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San Gaetano e il culto dei teatini: fra statue e chiese a Palermo c'è un insolito itinerario

Il 7 di agosto si festeggia San Gaetano da Thiene, a Palermo il culto legato ai teatini ha una grande storia che ha lasciato anche tracce indelebili nel patrimonio architettonico

  • 7 agosto 2020

La chiesa della Catena di Palermo in un dipinto dell'artista danese Martinus Rørbye

Il 7 di agosto si festeggia San Gaetano da Thiene, giorno in cui si ricorda la data della sua morte, nel 1547. "San Gaetano gluriusu e piu, sempri priava a Diu pi la so' mensa picchì unn'avia nuddra pruvirenza. Mentri priava quattru ancili, quattru cannistri di cibu ci calaru e tutti li patri santi si saziaru. San Gaitanu comu priasti a Diu pi la to' mensa, a priari a Diu pi la nostra Santa Pruvirenza.

Accussì sia." (San Gaetano, glorioso e pio, sempre pregava Dio affinché provvedesse alla propria mensa, poiché non aveva alcuna provvidenza. Mentre pregava, scesero dal cielo quattro angeli con quattro canestri di cibo, che riuscirono a saziare tutti i santi padri. San Gaetano, così come pregasti Dio per la tua mensa, devi pregare Dio pure per la nostra Santa Provvidenza. Così sia).

In questa antica preghiera in dialetto siciliano ci si rivolge a San Gaetano, affinché interceda presso Dio e non faccia mancare la provvidenza per le necessità di cibo.
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Citando i "santi padri", nella stessa preghiera ci si riferisce ai padri teatini. Infatti S. Gaetano "Thiene", termine che indica il suo cognome e non la sua località di origine - infatti in realtà il Santo nacque a Vicenza - è il fondatore della regola dei Chierici Regolari Teatini. Nacque nel 1480 in una nobile e devota famiglia e, una volta conseguito il dottorato in teologia, volle votarsi a Dio e ritirasi a vita umile e nascosta.

In seguito si dedicò a servire i poveri e gli ammalati, mentre si accorgeva di quanto i costumi religiosi e popolari del periodo fossero distanti dagli insegnamenti evangelici. Creato un gruppo di fervorosi compagni, scrisse una riforma che fu approvata nel 1524. Nacque così la Congregazione dei Chierici Regolari Teatini, alla quale si unirono tanti sacerdoti, operando per il bene della popolazione soprattutto a Roma ed a Napoli.

I teatini giunsero a Palermo nel 1601, ottenendo in concessione la chiesa di Santa Maria della Catena e dei finanziamenti da parte del Senato. Due anni dopo, divenuti piuttosto numerosi, si misero alla ricerca di una nuova sede e la trovarono nella casa - con annessa chiesa - della Confraternita di S. Giuseppe dei Falegnami, una volta "Chiesa di S. Elia alla porta giudica", che trasformarono in un oratorio intitolato a S. Giuseppe.

Nel 1612 cominciarono i lavori per la vicina chiesa barocca di San Giuseppe, conclusi nel 1645. Pertanto si insediarono, poco dopo l'apertura di via Maqueda, in quella che fino a tutt'oggi è la loro zona di residenza. Ma allora come mai qui a Palermo la famosa statua che rappresenta San Gaetano si trova posizionata all'incrocio fra via Brancaccio e via Conte Federico?

Si tratta di una scultura realizzata nel 1730 ad opera del maestro Giacomo Pennino ed a spese dei religiosi. Mentre, per ciò che riguarda il suo piedistallo, progettato dall'architetto Paolo Amato, la storia è molto più complessa. Il piedistallo fu ottenuto in concessione dai Teatini perché ormai inutilizzato. Difatti le origini di questo basamento erano tutt'altro che religiose.

Esso, dal 1701, era sormontato dalla la statua di Filippo V, posta davanti alla porta della Dogana, quest'ultima oggi non più esistente; praticamente davanti alla chiesa della Catena. Nel 1720, con la dominazione austriaca, la statua del re di Spagna fu dismessa e riposta nei magazzini della Zecca, mentre il suo basamento fu concesso ai Teatini nel 1730.

La statua di San Gaetano, completa di piedistallo, inizialmente era posizionata all'angolo fra via Maqueda e via dell'Università, all'epoca piazzetta S. Gaetano, in cui ancora oggi esiste una bella edicola votiva del Santo, a ricordo dell'antica denominazione del luogo.

Ma nel 1867 l'allora sindaco marchese Antonio Starrabba di Rudinì la fece dismettere per "intralcio alla viabilità", in quanto impediva il passaggio scorrevole delle carrozze. Quindi la fece riporre nei depositi del Museo Nazionale, dove giacque per 25 anni.

Tuttavia, l'attuale ubicazione del monumento è nei pressi della parrocchia dedicata proprio al Santo, dove per molti anni operò il beato Don Pino Puglisi e di recente il monumento è stato restaurato. Augurando buon onomastico a tutti i Gaetano e Gaetana ed avendo raccontato le ragioni dell'esistenza dell'edicola votiva dedicata al Santo in via dell'Università, c'è da ritenere che il ripristino dell'antica denominazione di "piazzetta San Gaetano" renderebbe giustizia e merito a questo luogo dalla storia così antica e importante.
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