ITINERARI E LUOGHI
Un'antica città tra Palermo e Agrigento: tra i suoi resti c'è anche la "Tomba della Regina"
Un ambiente incastonato tra due provincie che fa da cornice a una delle aree archeologiche che hanno rivestito una notevole importanza nella storia della Sicilia
Monte Adranone (foto di Wikipedia)
Un ambiente incastonato tra le province di Palermo e Agrigento che fa da cornice a una delle aree archeologiche che hanno rivestito una notevole importanza nella storia siciliana. Le attuali rovine svelano il periodo storico (tra l’VIII e il III sec. a.C.) nel quale Adranon raggiunse il massimo splendore e poi, subì inesorabile un lento declino fino alla distruzione.
Un percorso diviso in tre tappe fondamentali. La prima è contrassegnata dalla presenza di Selinunte che colonizzò la città nel VI secolo a.C. e divenne il centro nevralgico per il collegamento con Akragas.
La seconda fase storica è datata nel IV secolo (periodo ellenistico) e precisamente, dopo la conquista da parte dei cartaginesi. Divenne uno dei capisaldi del sistema realizzato da Cartagine a difesa dei confini della propria eparchia (area di influenza). Il terzo e ultimo periodo storico è racchiuso nella distruzione da parte dei romani nel 250 a.C.
Poi, la riserva del Monte Genuardo e le distese coltivate dai mille contorni colorati. La vasta area si estende sui terrazzamenti e, partendo dalle pendici meridionali si possono visitare le strutture presenti. Il sito è costituito dalle cinta murarie, la necropoli, l’area urbana, il santuario e l’acropoli.
A difesa dell'abitato fu eretta a partire dal VI secolo a.C. una possente cinta muraria di circa 6 km (perimetro). Seppur il lato orientale è circoscritto dalla presenza dello strapiombo, il resto fu costruito in blocchi di pietra marnosa locale e conservata in alcuni tratti per circa 6 metri di altezza.
Le fortificazioni subirono degli interventi successivi a causa dei ribaltamenti che la città visse nel tempo - vennero aggiunte delle torrette e rafforzato il sistema difensivo con la costruzione di un propugnacolo avanzato. Quest’ultimo rappresentava una prima base a protezione dell’ingresso meridionale.
Sono visibili anche i resti della Porta Nord. L’Acropoli era un’area sacra. Si accedeva e ancor oggi è possibile farlo da una porta che si apre nella cinta muraria. E’ delimitata da due torrette quadrangolari e all’interno sorgeva il tempio punico. Oggi i resti consentono di rilevare alcune caratteristiche architettoniche.
È un grande edificio a pianta rettangolare (51 x 10 m) e orientato secondo la tradizione sacra fenicio-punica (angoli in senso est-ovest). Una composizione divisa in tre vani non comunicanti. L’aspetto più interessante è dato dal grande recinto centrale a cielo aperto.
Questo era fiancheggiato da due ambienti coperti e quello a unica cella a sud-ovest assolveva un ruolo religioso importante. La pianta originaria fu modificata in un secondo momento - con alcuni interventi di diversa natura. All’esterno dell’Acropoli, scavata nella marna, si trova una grandiosa cisterna rettangolare che aveva più funzioni.
Da un lato era utilizzata per le esigenze rituali del santuario e dall’altra, come riserva idrica del centro abitato. Il Santuario extra-urbano si trova nel lato meridionale. È costituito da un temenos, con un muro di pietrelle a secco che delineano la forma di trapezio rettangolare.
L’abitato è formato da un complesso imponente del blocco I a pianta quadrata. Sono suddivisi in una serie di ambienti che si aprono su due lati di uno stretto e lungo cortile centrale. La necropoli si estendeva in un’area limitata. Si sviluppava in stratificazioni sovrapposte e riutilizzate.
Gli scavi hanno rinvenuto la presenza di tombe a cassa e camera ipogeica. Nel 1885 venne scoperta la Tomba della Regina risalente al VI-V sec. a.C. Una tomba a camera in conci di tufo con copertura a falsa volta e apertura preceduta da un breve dromos con accesso a pozzetto.
Sono presenti all’interno del sito anche i magazzini e la fattoria sotto la zona dell’acropoli. Durante gli scavi (anni Sessanta e dal 1985 al 1989) sono stati rinvenuti diversi frammenti ceramici, utensili di uso domestico, oggetti votivi e rituali e statuette fittili.
Sono conservati presso il Museo Archeologico Palazzo Pannitteri a Sambuca di Sicilia. Un luogo che fungeva da spartiacque e nasconde tesori che tutti possono ammirare. In un contesto spezzato dalle vicende storiche, l’antica città di Adranon si è collocata nel mezzo tra un’area sicana ellenizzata e quella elimo punica.
Grazie agli studi di Diodoro Siculo è stato possibile toccare con mano una realtà vasta, ricca e di spessore archeologico.
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