CRONACA
Senza auto, ma attrezzato: come vorremmo che fosse il Parco della Favorita di Palermo
Sarebbe dovuto diventare "come il Central Park di New York", ma così non è stato. Adesso, un palermitano che ha girato il mondo torna in città e fa sentire la sua voce
L'area bambini di un parco attrezzato in Repubblica Ceca (foto Facebook "Parco della Favorita che vorremmo")
Parliamo dello splendido e storico Parco della Favorita di Palermo.
Creato nel 1799 da Ferdinando III di Borbone e oggi facente parte della Riserva Naturale Orientata Regionale "Monte Pellegrino", con i suoi 400 ettari di estensione, il Parco urbano di Palermo è sempre stato al centro del dibattito cittadino, creando promesse, aspettative e desideri quasi mai realizzati.
In moltissime occasioni, nel corso degli anni, i cittadini hanno espresso la volontà di un parco senza auto ma vivo e attrezzato, pieno di attività sia per adulti che per bambini.
Ed effettivamente piccoli passi erano stati intrapresi prima dello scoppio della pandemia verso questa direzione.
Con La Domenica Favorita, infatti, si era data la possibilità agli abitanti e ai turisti di tutte le età di riscoprire il polmone verde della città, godendo della sua bellezza durante le domeniche di chiusura al traffico, con l’obiettivo finale di «valorizzare il parco 365 giorni all’anno».
A pensarla così è Giorgio Lo Cicero, un palermitano che ha girato il mondo ma che da un po' di tempo è tornato a Palermo a causa della pandemia.
È lui il promotore della pagina Facebook Parco della Favorita che vorremmo, con la quale spera di «sensibilizzare la cittadinanza e di sollecitare l’amministrazione per dare lustro a uno dei parchi più grandi d’Europa, rendendolo un punto focale e sinergico della città».
«Sono stato tanto tempo fuori, ho anche vissuto a Buenos Aires per undici anni ma ho sempre avuto Palermo nel cuore» - racconta con voce accorata - «Fin da ragazzino frequento lo Stadio delle Palme, ecco perché quando vado ad allenarmi e vedo l’abbandono in cui versa tutta quella zona mi viene la tristezza».
Una tristezza dovuta al fatto che in quella parte del parco, che viene comunemente chiamata l'area di "Case Rocca", ci sono alcune attrezzature sportive e una piccola area gioco per bambini «ormai pericolanti e rovinate, che non hanno mai subito manutenzione in questi anni», con l’aggravante di una scarsa illuminazione, che chiaramente non ne facilita la fruizione.
«Sono stati dei ragazzi a spese proprie a riparare la barre che si erano rotte, in qualsiasi altra città del mondo non sarebbe mai avvenuto anche perché utilizzano materiali durevoli nel tempo e pensati per resistere agli agenti atmosferici», ci spiega.
«A Buenos Aires, che non è certo ricca, ci sono moltissimi parchi e sono tutti attrezzati, sia per i più grandi che per i più piccoli - aggiunge -. Quando mi allenavo la mattina, vedevo con i miei occhi gli addetti controllare le strutture. Se riscontravano dei problemi facevano delle fotografie e le mandavano agli organi competenti, che intervenivano immediatamente. Qua a Palermo non ho mai visto fare una cosa del genere. Ed è triste».
Giorgio, però, non vuole soltanto lamentarsi o rassegnarsi davanti allo stato delle cose.
Col «supporto psicologico» delle persone che credono nella sua battaglia e di qualche amico con cui condivide passioni e sogni, ha deciso quindi di far sentire la propria voce, utilizzando i mezzi che ha a disposizione: dalla pagina Facebook alle petizioni online, dal mobilitare i concittadini al chiedere sostegno ai media locali, l’impegno in termini di tempo non è indifferente.
Nessuna finalità politica o interessi privati, ci tiene a sottolineare, ma soltanto il desiderio di «vedere finalmente un parco degno di questo nome offrire un’area gioco per bambini realmente fruibile e un servizio di sport pubblico aperto ventiquattro ore su ventiquattro, attraverso percorsi fitness o rampe per le mountain bike, come avviene in altre città europee».
«Ancor di più in questo momento, in cui le palestre sono chiuse ma rafforzare il sistema immunitario è fondamentale, il fatto che non si faccia nulla per lo sport pubblico è triste» - continua - «Anche perché c’è pure da considerare, e da non sottovalutare, che le attività sportive tolgono moltissimi ragazzi dalla strada e possono influire sul tessuto sociale, rendendo le persone migliori».
Insomma, un’azione volta alla sensibilizzazione della cittadinanza, perché si interessi personalmente di ciò che è un bene pubblico con grandissime potenzialità, ma che possa anche servire da pungolo per l'amministrazione, soprattutto dopo essere venuto a conoscenza che «sono stati stanziati novantamila euro proprio per rivalutare quella parte di Palermo».
«Con tutti questi soldi, si possono fare grandi cose oppure nulla». Se la voce dovesse essere vera, quindi, in che modo saranno spesi?
È quello che si chiede Giorgio e per cui si batte, sperando che un giorno il nostro Parco della Favorita possa risplendere ed essere all’altezza dei suoi “fratelli” sparsi nel resto d’Europa.
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