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Un gioiello da tutelare nel punto più a Sud d'Italia: cos'era la fortezza andata in fiamme

Un tempo aveva una posizione strategica e di controllo delle coste della Sicilia orientale. Oggi è un sito che è tornato a rivivere ma che ha subito gravi danni

Federica Puglisi
Giornalista
  • 24 agosto 2024

La fortezza spagnola a Portopalo di Capo Passero (Siracusa)

Un tempo aveva una posizione strategica e di controllo delle coste della Sicilia orientale.

Oggi è un sito che è tornato a rivivere grazie all’impegno di volontari ed è diventato meta di visite e apprezzamenti da parte di appassionati di storia.

Ma oltre alla cultura, purtroppo, in questi giorni questo luogo è balzato agli onori della cronaca per un incendio, di probabile natura dolosa, che lo ha interessato.

Siamo a Portopalo di Capo Passero, in provincia di Siracusa.

Qui si trova l’antica fortezza spagnola, attualmente gestita da un’associazione, che nei giorni scorsi ha subito molti danni a causa di un incendio.

Tra l’altro in questi anni questo luogo ha fatto da scenario a "Colapesce, la leggenda sull’isola", una performance di tipo immersivo, musicale e teatrale. A darne notizia è stato il sindaco di Portopalo Rachele Rocca, attraverso i suoi canali social.

«Dei delinquenti sono entrati nel Castello sull’Isola – ha detto - appiccando un incendio, distruggendo attrezzature, rubando un generatore di energia elettrica, facendo danni enormi alla struttura. Questo non è un danno all’associazione CAP96010, a "Colapesce" o all’Amministrazione comunale, ma una pugnalata al cuore di una comunità cittadina.
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Solidarietà quindi all’Associazione CAP96010 presieduta da Alessandra Fabretti, che ringraziamo per l’impegno profuso nella gestione della struttura, alla Soprintendenza di Siracusa che si è resa subito presente e vicina seguendo gli accadimenti, all’Ass. Fiat Lux 2.0 che organizza lo spettacolo "Colapesce – La Leggenda sull’Isola".

Il sindaco ha spiegato poi che si è intervenuto nell’immediato per consentire l’allestimento dello spettacolo, ma si attendono gli sviluppi dell’indagine delle forze dell’ordine.

Verrà poi chiesto un intervento regionale per il recupero del bene.

Per il deputato regionale di Forza Italia, Riccardo Gennuso, l’incendio che ha colpito i locali della Fortezza dell’Isola delle Correnti a Portopalo di Capo Passero «è un atto vandalico grave – spiega - che colpisce non soltanto i gestori di quella splendida struttura ma anche tutta la comunità locale, che sulla valorizzazione di questo bene ha puntato tanto».

Gennuso annuncia poi che occorre un intervento immediato.

«Alla ripresa dei lavori dell’ARS dopo la pausa estiva – sottolinea -, proporrò ai colleghi di maggioranza e opposizione di individuare delle somme da destinare al totale ripristino della struttura e alla sua salvaguardia. Questo luogo iconico è un simbolo di tutta la Sicilia, noto nel mondo per il suo fascino e la sua bellezza, e come tale va valorizzato e tutelato da vandali, criminali e incivili.

E intanto si è mossa anche la Cna Siracusa che ha promosso una raccolta fondi, attraverso una piattaforma di crowfunding, per recuperare le attrezzature, i costumi ed i materiali della rappresentazione teatrale Colapesce, andati distrutti dall’incendio, “insieme per far vincere la cultura – sottolineano – sull’ignoranza e l’inciviltà».

La fortezza spagnola venne costruita a fine Cinquecento, per volere del viceré di Sicilia Marcantonio Colonna e terminata sotto il regno di Filippo III Re di Spagna.

Fu costruita proprio in funzione difensiva, dalle incursioni di arabi e pirati barbari. Imponente la sua costruzione: un perimetro quadrato, con lati di 35 metri. Il basamento è privo di aperture fino a 4 metri di altezza. Il portale presenta un grande stemma appartenente al Re Filippo III.

Le pareti sono costitute negli angoli in pietra arenaria, mentre il resto dei blocchi di muratura è in pietrame calcareo. Nella parte interna al centro si trova una grande cisterna dove veniva convogliata l’acqua.

Tanti gli ambienti presenti in entrambi i livelli della fortezza. Negli anni il forte è stato utilizzato come prigione e luogo di confino, nonché funzione militare fino alla metà del 1800.

Il suo recente restauro avvenuto negli anni duemila ha permesso di riportare alla fruizione il sito.
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