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Stava lì da 40 anni e ora si fa sul serio: via l'ecomostro dal lungomare di Sferracavallo

Una giornata storica per la borgata di Palermo: è partita la demolizione dell'ex Zotta. Ecco cosa si pensa di realizzare nell'area riqualificata. Il video

Balarm
La redazione
  • 4 novembre 2024

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Una giornata storica per Sferracavallo. Sono iniziate oggi, lunedì 4 novembre, le operazioni di demolizione dell'ex Zotta, l'edificio abbandonato sulla scogliera della borgata, noto come l'ecomostro.

La storia risale addirittura a quarant'anni fa, quando a seguito degli incidenti aerei avvenuti nei pressi di Punta Raisi si decise di creare due centri di soccorso in mare: uno a Terrasini, oggi sede della locale Guardia Costiera e un'altra a Sferracavallo, l'ex Zotta appunto.

Costruito sulla scogliera però l'edificio già alle prime mareggiate presentò i primi deficit strutturali, essendo soggetto a continui allagamenti e infiltrazioni. Nonostante i vari tentativi di darlo in concessione e riqualificarlo, circa 11 anni fa, dopo diverse manifestazioni organizzate dal Comitato cittadino Il Mare di Sferracavallo la soluzione risultò soltanto una: la demolizione.

Purtroppo la burocrazia procede con i suoi tempi e ci sono voluti 11 anni prima di vedere arrivare le ruspe.
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«Negli ultimi 11 anni abbiamo portato avanti una serie di iniziative per risolvere il groviglio burocratico che impediva ogni possibile soluzione del caso - racconta Simone Aiello fondatore del Comitato e consigliere della VII circoscrizione - e nel 2016 siamo riusciti a mettere d'accordo tutte le parti in causa affinchè si realizzasse l'unica decisione condivisa possibile: la demolizione.

Tre anni fa l'allora deputato nazionale di M5s Adriano Varrica (ora deputato ARS) si è attivato per ottenere il finanziamento per il progetto di abbattimento della struttura, inserito nel Piano triennale delle opere marittime, che ha fatto sì che finalmente si concretizzasse quello che oggi si sta realizzando».

Adesso una volta terminata la demolizione l'area dovrà essere bonificata e riqualificata. Prossimo obiettivo?

«Il nostro auspicio - aggiunge Aiello - è che l'area di costa possa essere utilizzata per l'ormeggio delle tradizionali imbarcazioni dei pescatori locali, ossia lancitedde, lance e gozzi, in siciliano chiamati "vuzzareddi", piccole barche in legno tipiche della borgata. Questo sarà il nostro prossimo obiettivo come Comitato cittadino».
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