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Se ci entri ti sembra di essere in Oriente: una bellezza da scoprire vicino a Palermo

Vi portiamo alla scoperta della la Cattedrale di San Demetrio Megalomartire, uno degli edifici più importanti di Piana degli Albanesi

Salvatore Di Chiara
Ragioniere e appassionato di storia
  • 23 dicembre 2024

Cattedrale di San Demetrio Megalomartire

Si respira aria di cultura a Hora e Arbëreshëvet (Piana degli Albanesi). Il piccolo comune palermitano “pullula” di bellezze. Tutte da scoprire, da vivere intensamente.

A partire da corso Giorgio Kastrota. Nella centralissima via del borgo arbereshe tutto ha un significato da approfondire.

I curiosi entrano nel mondo albanese, in uno dei centri siciliani dove cultura e tradizioni non hanno smesso di… sognare. Lu ciavuru di li cannola intriga non poco. Ti porta con forza verso la Fontana dei Tre Cannoli (Kanojvet).

Docu si mancia bonu” dicono gli abitanti del luogo. Durante i primi passi - in attesa di una bella scorpacciata in salita - lo sguardo attonito si fa ingolosire da una struttura dalle proporzioni interessanti.

Alla nostra destra spicca uno degli edifici più importanti di Piana: la Cattedrale di San Demetrio Megalomartire.

Le curiosità sono molteplici, vanno attenzionate. È il passo iniziale che conduce il turista alla scoperta del mondo orientale, anzi di un percorso storico che ha vissuto periodi abbastanza impegnativi.
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La scalinata di accesso è in stile tardo-barocca. Scolpita con regolare precisione, introduce fedeli e curiosi all’ingresso, non prima di osservare “delicatamente” gli esterni.

I primi lavori iniziarono nel 1498. Rimaneggiata più volte, la facciata è stata restaurata “solamente” negli anni Settanta.

Nonostante i ripetuti interventi, presenta “spicchi” di gran fattura. Il sagrato sopraelevato è il modo per accedere, delimitato da una balaustra in marmo.

Tra entrate principali e secondarie, la facciata è abbellita da due mosaici novecenteschi (monrealesi). Questi ultimi raffigurano Cristo, la Vergine Platytera e i santi guerrieri San Demetrio e San Giorgio.

Eccellono le tre campane arricchite da otto monofori. Di base rettangolare, il campanile percorre forme disuguali e conclude con un "finale a cuspide".

Accompagnati da un’aura surreale, a tratti benedetta, giunge il momento dell’entrata. Attoniti e stupiti, il silenzio è padrone dei nostri destini. Un “concentrato complesso” di opere che fanno testo e seguito a un iter storico importante.

Dell’Eparchia di Piana degli Albanesi è la struttura massima elevata a dignità di cattedrale (1937). A partire dal 1488, anno di fondazione della parrocchia a favore degli esuli provenienti dalla penisola balcanica, le date da cerchiare sono tante.

Tra queste il 24 luglio del 1589. Onori e diritti vennero finalmente trasferiti nell’attuale chiesa. Tra il 1641 e il 1644, dopo i vari rimaneggiamenti subiti, intervenne il maestro pittorico Pietro Novelli.

Successivamente fu sede del vescovo di rito greco, venne istituita la Collegiata e iniziarono anche i lavori di ristrutturazione. Il periodo di lettura storica è un intermezzo tra l’esterno e l’interno. Quello che verrà può sconvolgere la nostra “lettura personale” architettonica.

Con estrema lucidità, gli occhi cadono sulla pianta longitudinale a tre navate. Sono chiuse da tre absidi, con ampio catino absidale centrale.

E poi, l’incontro/scontro tra due stili.

Quello occidentale è segnato dalle opere del pittore/architetto monrealese (Novelli). Lo stesso cercò di volgere uno sguardo ai santi orientali. Dall’altro canto prevalgono le iconostasi (altari, trittici e affreschi) in stile bizantino.

Nel bel mezzo di navate, marmi, campate, balaustre, presbiteri, transetti e forme lignee, lo spirito di osservazione gioca un piacevole scherzetto.

Si lascia andare a questo forte contrasto. Sofferma e punta dritto alle caratteristiche che vedono rivaleggiare i venti d’Oriente con le linee occidentali.

L’Eterno Padre partecipe della Resurrezione di Cristo è il classico esempio di - come un genio (il Novelli) - abbia saputo conciliare nello stile “nostrano” i santi “osannati” dal rito greco: San Gregorio, Anastasio, Basilio e Giovanni Crisostomo.

Dall’altro canto, sono interessanti le iconostasi (la mistica Cena). Si trovano nella navata centrale. Entrare nei dettagli è compito arduo, a dir poco impegnativo.

Toglie “verve” alla visita stessa. I tesori custoditi e facenti parte della ricca collezione rappresentano un unico spunto di riflessione. In una città dove prevale la tradizione socio-culturale albanese, la religione riveste un ruolo di primo piano.

In un’epoca dove la stessa è uno degli strumenti utilizzati per infondere odio, la Cattedrale di San Demetrio rispecchia il lato positivo della questione.

Comunità, rispetto, storia e unione sono elementi di spessore, poco valorizzati. L’esempio lampante è dato dallo stesso Novelli, un luminare in grado di far coesistere idee che oggi non troverebbero corrispondenza.

E Piana degli Albanesi è uno dei luoghi ideali che dimostrano l’eccezione.
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