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Sembra intagliato nella roccia della montagna: alla scoperta del castello (perduto) di Gresti

Nella Sicilia più interna, più intima, esiste un luogo incantevole, dalla cui cima è possibile godere di una vista mozzafiato e ammirare quegli scorci unici e meravigliosi

Roberta Barba
Storico dell'arte
  • 30 giugno 2021

Castello di Gresti o Pietratagliata

Nella Sicilia più interna, più intima, esiste un luogo incantevole, dalla cui cima è possibile godere di una vista mozzafiato e ammirare quegli scorci unici e meravigliosi dell'entroterra siciliano: il castello di Gresti, detto anche di Pietratagliata.

Posto nel territorio ennese quasi al centro di un triangolo immaginario che unisce le città di Aidone, Valguarnera e Raddusa, si ergono i ruderi di un castello la cui origine non è ben definita ma le cui prime testimonianze storiche documentabili risalgono al XIV secolo.

Il castello, che tutt'oggi è poco conosciuto e purtroppo versa in uno stato di abbandono, sorge su uno sperone roccioso di natura arenitica, in posizione strategica come postazione di controllo e difesa del territorio. A prima vista il castello di Gresti e il paesaggio tutt'intorno si presentano solitari, desolati, ma ricchi di fascino e di storia vissuta.

Infatti, anticamente il sito è stato una rocca attorno alla quale si era sviluppato un piccolo abitato in cui vi sono stati greci, romani e arabi, la cui testimonianza è data dal ritrovamento di monete di varie epoche. L’incastonata e inespugnabile fortezza medievale, invece, è stata edificata dai normanni e durante la guerra del Vespro ha ospitato una guarnigione francese annientata durante l’assedio.
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Nel XIV secolo il feudo, allora denominato Fessima o Fessinia, e la fortezza di Pietratagliata sono stati concessi al re Federico di Aragona il quale decise di assegnarli a Prandino Capitana di Piazza Armerina. Questi poi si ribellò al re, il quale gli confiscò il feudo e il castello, che nel 1374 passarono nelle mani di Perrano de Jeunio, feudatario del paese e del castello di Aidone e di Pietratagliata.

Da allora si sono susseguiti diversi proprietari, l'ultimo dei quali è stato il Barone Ignazio La Lumia di Licata, eletto Deputato alla Camera nella XXIV legislatura (1913-1919). Alla morte del Barone La Lumia, la sua famiglia è rimasta proprietaria del Castello.

Per quanto riguarda la sua denominazione, il Castello è conosciuto con entrambi i nomi di Gresti e Pietratagliata. Pare che il suo vero nome in realtà fosse di Pietratagliata, a causa della conformazione della sua struttura intagliata nella viva roccia, caratteristica che lo rende simile al castello di Sperlinga.

Il nome Gresti, invece, deriva dal nome della contrada e dell'adiacente “Cozzo dei Gresti”, un modesto rilievo dove in età greco-romana era sorto un insediamento testimoniato dai numerosissimi cocci ceramici, che hanno dato poi il nome al sito (il termine cocci in dialetto si traduce in “gresti”).

Per quanto riguarda la struttura architettonica, la costruzione è unica nel suo genere poiché la torre a prisma rettangolare, alta circa 36 metri e ancora oggi ben conservata, non ha spazi interni ed è quasi interamente scavata nella viva roccia sottostante. Una scala elicoidale esterna consentiva l'accesso al terrazzo. Oggi della scala non restano che tracce.

Si arriva alla porta del castello attraverso una piccola e tortuosa stradina intagliata nella roccia, la quale a destra è delimitata dal massiccio roccioso e dalla torre, a sinistra da un piccolo muro.

Completano il castello di Gresti o Pietratagliata un insieme di ambienti ipogei situati alla base della parete orientale della costa rocciosa e in alto sul versante occidentale della rupe, di cui un ipogeo artificiale piuttosto grande, a pianta rettangolare, presenta un soffitto piano con evidenti tracce di scalpellatura. Vi sono, inoltre, un insieme di magazzini e altri ambienti destinati all'utilizzo della fabbrica come masseria risalenti al XVII secolo.

Gli ambienti costruiti alla base della torre sul lato settentrionale sono probabilmente riconducibili agli spazi residenziali del piccolo fortilizio e costituiscono l’elemento di collegamento tra la struttura difensiva e gli ambienti ipogei. Sulle rocce prospicenti l'entrata del castello vi era una cappella di famiglia, di cui oggi restano intatti soltanto le mura perimetrali e il piccolo portale in pietra locale, semplice ma attraente.

Nella parte alta del castello vi è un'iscrizione e una leggenda vuole che colui il quale riuscirà a leggerla cavalcando al galoppo, scoprirà il tesoro nascosto all'interno degli ipogei. Fascino, bellezza, stupore, incanto, solitudine, un insieme di emozioni suggestive, dunque, travolgono il visitatore.

Il castello di Gresti o Pietratagliata, anche se con qualche difficoltà, è raggiungibile da Aidone percorrendo la SS 288, in direzione Catania, per circa 15 km, oppure da Raddusa.
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