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Stampe antiche, disegni e fascicoli: i tesori (recuperati) nei magazzini di Castello Ursino

Non appena le restrizioni allenteranno e i luoghi della cultura torneranno fruibili, ci saranno delle novità per il grande patrimonio artistico siciliano. Eccone una

Balarm
La redazione
  • 8 gennaio 2021

Castello Ursino a Catania

Non appena la pandemia, e le conseguenti restrizioni per il contenimento del Covid, cesseranno permettendo una riapertura dei "luoghi della Cultura" ci saranno delle belle novità in Sicilia. E in particolare, nella rete museale di Catania che comprende tre luoghi di grande valore: il Castello Ursino, l’Archivio Storico Comunale e il Museo civico Belliniano.

Volendo mettere a frutto questo lungo momento di chiusura al pubblico, infatti, il Museo Civico Castello Ursino di Catania è al lavoro per un nuovo riordino dei reperti e delle opere d’arte presenti.

Un'azione di ricognizione senza precedenti che punta al ricovero ottimale dei reperti, che garantisca efficienza e ne preservi il valore storico e artistico, ma che soprattutto guarda alla prospettiva di ampliamento degli allestimenti degli edifici della rete museale cittadina.

A questo riorganizzazione straordinaria stanno lavorando una quarantina di dipendenti.

Dalle ricollocazione delle stampe antiche della collezione Zappalà Asmundo, risistemate in un’ala del deposito dedicata alla consultazione di archivio, al fondo di disegni degli architetti Sebastiano e Stefano Ittar.
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Fino al lavoro di inventariazione che prevede che alcuni documenti vengano avvolti, secondo le prescrizioni, con i fogli di carta giapponese per una corretta conservazione.

Sono state riordinate anche moltissime riviste edite dai Comuni italiani sin dagli anni ‘30, un patrimonio significativo soprattutto per gli articoli che riguardano i beni artistici di proprietà del Comune di Catania, su cui le notizie sono scarne per via dell’incendio del 1944 di Palazzo degli elefanti, sede del Comune, che mandò a fuoco anche gli archivi storici cittadini.

Nella piccola biblioteca del Museo Civico, poi, i fascicoli, ordinati e in attesa di una catalogazione organica, potranno essere comunque consultati.

Sempre nella biblioteca del Castello Ursino sono stati trasferiti e archiviati anche tutti i fascicoli che conservano documentazione amministrativa e storica del Museo, dalla sua istituzione nel 1934 ai giorni nostri, precedentemente raccolti in una sala che, nel progetto di allargamento delle sale, diverrà sede espositiva.

Il piano di riordino prevede anche la revisione delle didascalie di tutti i reperti attualmente esposti: verranno presto ristampate su plexiglass con una immagine in linea con il grande interesse che Castello Ursino suscita nei visitatori.

Quest’ultimo, infatti, oltre alle grandi mostre che negli anni ha ospitato (ricordiamo la mostra su Escher e su Chagall) è un edificio storicamente molto importante.

Edificato tra la fine del 1239 e l'inizio del 1240 per volere di Federico II di Svevia, con l’invio di una una lettera datata 24 Novembre 1239, il Castello fu il frutto del contributo di tutti i cittadini.

Fu lo stesso imperatore, infatti, ad invitare i catanesi a versare una somma di duecento once in oro per la costruzione del castello ed i lavori iniziarono da lì a breve, incalzati da una possibile rivolta cittadina.

La costruzione del Castello Ursino faceva parte di un ampio progetto di fortificazione avviato già negli anni precedenti nella Sicilia orientale da Federico II.

Nonostante le difficoltà economiche imponessero in quegli anni l'interruzione dei lavori in gran parte degli altri castelli siciliani, il castrum catanese fu costruito in breve tempo su di un promontorio che si affacciava sul mare ma che dominava anche il centro urbano.

Non più isolata roccaforte, ma struttura urbana a presidio della città, in relazione con la sua configurazione ed il suo sviluppo.

Difficile, per chi lo visita oggi, immaginarne l'originaria collocazione strategica.

L'eruzione del 1669 ne snaturò l'originaria vocazione, modificando il rapporto dell'edificio con il terreno e la sua posizione all'interno del tessuto cittadino. La colata lavica lo circondò lasciando pressoché intatta la struttura ma distruggendone la funzionalità militare.

Venne alterata anche la visuale del Castello, reso meno imponente dal livellamento del terreno.

La struttura del Castello esprime gli aspetti essenziali dell'architettura Federiciana: una pianta rigorosamente geometrica definita da un doppio perimetro quadrato con al centro un'ampia corte interna.

Una struttura perfettamente regolare e simmetrica che ripete se stessa, segnata da quattro torri angolari e quattro torri mediane, due delle quali ancora esistenti.

La storia del Castello Ursino - l’origine del nome è tuttora controversa - è da sempre legata ad accadimenti politici e naturali. Dalla costruzione a oggi è stato quasi costantemente utilizzato.

Per tutto il XIII secolo mantenne il carattere di fortezza per poi divenire dimora reale degli Aragonesi (nel Castello fu convocato il primo Parlamento Siciliano) e, più tardi dei Viceré Spagnoli. È stato adibito anche a carcere (nel cortile sono ancora visibili i graffiti dei prigionieri) e utilizzato in seguito come caserma.

Restaurato in epoca fascista, dal 1934 il Castello ospita le raccolte civiche in cui sono presenti le sezioni archeologiche Medievale, Rinascimentale e Moderna.

I lavori di restauro del 1988, infine, hanno riportato allo splendore originale uno dei monumenti simbolo della città di Catania che attira ogni anno un numero non indifferente di turisti da tutto il mondo.
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