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Si chiamava "Pisciacane", sorge su una roccia: il borgo (senza tempo) in Sicilia

Ha pochi abitanti, come una sentinella che veglia sulle terre circostanti. A partire dagli anni Duemila, ha iniziato a conoscere un modesto flusso turistico. La storia

Roberta Barba
Storico dell'arte
  • 16 ottobre 2024

Il borgo di Santa Rita

Santa Rita, un tempo conosciuto come Borgo Pisciacane, è una frazione del comune di Caltanissetta, incastonata tra le dolci colline nissene. Qui, il tempo sembra essersi fermato, cullato dalla tranquillità di un luogo dove la vita scorre secondo i ritmi della natura, lontano dal caos della modernità.

Pochi abitanti popolano questo piccolo borgo, la maggior parte dei quali dediti con amore e fatica all’agricoltura, custodendo tradizioni antiche che parlano di terra, sudore e mani segnate dal lavoro.

Borgo Santa Rita sorge su uno sperone roccioso alle pendici del monte Pisciacane, come una sentinella che veglia sulle terre circostanti. L’unica strada di accesso si arrampica fino alla strada provinciale 2, collegando il borgo a Sommatino e Delia, comuni a cui gravita come se ne fosse un satellite, lontano ma mai davvero isolato.

La storia di questo luogo affonda le sue radici nel 1895, quando il barone Rosario La Lomia di Canicattì acquistò i terreni tra i feudi Pisciacane e Draffù, dando vita a un insediamento che crebbe seguendo le necessità immediate dei braccianti agricoli che qui trovarono casa.
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Nel 1930, il borgo venne ribattezzato in onore di Santa Rita, grazie alla baronessa Rita Bordonaro La Lomia.

Fu costruita una chiesa, consacrata proprio a Santa Rita, che oggi troneggia sul borgo con la sua facciata rosa, visibile da lontano come un faro di fede e speranza, e una scuola. Oggi il borgo è abitato da poche, pochissime, famiglie, custodi di un passato che sembra voler sfuggire tra le mani.

A partire dagli anni Duemila, il borgo ha iniziato a conoscere un modesto flusso turistico, grazie al crescente interesse per lo slow tourism, un modo di viaggiare che invita a rallentare, ad assaporare ogni istante, ogni dettaglio.

Santa Rita offre ai visitatori un’esperienza unica, fatta di silenzi interrotti solo dal canto degli uccelli e dal rumore lontano di una trebbiatrice che lavora il grano nei campi dorati. C’è qualcosa di magico in questo luogo che lo tiene vivo: il Forno Santa Rita.

Qui, il panettiere Maurizio Spinello, ha dato vita a un’antica tradizione. Ogni giorno, all'alba, accende il forno a legna, alimentato con legno di ulivo e mandorlo, per sfornare un pane che racconta la storia di questa terra.

Farine di grani antichi siciliani, come la maiorca, il russello e la timilia, vengono impastate con maestria e pazienza, rispettando i tempi lunghi della lievitazione naturale.

Il profumo del pane appena sfornato si diffonde nell'aria, richiamando viaggiatori da ogni parte della Sicilia, attratti dalla promessa di un sapore autentico, genuino, come quelli di una volta. Santa Rita è anche il luogo dove si celebra, ogni anno, nel mese di maggio la festa dedicata alla sua Santa.

La prima domenica utile, il borgo si anima di vita e di devozione. Due messe al mattino, la benedizione delle rose, la processione che percorre la strada provinciale da Delia fino alla chiesa del borgo, e poi la messa solenne che culmina con uno spettacolo di fuochi pirotecnici. È un momento di unione, di fede condivisa, un rito che si ripete da decenni, mantenendo viva l’identità di questo piccolo angolo di mondo. Borgo Santa Rita non è un luogo abbandonato.

Qui, la vita scorre ancora, lenta ma intensa, fatta di piccole cose, di gesti quotidiani che parlano di fatica e amore per la propria terra. Ogni mattone, ogni pietra, racconta una storia.

E chiunque metta piede qui, anche solo per un giorno, non può fare a meno di portare con sé un pezzo di questa storia, di questo borgo che, pur piccolo e silenzioso, lascia un’impronta profonda nel cuore di chi lo visita.
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