TEATRO
Un'ex fabbrica di scarpe oggi casa-teatro: dentro il quartier generale di Emma Dante
(Ri)apre al pubblico per tre weekend di spettacoli "La Vicaria", un luogo magico, ristrutturato nel 2020, fucina d'idee della compagnia guidata dalla celebre regista
Un clown all'ingresso e una scritta su sfondo verde preannunciano a chi sta per entrare uno spazio tutt'altro che "comune".
Varcata la porta ci si ritrova a camminare tra scheletri di donne, specchi e candelabri appesi al soffitto. Un luogo macabro ma chic che spiazza e al contempo affascina.
Ma statue, manichini e bambole non sono altro che oggetti di scena. Scenografie realizzate con cura, nei minimi dettagli, per spettacoli che hanno fatto il giro dei teatri più celebri d'Europa e del mondo.
Siamo dentro "La Vicaria", il quartier generale della Compagnia "Sud Costa Occidentale" di Emma Dante.
Passo dopo passo, calcando il palcoscenico oltre il sipario rosso, sono nati alcuni degli spettacoli più famosi della regista palermitana. Da "Le pulle" alla "La trilogia degli occhiali", come testimoniano le locandine appese sui muri.
Ma più che essere un teatro questa ex fabbrica di scarpe alla Zisa, è dal 2008 un luogo di sperimentazione e studio, una fucina di idee. «Di spettacoli qui non ne facciamo tantissimi, facciamo soprattutto prove e laboratori - spiega Emma Dante - è un luogo di studio e di ricerca».
Quando capita di beccare la compagnia in città ad aprirne le porte è bene quindi approfittarne: «Il clima degli spettacoli qui dentro è totalmente diverso - continua la regista - c'è un'intimità e una vicinanza molto forte, cambia totalmente rispetto a un teatro con il palcoscenisco».
Entrando, superata la biglietteria, due porte separano l'ingresso da una grande sala. Subito a destra la zona caffè, con tanto di microonde, un tavolino e un frigorifero pieno di parole in francese che unite formano frasi. «A fess è sang e poesie».
Una palla da discoteca scende dal tetto e sul muro un cartello stradale ricorda il primo lavoro cinematografico di Emma Dante: "Via Castellana Bandiera".
Il modernariato dialoga con il vintage. Una sedia lilla e marrone indica l'ingresso agli "spogliatoi". E qui d'altronde è proprio come in palestra: «Durante le prove si suda e si cammina tanto - spiega Davide Celona, uno degli attori della Compagnia - parte tutto dal corpo, è il corpo che genera la parola ed è durante la camminata che si costruiscono i personaggi».
Nel suo teatro Emma Dante lavora molto con l'improvvisazione, vivere gli spazi diventa quindi la chiave del successo. Durante i periodi di prova si lavora tanto, ogni giorno per otto ore e i 700 metri quadri di via Polito diventano a tutti gli effetti una casa.
«È forte come sensazione - racconta la regista palermitana - in alcuni periodi la Vicaria la viviamo come una casa, ospitiamo artisti che la usano come residenza». Al piano di sopra c'è la cucina, i bagni e i divani che all'occasione diventano letti.
Dopo la ristrutturazione lo spazio si è dotato di impianto di riscaldamento e aria condizionata, un parco luci più strutturato e un sipario che chiude la parte scenica dall'entrata. La zona living è al piano di sotto. Tra i divani blu, si scorgono i piedi a forma di elefante di un tavolo etnico in legno.
Salendo le scale alle spalle della biglietteria, si accede al piano di sopra, dove ci sono gli uffici dell'amministrazione, la cucina e i camerini. Superata una piccola sala da pranzo con le pareti in rosso e una foto di Peppe Fava appesa al muro, si passa da un corridoio con una libreria particolare. Al posto dei libri ci sono decine e decine di bambole.
Poi l'ingresso nella stanza in cui gli attori si preparano prima di entrare in scena tra parrucche, maschere, nasi finti e tre guardaroba pieni di vestiti.
Proprio tra queste stanze Emma Dante sta preparando il suo nuovo spettacolo - in programma per marzo al Piccolo di Milano - adattato da "La papera", una fiaba de "Lo cunto de li cunti" la meravigliosa raccolta di novelle in lingua napoletana che Giambattista Basile creò nel 1634.
Dopo "La Scortecata" e "Pupo di zucchero", con "Re Chicchinella" la regista conclude il progetto con cui ha attraversato, insieme a un pubblico sempre commosso e appassionato, l'immaginifico universo dello scrittore campano.
«È la storia di un re che vive con una gallina attaccata al culo - racconta Emma Dante - Un re disabile che non riesce più a fare niente perché ha questo animale attaccato al deretano che non vuole uscire.
Poi alla fine il re muore - continua la regista - la gallina esce e la corte la incorona re. Mi piaceva l'idea che il potere abbia a che fare con l'ottusità e l'animalità».
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