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Tra lago dei cigni, tempietti e colline: il parco romantico di villa Tasca a Palermo
La trasformazione del giardino da "all'italiana" a "all'inglese" si deve a Lucio Mastrogiovanni Tasca nel 1855: esploriamo il parco tra piante tropicali e subtropicali
Villa Tasca a Palermo in una cartolina dei primi anni del Novecento
La villa e il giardino sono attualmente adibiti all'organizzazione di eventi. Ma questa storica dimora vanta un glorioso passato, con ospiti prestigiosi come Wagner, Goethe, Verdi, Bismarck, Margherita di Savoia, Jacqueline Kennedy, re Ferdinando di Borbone e la regina Carolina.
Il parco si estende su circa otto ettari, a poca distanza da corso Calatafimi. La villa fu costruita, in un'area ricca di sorgenti, nella prima metà del Cinquecento da Aloisio di Bologna, barone di Montefalco.
In seguito gli eredi ne modificarono l'aspetto già dal Settecento, che da allora assunse quello attuale. La trasformazione del giardino dall'impianto "all'italiana" a quello "all'inglese" si deve a Lucio Mastrogiovanni Tasca nel 1855.
Nel 1870, con i lavori di espansione del giardino, furono create tre aree tipicamente di stile romantico: il lago dei cigni, la collinetta artificiale ed il giardino di acclimatazione.
Il primo è stato l'ambiente prediletto per i servizi fotografici nuziali specialmente negli anni Settanta, quando l'accesso al parco era aperto a tutti, anche se per i suddetti servizi fotografici era previsto un ticket d'ingresso.
Ancora oggi le spose di allora ricordano, divertite e commosse, come il loro abito fosse preso di mira dai cigni che si avvicinavano alle sponde del laghetto per beccarne il velo.
Il lago fruiva di una cascatella che era una vera e propria attrattiva e che attualmente ha perso tutta la sua poesia perché non risulta funzionante.
È sormontato da un tempietto, anch'esso inaccessibile. La collinetta artificiale è un elemento caratteristico dei giardini romantici e quella di villa Tasca è dotata di gazebo e ponte. Il giardino di acclimatazione accoglie soprattutto piante succulente e xerofite.
Nel parco si poteva accedere da un portale d'ingresso bugnato tuttora esistente in corso Calatafimi e che adesso conduce a dei palazzi residenziali.
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