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Un'altra insegna storica va via da Palermo: perché ha chiuso "Pantaleone"

Simbolo "sacro" di Palermo, l'attività illuminava corso Vittorio e negli anni è diventato punto di riferimento per l'acquisto di articoli religiosi

Alice Marchese
Giornalista
  • 21 novembre 2024

«Quando entro in una casa, che sia di un mio caro o no, trovo sempre un oggetto che apparteneva al mio negozio e della mia famiglia». Ce lo racconta Francesco Pantaleone, ex proprietario di "Pantaleone Arte Sacra", che ha ormai chiuso i battenti.

Simbolo sacro del capoluogo siciliano, l'attività illuminava corso Vittorio e negli anni è diventato punto di riferimento per il mondo della chiesa per l'acquisto di articoli religiosi e arredi sacri.

Era il 1905 quando il padre del nonno di Francesco, Giuseppe, si trasferisce a Palermo e apre una sartoria ecclesiastica in via Lungarini. L’attività conquista terreno e pian piano il commercio include anche articoli religiosi e arredi sacri e trova la sua prima sede in Corso Vittorio, superando la Seconda Guerra Mondiale, periodo di fortissima crisi che mette in ginocchio l'economia universale.

Con gli anni '60 il negozio conosce un periodo di grande crescita che gli conferisce sempre più prestigio acquisendo sempre più notorietà. La grande svolta si ha con il Concilio Vaticano II che chiude i lavori sotto Paolo VI nel '65, quando con il cambio liturgico l'altare viene rivolto verso i fedeli così che il sacerdote non dia più le spalle all’assemblea.
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«Questo fa sì che tutte le chiese della Sicilia hanno avuto bisogno dell'altare frontale e del nuovo messale e noi siamo quelli che potevamo soddisfare questa esigenza. In questo modo la ditta ha una grandissima opportunità commerciale quella di vendere gli altari con Domenico Pantaleone - precisa il figlio Francesco – Nel 1990 apriamo una sede di circa 500 mq ai Quattro Canti.

È lì che entriamo in gioco io e mia sorella Simona. Lei cura la parte amministrativa, io invece quella artistica grazie anche alla mia formazione all'Accademia delle Belle Arti e sull'arte sacra. Lavoro per molti anni lì, ma durante il mio percorso concentro le mie attenzioni sull'arte contemporanea, sganciandomi dalla mia attività di famiglia e aprendo così la mia galleria.

In questi ultimi anni ha subito una battuta d'arresto per svariate ragioni, tra cui anche le difficoltà riscontrate del centro storico e del calo delle vocazioni. Tanti motivi che ci hanno portato a chiudere e vendere l'immobile nel luglio del 2023».

Un negozio in via Vittorio Emanuele al numero 293/295 che anno dopo anno, ampliando la gamma del commercio di articoli devozionali, diventa sempre più essenziale e poi vittima di cambiamenti inarrestabili seppur il legame capillare con la città di Palermo.

Un evento che l'ex proprietario ricorda con nostalgia è quello del 21 novembre: «Oggi si celebra la Virgo Fidelis, Maria scelta come patrona dell'Arma dei carabinieri. Anni fa abbiamo realizzato la scultura in legno in vetro resina per le forze dell'ordine presente in molte caserme».

Adesso Francesco Pantaleone ha una galleria d'arte contemporanea con particolare attenzione al territorio e di respiro internazionale. Ad esporre anche l'artista Liliana Moro che nel 2019 ha preso parte al Padiglione Italia alla 58esima biennale di Venezia. Attualmente è visitabile la mostra di Maïa Régis, pittrice francese ma con radici profonde a Palermo.

Finisce così con rammarico una gloriosa attività ricca di storicità che ha accolto ospiti illustri del mondo ecclesiastico tra cui vescovi e cardinali da tutto il mondo e che è stata anche il riferimento per ordini cavallereschi, come l'Ordine di Malta, l'Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme e l’Ordine costantiniano di San Giorgio per cui ha creato mantelli e onorificenze in argento e smalti.
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