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Siccità in Sicilia, ora tutelare le zone umide: iniziative dall'Oreto al lago di Pergusa

In campo gli ambientalisti per la giornata mondiale del 2 febbraio. Chiedono l’ampliamento delle riserve, nuove aree protette e un piano di riforestazione

Aurelio Sanguinetti
Esperto di scienze naturali
  • 31 gennaio 2025

Il Gorgo di Santa Rosalia

La Giornata mondiale delle zone umide - che si festeggia il 2 di febbraio - è sicuramente una delle date più importanti tra quelle che vengono celebrate ogni anno a sostegno della tutela della biodiversità.

Festeggia i delicati equilibri ecosistemici e le specie che abitano le zone umide, importanti aree di confine che sono messe sempre di più in pericolo dalla cementificazione e da vari altri processi favoriti dall’uomo.

Proprio per celebrare le aree umide siciliane, messe in ginocchio dai recenti mesi di siccità e da altri fattori, come il sempre più diffuso inquinamento, Legambiente Sicilia quest’anno ha deciso di promuovere una lunga serie d’iniziative atte a far conoscere alle persone queste zone e la loro importanza, in considerazione anche del 54° anniversario della firma della Convenzione Ramsar, il trattato intergovernativo che coordina la cooperazione internazionale nella conservazione e l'uso razionale delle zone umide e delle loro risorse.
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A partire quindi dal prossimo 1 febbraio fino a giorno 9 si susseguiranno diversi eventi in Sicilia, promossi dai vari circoli di Legambiente, che vedranno protagonisti alcune delle aree umidi più importanti della nostra isola, come il gorgo di Santa Rosalia o il fiume Oreto a Palermo, il fiume Jato, Capo Feto a Mazara del Vallo, il lago di Pergusa a Enna, il Lago Sfondato a Caltanissetta, i mulini ad acqua dell’Ancipa, i Pantani Cuba e Logarini presso Ispica, il fiume Salito, e il pantano di Castiglione di Sicilia (qui il sito in cui è possibile trovare la lista completa degli eventi e dei luoghi interessati dall’iniziativa).

«Occorre rafforzare la tutela di questi ambienti come richiesto dalla Strategia Europea per la Biodiversità che prevede di ottenere il 30% del territorio e del mare tutelato e ben gestito – ha spiegato Giulia Casamento, referente Biodiversità di Legambiente Sicilia – chiediamo da anni l’istituzione di specifiche riserve naturali in importanti zone umide tra cui i Pantani della Sicilia sud orientale (SR e RG), i Pantani di Gelsari e Lentini (CT e RG), Capo Feto e Margi Spanò (TP), Castello della Pietra (TP), oltre che il rafforzamento delle azioni di tutela nelle aree già ricadenti in riserve e parchi».

«Le iniziative organizzate nell’ambito della Giornata Mondiale delle Zone Umide proseguiranno per l’intero 2025 per raccontare e rilanciare il nostro impegno a difesa delle zone umide – ha spiegato invece Tommaso Castronovo, attuale presidente di Legambiente Sicilia – gli ecosistemi acquatici costituiscono degli ottimi indicatori della salute della nostra Regione ed è necessario anche provvedere a rafforzare la sinergia normativa con la gestione delle risorse idriche, contrastare le illegalità ambientali nei sistemi acquatici ed avviare il ripristino degli ecosistemi acquatici degradati».

L’iniziativa a sostegno delle zone umide è tra l’altro anche inserita in un progetto più ampio di Legambiente Sicilia, che da alcuni anni cerca di tutelare e valorizzare la biodiversità della nostra isola.

Esso prende il nome di "Preziose X Natura" e ha lo scopo di raggiungere diversi obiettivi ambientali che da anni fanno parte del dibattito pubblico degli attivisti siciliani.

Fra questi obiettivi c’è per esempio l’ampliamento nel numero delle riserve, con l’istituzione di nuove aree protette, oltre alla promozione di un grande piano di riforestazione - atto a riparare i danni provocati dagli incendi e a decarbonizzare la nostra regione - e alla riforma della governance dei Parchi regionali e delle riserve naturali.

Fra gli organismi più importanti che è possibile incontrare all’interno delle zone umide possiamo infine elencare diverse specie di uccelli migratori, che arrivano in Sicilia proprio per rifocillarsi durante il loro lungo viaggio, che li porta in aree molto distanti del globo, e alcune piante estremamente rare e importanti, sconosciute al grande pubblico, come la Chara canescens, oggetto di studio di alcuni docenti dell’Università degli studi di Palermo, tra cui Angelo Troia.
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