pena anche soltanto visitarlo. Lui lo chiama laboratorio, per me è un mondo parallelo dove oltre alle sue opere appese ovunque e ben allestite potrete trovare pezzi vintage come antiche macchine da scrivere, lampade, strumenti musicali, vi sembrerà immediatamente di iniziare a leggere la vita di Alessio semplicemente entrando nel suo laboratorio a fargli visita, così come per caso.
Fin qui potrebbe essere la vita tranquilla, normale, di una persona qualunque, se non fosse che Alessio ha trasformato il luogo in cui lavora, un vicoletto stretto e vuoto in un'attrazione per turisti. Me ne sono accorto un paio di mesi fa mentre passavo da lì.
Diverse turiste si facevano dei selfie con il vicolo San Carlo come sfondo. Perché? Non ci avevo fatto caso prima in quanto pensavo fosse una cosa "normale" dedicarsi allo spazio vicino casa o vicino al posto di lavoro, e forse altrove lo è, ma qui non lo è, a Palermo perlomeno, è una cosa lodevole e da divulgare.
Da solo Alessio ha chiesto la chiusura al traffico del vicolo.
Dopo averla ottenuta, con "relativa facilità", ha iniziato ad abbellirlo con panchine, piante e vasi, creando un angolino delizioso. Ma non è finita qua.
Lo ha reso disponibile anche per gli artisti che vogliono esibirsi, creando mostre d'arte pittoriche e fotografiche ed eventi culturali con musica e spettacoli per quanto possibile, ma ai quali la gente partecipa venendo da ogni parte della città.
L'intenzione futura di Alessio è quella di creare un vero e proprio borgo di artisti “il Borgo dei giusti” come la piazzetta adiacente, ed è alla ricerca di altri artigiani come lui disposti ad impiegare il proprio tempo e le proprie energie affinché ciò avvenga.
Imbattersi in persone come Alessio a Palermo è qualcosa di concreto e meraviglioso, delle loro storie non si parla quasi mai o troppo poco.
È forse arrivato il momento di dare più spazio alla luce piuttosto che alle tenebre di questa città. Se non altro a conoscere gente come Alessio “veni lu coriu”, quindi passate a trovarlo, non ve ne pentirete.
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