Senza vaccino non entri a scuola: tra Facebook e la legge i "no vax" al bando
Da lunedì 11 marzo i bambini non vaccinati non possono andare a scuola, è la legge: mentre i social mettono al bando i genitori "no vax" parliamo dei vaccini obbligatori

La legge è stata varata nel 2017 e prevede che negli asili nido e nelle scuole materne i bambini non in regola con i 10 vaccini obbligatori non possono entrare in classe e per le elementari e le medie la multa può arrivare fino a 500 euro.
I vaccini da fare: anti-poliomelitica, anti-difterica, anti-tetanica, anti-epatite B, anti-pertosse, anti Haemophilusinfluenzae tipo B, anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite e anti-varicella.
Ovviamente la legge irrita i (putroppo molti) genitori contrari ai vaccini, i cosiddetti "No vax" che si proclamano "in difesa della libertà di cura e dell’inviolabilità del corpo".
Il ministro dell'Interno Matteo Salvini aveva tentato di chiedere una proroga al ministro della Salute Giulia Grillo ma non è stata concessa.
Il provvedimento è soltanto l'estensione a 10 dei 4 vaccini che erano già obbligatori e Salvini si dice contrario senza però specificare i motivi, probabilmente legati alla credenza del "sovraccarico da vaccini" secondo cui il sistema immunitario dei bambini lavorerebbe troppo e all'improvviso a causa della somministrazione.
Una credenza diffusa che non è sostenuta da alcuna evidenza scientifica.
Cosa fa Facebook: il social network più diffuso del mondo ha deciso di mettera al bando post e in generali contenuti no-vax.
Perché? Per dare meno visibilità ai gruppi e alle pagine che diffondono informazioni non scientifiche (e sbagliate) sulle vaccinazioni includendo anche i profili Instagram (altro social appartenente a Zuckeberg).
Le notizie false verranno smascherate confrontandole con quelle ufficiali e diffuse dall’Organizzazione mondiale della sanità e dai centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie.
C'è da dire infine che in Parlamento si sta studiando un nuovo provvedimento che potrebbe portare a un "obbligo flessibile" per cui la vaccinazione sarebbe obbligatoria solo "in caso di emergenze sanitarie o di compromissione dell'immunità di gruppo".
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