LIBRI
Un viaggio alla scoperta di una professione: il libro di Billitteri racconta un cronista felice
In questo libro c'è una specie di "dietro le quinte" di un mestiere appassionante, quello del giornalista, al tempo in cui l'informazione era solo quella dei giornali senza internet
Daniele Billitteri con il suo ultimo libro "Dal taccuino di un cronista felice"
"Dal taccuino di un cronista felice" è il titolo del libro edito da Carlo Saladino Editore (costo 15 euro), diviso in cinque capitoli per 185 pagine, una scrittura fluente che prende per mano il lettore e lo accompagna alla scoperta di luoghi come le redazioni e di una professione, il giornalismo, che sono cambiati radicalmente negli ultimi vent'anni anni.
«Spesso nelle piccole storie ci sono grandi insegnamenti - scrive Billitteri nella quarta di copertina del suo ultimo libro -. Pure quelle che, come cantava Guccini, non meritano due colonne su un giornale. Questo non è un libro di memorie ma solo una minima selezione che racconta com'è il lavoro del cronista.
In questo libro c'è una specie di dietro le quinte di un mestiere appassionante specialmente al tempo in cui l'informazione era solo quella dei giornali e della tv, quando un cronista senza internet doveva comunque sempre essere presente nel palco reale del grande teatro degli eventi cittadini.
Un viaggio, questo di Billitteri, attraverso una professione che è molto cambiata ma anche dentro le dinamiche di una città, che negli ultimi dieci anni è risorta e che, come ama sempre dire il sindaco «Da capitale della mafia è diventata capitale della Cultura».
Lui era un cronista felice ai suoi tempi quando i giornalisti avevano un contratto e delle garanzie. Alla domanda come vedi il giornalismo nei prossimi anni risponde: «Il giornalismo nei prossimi anni cambierà radicalmente - spiega Billitteri -. Dopo tutto McLuhan diceva che "il medium è il messaggio" e cioè che i mezzi dell'informazione sono destinati a cambiare l'informazione stessa.
Ed è quello che sta succedendo con il web e con i social. Da qui la polemica di Umberto Eco, la crisi della carta stampata e la fatica dei giornali online gratuiti e accessibili a tutti, bello per carità, ma a farne le spese sono i giornalisti».
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